Recensione

Need for Speed

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a cura di FireZdragon

Alcune serie si trascinano stancamente per anni a cicli continui e ravvicinati, e non sempre gli sviluppatori sono in grado di portare novità sostanziali in soli dodici mesi. Proprio per questa ragione il team Ghost ha chiesto e ottenuto da Electronic Arts un’estensione di tempo per lo sviluppo di Need For Speed, che quest’anno abbandona qualsiasi suffisso, volendo rappresentare una sorta di nuova alba del corsistico arcade per eccellenza.La missione di Craig Sullivan e i suoi era chiara: riuscire a inserire tutto quello che i fan chiedevano ormai da anni in una produzione fresca e vincente, non dimenticando tuttavia le buone cose fatte con Rivals e Most Wanted. Ci saranno riusciti?

In sella al bolideIn tutti gli eventi che abbiamo visto e a cui abbiamo partecipato il messaggio del team Ghost era solo uno: questo Need For Speed doveva essere un titolo definitivo, il miglior capitolo dell’intera serie.Per arrivare a questo traguardo gli obiettivi erano molteplici e sopra ogni altra cosa si è pensato di inserire una trama che facesse da collante per le centinaia di gare che ci attendono una volta girata la chiave nel quadro e avviato il motore. La narrazione risulta così un punto centrale dell’intero gioco, mettendoci nei panni del classico giovane dalle belle speranze pronto a farsi una reputazione tra i migliori racer della città. Ogni gara, ogni traguardo raggiunto, ogni macchina sverniciata ci permetterà di accrescere la nostra fama con uno dei cinque personaggi principali, ognuno con una propria storyline ed eventi dedicati da completare. Certo, non dovete aspettarvi qualcosa di estremamente profondo o ricercato, ma la recitazione è buona e le differenze di ruolo tra i nostri “guru” più che soddisfacente. Amy, il meccanico, cerca di trarre il massimo dalle vetture che le passano in garage, Robin è una ragazza dall’animo semplice che adora girovagare di notte con la Crew, Manu adora lo stile e il drift, mentre Spike è un odiosissimo ragazzino figlio di papà e pieno di soldi che vuole solo sfrecciare il più velocemente possibile nelle strade notturne di una Los Angeles completamente reimmaginata.Esiste anche un’ultima fazione “segreta” che prevede di completare missioni contro la polizia e che non solo sviluppa una storia parallela ma agisce attivamente sul gameplay del titolo. Mentre le altre storyline non hanno ripercussioni sul gioco, quella definita Outlaw vi metterà direttamente testa a testa con gli sbirri, migliorando l’intelligenza artificiale degli stessi e i loro mezzi ad ogni progresso.In questo modo Ghost ha potuto inserire gli inseguimenti con la polizia in maniera piuttosto furba, adattandoli ai desideri dei giocatori. Non volete volanti in mezzo alle scatole mentre correte? Ignorate bellamente le missioni o, in alternativa, se vi piace il gioco pesante con le forze dell’ordine dateci dentro, infrangete la legge compiendo le più strabilianti acrobazie in faccia alle volanti e queste vi risponderanno per tutto il resto del gioco in maniera aggressiva e ostinata.La recitazione come dicevamo è buona, anche se il doppiaggio risulta solo sufficiente e sicuramente inferiore al parlato in inglese che abbiamo avuto modo di sentire nella versione originale. C’è qualche problema nella sincronia del labiale e alcune voci stonano con i personaggi a schermo, ma ci farete presto l’abitudine. Un peccato solo che i veri protagonisti, cinque tra i piloti più abili dei nostri tempi, vengano relegati a semplici comparse, pur avendo un ruolo centrale nella storia. Avrete modo di conoscere Magnus Walker, di correre fianco a fianco con Ken Block, o di mostrare il motore modificato della vostra auto a Nakai san, un mito quando si parla di meccanica e modifiche.Portare a termine tutte le storyline vi terrà impegnati almeno per una decina di ore, molte di più se vorrete raccogliere tutti i collezionabili sparsi per la mappa, potenziare al top le varie auto ed esplorare a fondo la città.

Los Angeles, ma non ti riconoscoL’ambientazione di Need For Speed prende come spunto Los Angeles, con le sue strade enormi e le luci al neon che colorano un cielo completamente nero, ma ve la farà vivere esclusivamente di notte, cosa che appiattisce di molto l’atmosfera. Ogni singola gara potrà essere affrontata infatti solo dal tramonto all’alba, lasciando il giocatore abbastanza disorientato e facendogli sembrare di vivere l’intera avventura in una sola e lunghissima notte. Si perde così il senso di crescita e di appartenenza ai vari gruppi, venendo catapultati a destra e a manca nelle competizioni senza soluzione di continuità. Accettate una sfida, vincetela, aprite la mappa e teletrasportatevi direttamente su un altra competizione, ripetendo il tutto fino alla fine del gioco. Guidare di notte, solo per il piacere di farlo, non è così entusiasmante e la città ricreata dai designer del team Ghost manca di landscape caratteristici, facendo vivere al giocatore un continuo deja vù. Certo, la zona portuale è differente dal centro cittadino, ma quando viaggerete a 300 km/h farete fatica a guardarvi intorno e a notare i dettagli. Anche i tracciati scelti non sono poi così vari, nonostante le dimensioni della mappa siano il doppio rispetto a quelle viste due anni fa. Una città enorme, tra le altre cose, ma abbastanza vuota se consideriamo che solo otto giocatori potranno partecipare contemporaneamente alla sessione di gioco e che le macchine guidate dall’ia sono poche e davvero sparute.Questa è stata una scelta ben precisa per lasciare correre il giocatore senza disturbi in gara, ma secondo noi non si sposa benissimo con le corse clandestine e, per l’appunto, con la scelta di ambientare il gioco ispirandosi a Los Angeles, dove anche alle tre di notte il traffico è sempre molto intenso. La partecipazione degli altri giocatori è solo minima e nonostante la possibilità di formare una vostra crew con sette amici per scorrazzare in città, la vera competizione consisterà come al solito nel battere i tempi sul giro o i punteggi di derapate e acrobazie nelle missioni dedicate.

La vostra auto, il vostro gioielloMolti dei fan di questa serie tuttavia la amano alla follia per il suo stile di guida unico, per il senso di velocità e soprattutto per una caratteristica che in questi anni è venuta a mancare: la tamarraggine. Erano anni che tutti chiedevano a gran voce il ritorno di un Underground e questo capitolo riporta sotto i riflettori finalmente il tuning, quello serio, quello che vi permetterà di prendere una Golf o una BRZ del 2014 e pomparle talmente tanto da permettergli di competere testa a testa con una Lamborghini. Potrete così scegliere una tra tre auto iniziali e cominciare da subito a modificarne molteplici parametri. Stiamo pur sempre parlando di un titolo arcade, quindi aspettatevi una gestione della meccanica estremamente semplificata con slide che influenzano direttamente lo stile di guida, andando dal drift più spinto alla tenuta perfetta e più simulativa, che vi chiederà di rallentare prima di entrare in curva e uscire tenendo la corda in piena accelerazione. Un gameplay che ci è piaciuto davvero tantissimo perché riesce a soddisfare tutti i tipi di pilota, e uno sforzo davvero pregevole da parte di Ghost per cercare di rendere il titolo appetibile al maggior numero di giocatori possibile.

Vincendo gare e ottenendo crediti potrete poi aggiungere minigonne, alettoni, riverniciare l’auto e cambiarne l’estetica o comprare migliorie meccaniche per una ventina di parametri, turbo, freni, motore e ammortizzatori inclusi. Ogni singolo unlock migliora automaticamente una serie di statistiche e vi permetterà di portare al top una qualsiasi delle circa sessanta auto presenti. Non vogliamo anticiparvi nulla, ma sappiate che oltre a quelle da acquistare normalmente ci saranno poi vetture da scoprire girovagando liberamente e altre che vi verranno regalate dai protagonisti della storia. La scelta è piuttosto vasta e sia gli amanti delle auto anni ’90 che gli aficionados dei superbolidi come Lotus, Porsche e Ferrari troveranno ciò che fa al caso loro. Non aspettatevi tuttavia un catalogo estremamente particolareggiato: la decisione è stata quella di inserire pochi esponenti per ogni genere, scelta dettata anche dalla possibilità per l’appunto di renderle tutte competitive allo stesso modo. Tale elemento tuttavia porta a un problema secondario, che è quello della mancanza di un vero stimolo ad abbandonare il vostro vecchio mezzo per passare ad uno nuovo. In generale Need for Speed manca di sfida, per un’IA dominata da un effetto elastico che un titolo con il tuning non dovrebbe più presentare nel 2015, ed è il motivo per cui questo gioco non può davvero ambire ad essere il Need for Speed definitivo come il team Ghost si augurava.

Ohh ShiniesL’impatto visivo è invece particolarmente impressionante, soprattutto quando le luci dei lampioni e i palazzi vi sfrecceranno accanto impazziti. Ottimi i riflessi, gli effetti particellari di fumo e scintille, e difficile da dimenticare il gioco di riflessi sull’asfalto bagnato, curatissimo. Interfaccia e navigatore non si discostano molto dagli standard classici della serie, invadendo forse in maniera talvolta eccessiva la visuale del giocatore. Gli impatti hanno alti e bassi con una fisica apprezzabile durante gli scontri tra le vetture, ma mostrano il fianco quanto le auto vanno a toccare muretti o guard rail con rimbalzi piuttosto improbabili. Need for Speed è insomma un buon punto di ripartenza per la serie e, seppur non perfetto, sa regalare svariate ore di divertimento, ore che potranno solo aumentare visto che EA ha già annunciato un buon carico di DLC futuri, con aggiornamenti costanti e contenuti extra. La buona, anzi ottima, notizia è che questa volta i pacchetti saranno completamente gratuiti e andranno a riempire le falle lasciate al momento dalla produzione.

– Il ritorno del tuning

– Recitazione curata

– Ottimo comparto tecnico

-Sistema di guida particolarmente flessibile

– Ancora presente l’effetto elastico

– Il tuning non è approfondito su tutte le auto

– Always Online non strettamente necessario

– L’ambientazione notturna non rende merito alla qualità grafica

8.0

Diamo un otto a Need for Speed, ma non neghiamo che è stiracchiatissimo e avremmo dato probabilmente qualche punto in meno se avessimo mantenuto l’uso dei decimali. Prendiamo questo nuovo capitolo come un vero e proprio punto di ripartenza premiando il ritorno del tuning estetico e di una recitazione molto curata nell’ambito dei giochi di guida. La fortuna per il titolo EA è di arrivare in un periodo carente di qualsivoglia concorrenti per quanto concerne i giochi di guida arcade, lasciando la produzione come unico spiraglio per gli appassionati. Guardando al futuro Ghost dovrà riempire il titolo di DLC gratuiti per mantenere fede alle promesse, noi continueremo a seguire il titolo molto da vicino.

Voto Recensione di Need for Speed - Recensione


8