Magic The Gatering: 25 anni di partite tra tavoli e videogiochi - Prima parte

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Dominaria, la nuova espansione di Magic The Gathering, segna il 25ennale del gioco di carte più famoso del mondo. Nel 1993, Richard Garfield iniziò a creare quello che, oggi, è un brand che va ben oltre i tavoli da gioco dei negozi specializzati e dei tornei in tutto il mondo.

Quello di Magic è un nome sulla bocca di tutti, ben riconoscibile da tutti. Se Dungeons & Dragons è, per la gente comunque, il “gioco dei pupazzini” (non lo è affatto, ovviamente), Magic The Gathering è il “gioco delle carte”, insieme a Yu-Gi-Oh! per i più giovani, tra i più noti. Proprio per questa notorietà crescente nel corso degli anni, anche Magic ha avuto anche la sua ovvia escursione nel mondo dei videogiochi.
Abbiamo deciso di raccontarvela, ripercorrendo e riscoprendo tutti i videogiochi ispirati al gioco di carte più famoso del mondo inventato da Richard Garfield, nel lontano 1993. Curiosità: fece la proposta di matrimonio a sua moglie durante una partita a Magic con lei, con una carta speciale creata appositamente per l’occasione.
Il primo titolo in assoluto è Magic: The Gathering, omonimo videogioco targato MicroProse (quindi Sid Meier) uscito nel 1997 per Windows 95.Ambientato nel piano di Shandalar, i giocatori devono viaggiare per le lande ed affrontare nemici casuali per guadagnare nuove carte. Con il mazzo sempre più potente, lo scopo è quello di affrontare cinque maghi che rappresentano i cinque colori classici di Magic, per evitare che uno dei colori prenda il sopravvento sugli altri. Il gran nemico finale è il planeswalker Arzakon, dotato di un mazzo con tutti e cinque i colori. Il gioco aveva anche elementi da gdr ed adventure, perché era possibile organizzare un inventario, raccogliere oro e visitare città, dungeon, oltre alle battaglie casuali ovviamente, ed una progressione del personaggio basata su nuove abilità e l’accrescimento dei punti vita totali.Oltre all’avventura single player, il gioco offre la possibilità di sfidare a duello degli avversari controllati dalla IA all’interno di un torneo, ed una modalità multiplayer grazie all’add-on Manalink. In questo caso, diversamente dall’avventura principale, il set di regole è identico a quello del gioco originale, quindi un’esperienza del tutto simile a quella cartacea, per così dire.
Altre curiosità: nella copia fisica del gioco era anche inclusa una copia oversize promozionale della carta Aswan Jaguar; e questo primordiale gioco su Magic ebbe anche due espansioni: Spells of the Ancients e Duels of the Planeswalkers, dove quest’ultima era standalone.
Di nuovo nel 1997 uscì Magic: The Gathering: BattleMage per mano di Acclaim, su PC e PlayStation. Stavolta la formula di gioco è quella degli strategici in tempo reale, ed offre due possibilità ben distinte. Il Duel Mode, con il quale creare un’armata personalizzata di creature e magie basate sul gioco di carte, ed affrontare la IA oppure fino a tre giocatori collegati in LAN (con lo split-screen nel caso della versione PlayStation) o tramite Internet; il Campagin Mode, dove il giocatore dovrà conquistare territori ed accumulare artefatti magici ed incantesimi nel corso di una campagna che verte intorno alla guerra tra planeswalker. Nel gioco sono presenti più di 90 personaggi e creature dal mondo di Magic, alcuni incontri saranno benevoli mentre altri risulteranno in scontri, e curiosamente ogni partita al Campaign Mode è diversa dall’altra, perché le magie ottenute nel corso della storia saranno sempre diverse.
Sempre Acclaim aveva prodotto un rarissimo arcade su Magic, chiamato Magic: The Gathering: Armageddon, nel 1997. Talmente tanto raro che pare fossero stati prodotti qualcosa come cinque cabinati totali.
Il titolo riprende le dinamiche di BattleMage quasi totalmente, dove ognuno dei giocatori rappresenta uno dei cinque colori di Magic con relativi poteri e capacità magiche: il bianco cura i soldati, il blu effettua contromagie ed evoca creature acquatiche, il nero ha magie necromantiche ed evoca non morti, il rosso controlla il fuoco ed evoca creature di questo elemento, ed il verde è il colore degli elfi e della magia della foresta. Il gioco aveva un trackball come periferica di input, mentre il cabinato poteva fare giocare due persone alla volta. Sfortunatamente l’azienda produttrice di questo arcade, la divisione di Mountain View della Acclaim, fallì poco dopo la creazione del cabinato.
Prima di arrivare in quella che è l’epoca moderna delle trasposizioni videoludiche di Magic, e contemporaneamente ai primi videogiochi dedicati, c’è stata anche un breve excursus “didattico”, se vogliamo. Magic: The Gathering Interactive Encyclopedia, sviluppato da Saltmine Creative nel 1999 e supportato fino al 2002, è infatti un vero e proprio compendio interattivo dell’intero database di carte dell’epoca. Alla release, l’enciclopedia conteneva tutte le carte fino all’espansione Maschere di Mercadia, ma successivamente è stato aggiornato fino a Sentenza e l’uscita di Magic Online, che a quel punto rendeva inevitabilmente obsoleta l’enciclopedia.
Il gioco di carte ha fatto una comparsata anche su Dreamcast, nel 2001, con l’omonimo Magic: The Gathering uscito solo in Giappone.Il gioco è ambientato nella città di Magic Heart, circondata da Murg, Camat Island, Lydar Forest, Yeluk, Tornell e The Balance Tower, altrettante zone della mappa rappresentanti i cinque colori. Nel gioco sono presenti le carte originali del gioco, precisamente quelle della Sesta Edizione e dei set Alleanze e Tempesta, con dieci carte uniche generate casualmente, quindi con effetti totalmente non replicabili nel gioco reale. Niente avventure o strategia in tempo reale, ma solo partite a Magic con il set di regole ufficiale.

Nella seconda parte vedremo l’epoca moderna di Magic, da Magic Online a Magic Arena, passando per la serie Duels of the Planeswalker che, tra alti e bassi, ha provato a creare un ibrido tra gioco di carte e videogioco “classico” su Magic.