Recensione

Nights of Azure 2, la recensione della nuova battaglia contro i demoni

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a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Il primo Nights of Azure è un titolo che, pur con i suoi limiti, era riuscito a guadagnarsi una schiera di fan, grazie a delle buone idee e ad un sistema di combattimento semplice ma efficace. Dopo aver già rilasciato Atelier Firis e Blue Reflection, il team Gust è pronto a completare il proprio “Magical Girls Project”, facendo uscire ufficialmente Nights of Azure 2: Bride of the New Moon. L’obiettivo è chiaramente quello di migliorare quanto fatto col predecessore e riuscire a lanciare questo brand per fare compagnia alla celebre saga di Atelier.

Una cavaliere mezzo-demone

La storia è ambientata dopo gli avvenimenti del primo capitolo: Aluche, agente della Curia (l’organizzazione che combatte i demoni), viene incaricata di condurre l’amata Liliana dalla “Moon Queen” per sacrificarla, facendola diventare la nuova “sposa del tempo” e poter fermare allo stesso tempo la Regina, anche se purtroppo non riescono ad arrivare a destinazione. La nostra protagonista verrà infatti uccisa sul campo, venendo in seguito riportata in vita come mezzo-demone grazie a una procedura che le ha regalato nuovi poteri ma che l’ha resa anche più vulnerabile, costringendola a non poter stare fuori a combattere troppo a lungo. Inoltre da quando è stata uccisa non è più sorto il sole: adesso tutte le giornate sono buie e dal momento che Aluche possiede anche sangue demoniaco è diventata in grado di vedere una curiosa luna azzurra che ci aiuterà a tenere conto del tempo rimasto a nostra disposizione. Quando essa diventerà interamente scura, infatti, non ci sarà più niente da fare e il mondo sarà condannato; dovremo quindi gestire al meglio le giornate a nostra disposizione per non ritrovarci col fiato sul collo.
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Il tempo è prezioso

I “time limit” svolgono infatti un ruolo fondamentale all’interno del gioco: anche noi saremo estremamente provati a causa delle nostre nuove abilità e potremo stare fuori per poco tempo (inizialmente solo 10 minuti a missione, ma che potranno aumentare salendo di livello), obbligandoci quindi a scegliere accuratamente dove andare, con chi andarci e se concentrarci su determinate quests a nostra disposizione oppure andare avanti con la trama. Il titolo è fortemente action con qualche meccanica derivata dagli RPG: si può attaccare utilizzando combinazioni di attacchi leggeri e pesanti, utilizzando all’occasione delle mosse speciali in combo con la nostra partner desiderata e le abilità dei Servan. Questi sono dei demoni che hanno mantenuto la loro personalità e che hanno scelto di combattere al nostro fianco, già presenti nel precedente titolo: in questo caso da 4 sono stati ridotti a 2; tra i vari Servan disponibili vi sono alcuni che si trasformano in vere e proprie armi, utilizzabili per poco tempo ma più potenti di quella standard e con nuovi set di mosse. L’idea dietro l’utilizzo dei diversi mostriciattoli è originale, ma pensiamo sia stata penalizzata da alcune scelte di game design: sono infatti disponibili nei livelli di gioco diverse aree extra sbloccabili solamente utilizzando alcuni di essi (ad esempio il fuoco per bruciare i rovi sul nostro cammino o l’elettricità per assorbire campi elettrici), che penalizzano dunque chi dovesse scegliere di utilizzare mostriciattoli che non siano elementali. 

La notte è oscura e piena di demoni

Se la nostra partner è in grado di guadagnare livelli automaticamente portandola con noi, per la nostra protagonista ed i Servan il discorso è diverso: dovremo offrire sangue blu (raccolto dai demoni sconfitti) per avviare un processo di purificazione che ci consentirà di stare fuori più a lungo e guadagnare punti abilità, da spendere per ottenere utili potenziamenti; per i nostri compagni invece completare le missioni significa guadagnare i Punti Servan, da assegnare alle loro diverse caratteristiche per potenziarli e farli salire di livello. Il gameplay riesce ad essere semplice, veloce e divertente allo stesso tempo, anche se va sottolineata una ripetitività non di poco conto data la presenza di pochi livelli e la presenza di time limit e quest che costringono a fare spesso più volte consecutivamente le stesse aree; inoltre la sfida di gioco non è adeguatamente impegnativa a livello normale e la difficoltà difficile (qui chiamato estremo) è sbloccabile solamente dopo aver completato il gioco una volta, scelta sicuramente discutibile. Anche la trama di Nights of Azure 2 lascia molto a desiderare e, seppur il character design ci abbia colpito positivamente, le personalità dei personaggi cadono nei classici stereotipi a cui i prodotti nipponici ci hanno spesso abituato. Un altro degli aspetti più positivi è sicuramente la colonna sonora del gioco, adatta alle diverse situazioni del gioco e memorabile anche a distanza di tempo, ed evidenziamo che anche la longevità si attesta su buoni standard, durando più di 20 ore concentrandosi sulle sidequests.
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Combattimento immediato e divertente

Character design pregevole

Buona colonna sonora

Varietà di gameplay interessanti…

Trama non all’altezza

Elevato rischio ripetitività

Tecnicamente datato

…ma spesso penalizzate dal game design

6.5

La sensazione che Nights of Azure 2 ci lascia è quella di essere un titolo che da un lato possiede delle meccaniche interessanti, che possono aumentare la rigiocabilità del titolo rendendolo comunque immediato e divertente, ma che dall’altro viene penalizzato dalle proprie scelte di game design e dalla ripetitività generale del titolo.

Voto Recensione di Nights of Azure 2, la recensione della nuova battaglia contro i demoni - Recensione


6.5