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Recensione

Memoranda

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Avatar di Francesco Ursino

a cura di Francesco Ursino

Pubblicato il 25/01/2017 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

La protagonista di Memoranda ha un problema non da poco: sembra essere l’unica, in tutto il suo amabile paesino, a non ricordare il suo nome. Forse è a causa della mancanza di sonno che la tormenta ormai da giorni, o forse è solo un malessere temporaneo. Fatto sta che, nell’avventura grafica sviluppata da Bit Byterz, molti personaggi sembrano proprio aver perso o dimenticato qualcosa o qualcuno, e sarà compito del giocatore riuscire a svelare i misteri di quella che si è presentata fin da subito come una sfida logica impegnativa, ma non in senso totalmente positivo.

Un elefante scomparso… dove l’ho già sentita questa?Dal punto di vista narrativo, Memoranda inizialmente sorprende con la proposizione di un mondo in un certo senso incantato; ci troviamo, infatti, all’interno di un paesino in cui è normale che un cantante lirico vada in giro per strada vestito da gatto (sempre ammesso che non lo sia veramente, un gatto), oppure in cui la protagonista sia intenta a cercare un elefante scomparso. Quest’ultimo particolare, in effetti, ci ha fatto ben intendere perché gli sviluppatori abbiano dichiarato di essersi ispirati alle piccole opere di Haruki Murakami, tra le quali figura proprio un racconto chiamato puntualmente “L’elefante scomparso”. In ogni caso, la sensazione che abbiamo avuto approcciando le circa 10 ore necessarie ad andare a fondo nella storia è che la narrazione sia stata proposta in maniera un po’ sfuggente, e forse in maniera poco organica. Un difetto, questo, che come vedremo contraddistingue notevolmente anche il gameplay, e che sul versante del plot restituisce una vicenda che fatica a decollare, e che spesso spinge a chiedersi il perché di quello che sta succedendo. Non è giusto dire che l’intera impostazione stilistica sia priva di valore: il primo impatto con il gioco, al contrario, riesce ad affascinare e a spaesare proprio come un racconto di Murakami, lasciando però un fastidioso senso di incompletezza. Ci si muove tra personaggi estrosi e figuri estremamente realistici, così come tra avvenimenti che non hanno fondamento logico e altri dallo spiccato senso pratico. Da tutto ciò nasce una sorta di equivoco che, tutto sommato, riesce ad attrarre, sebbene non sembra esistano le condizioni per affezionarsi del tutto a nessuno dei personaggi presentati. Pur non rinunciando a un certo senso dell’ironia, infatti, Memoranda probabilmente manca di quella brillantezza narrativa che pure tanto bene avrebbe fatto all’intera struttura di gioco, considerato il modo in cui è stato concepito il gameplay.

Enigmi (non proprio) logiciUn buon enigma può basarsi su una logica anche molto fantasiosa e labile, ma per essere efficace e soddisfacente deve essere calato all’interno del contesto narrativo, presentando gli elementi necessari alla sua risoluzione partendo proprio dalle ramificazioni del plot. Provate a pensare a qualche esempio: la stazione-voliera di Syberia, i nodi intricati di Barbalux di Broken Age, perfino i segni da incidere col gesso sulla piccola lavagna delle prime sequenze di Shardlight. Si tratta di fasi abbastanza difficoltose, magari a volte anche abbastanza insopportabili e basate sul trial and error, ma comunque inserite in un contesto organico. Ecco, in Memoranda questo spesso non avviene, e anzi in molte occasioni si ha l’impressione di dover risolvere enigmi logici studiati anche in maniera positiva, ma in pratica estemporanei. Si ha come la sensazione, in altre parole, che gli sviluppatori abbiano voluto attestare la loro bravura nell’escogitare puzzle complicati, senza però sforzarsi sempre di calarli in maniera coerente all’interno della narrazione. Non nascondiamo che, in più di una occasione, la risoluzione di un puzzle è avvenuta in maniera casuale, e non per via di una intuizione basata su elementi – magari anche non proprio evidenti – nascosti nelle pieghe della trama o delle ambientazioni. Questo è il peggior difetto di Memoranda, l’elemento che fa sì che anche la narrativa perda slancio. In molte situazioni, ad esempio, siamo stati praticamente costretti a combinare qualsiasi elemento avessimo nell’inventario nella speranza che succedesse qualcosa. Tutto ciò disperde quella soddisfazione che tutti i giocatori di punta e clicca provano nel momento in cui si viene a capo di un enigma sì tosto, magari anche ripetitivo e odioso, ma che se non altro ha dato elementi su cui riflettere. Tutto ciò rappresenta un vero peccato, perché nel complesso Memoranda avrebbe gli elementi per andare oltre l’abbondante sufficienza che gli abbiamo affibbiato. L’impostazione da avventura grafica classica, infatti, farà sentire a casa gli appassionati del genere, che avranno anche la possibilità di spostarsi facilmente tra diverse locazioni grazie alla mappa di gioco, così come di consultare il diario della protagonista. Anche questo elemento, però, avrebbe potuto essere realizzato in maniera migliore, visto che si limiterà a constatare fatti già avvenuti: inserire un qualche aiuto, magari solo abbozzato, sarebbe stata probabilmente una mossa più saggia. Alcuni giocatori, sul forum di Steam dedicato alla produzione, si sono lamentati poi della difficoltà nell’individuare gli hot spot e gli oggetti con cui interagire; da questo punto di vista, secondo il nostro parere, il gioco non si è dimostrato molto punitivo, o comunque particolarmente più “cattivo” di altri esponenti del genere. In ogni caso, nel momento in cui scriviamo, gli sviluppatori avrebbero confermato l’arrivo di una opzione in grado di sottolineare tutti gli hotspot presenti nelle singole schermate; questa feature potrà sicuramente aumentare il compassato ritmo di gioco.

Una graziosa smemorataParlando degli aspetti tecnici, invece, Memoranda propone solo note positive. Il titolo, totalmente bidimensionale, si rivela gradevole sotto il punto di vista grafico, con uno stile ben definito e disegni realizzati a mano. Non esistono personaggi o paesaggi in grado di sorprendere in maniera plateale, ma non si può negare una certa piacevolezza complessiva, risultato anche dell’utilizzo di tonalità pastello tenui e delicate, oltre che di figure stilizzate e affascinanti. Il mondo di Memoranda è in continua sospensione tra sfumature vintage e moderne, e questa commistione viene ben raffigurata dalla grafica. Sul fronte audio, invece, apprendiamo della presenza di circa quindici tracce audio di accompagnamento che però, nel gioco, non sembrano riuscire a incidere in maniera così evidente. Più intrigante il doppiaggio in inglese, che propone performance e caratterizzazioni quasi sempre sufficienti; una nota a parte la merita la voce della protagonista, prestata da Lisette De Artola, che ci è apparsa interessante a causa di qualche leggero difetto di pronuncia, che la porta a riprodurre alcune parole (specie quelle con molte “s”) in maniera originale. Da segnalare, infine, l’assenza di una qualsivoglia localizzazione, anche testuale, in italiano.

HARDWARE

Requisiti minimi:Sistema operativo: 7+Processore: 1.7 GHz Dual CoreMemoria: 2 GB di RAMScheda video: NVIDIA GeForce GTX 260, ATI Radeon 4870 HD, or equivalent card with at least 512 MB VRAMDirectX: Versione 9.0cMemoria: 800 MB di spazio disponibileScheda audio: DirectX Compatible Sound CardNote aggiuntive: Mouse

– Stilisticamente gradevole

– Alcuni enigmi sono di piacevole risoluzione…

– …ma molti altri sembrano avere carattere estemporaneo e poco organico

– La narrativa, a causa anche dei puzzle, perde spesso slancio

6.5

Se guardassimo esclusivamente all’aspetto tecnico, artistico e stilistico dovremmo premiare Memoranda con un voto più alto di quello che vedete a inizio pagina. È un peccato, però, che nell’analisi della produzione Bit Byterz rientrino anche le considerazioni su una narrativa un po’ imbrigliata su sé stessa, vittima soprattutto di un gameplay che propone enigmi dalle soluzioni estemporanee e poco organiche. Con una storia capace di esprimere personaggi più interessanti e maggiore slancio, oltre che con puzzle non necessariamente più semplici ma se non altro calati all’interno del contesto di gioco, avremmo avuto davanti una deliziosa avventura grafica. Così, invece, il risultato è un titolo sicuramente sufficiente e gradevole, ma forse destinato a perdersi nel catalogo degli altri punta e clicca bidimensionali.

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