Recensione

Lords of the Fallen

Avatar

a cura di Pregianza

Prendi Tomasz Gop, noto producer di The Witcher 2, un po’ di sana ambientazione fantasy dark, un protagonista barbuto e lontano dai canoni estetici dei videogiochi odierni, e un bel po’ di meccaniche ispirate alla serie Souls. Ora mescola tutto, aggiungi un po’ di precisazioni per distinguere la tua creatura dalle opere di From Software, e quello che otterrai sarà un bel po’ di aspettative, oltre ovviamente a un sacco di interesse da parte della community di appassionati dei gdr action. 
Lords of the Fallen è un gioco che prende vita dagli elementi sopracitati, un titolo sviluppato da software house dalle risorse piuttosto limitate, che ha però conquistato un gran numero di giocatori e critici quando è stato rivelato. I dubbi sul prodotto erano lancinanti: potevano esserci troppe pressioni sui Deck 13 e i CI Games, vista la loro esperienza limitata nel campo dei tripla A, una similarità eccessiva ai Souls o semplici errori di game design. Eppure anche noi speravamo in un buon gioco, in virtù dei test abbastanza soddisfacenti effettuati durante alcuni comodi eventi preview. Ora abbiamo potuto metter mano alla versione completa del gioco ed è tempo del verdetto finale. Che Gop sia riuscito davvero a regalarci un nuovo concorrente di spicco in questo sottotipo di gdr al momento dominato dagli sviluppatori nipponici?
Bad to the bone
Cerchiamo di precisare immediatamente una cosa a riguardo di Lords of the Fallen: se lo aspettate con trepidazione per una questione di trama, lasciate perdere. La storia è, senza ombra di dubbio, l’aspetto più debole di questa produzione, un’accozzaglia banale di dialoghi e personaggi dimenticabilissimi il cui unico aspetto positivo è l’ambientazione affascinante. Il mondo in cui tutto si svolge è infatti freddo e crudele, un luogo dove i peccati non vengono mai dimenticati e anzi vanno a marchiare per sempre i volti di chi li ha compiuti. Il nostro eroe, Harkyn, è un criminale che di atti indegni ne ha compiuti molti, e viene improvvisamente liberato per aiutare le forze di Antonidas, signore dell’umanità, a respingere l’assalto di creature demoniache chiamate Rhogar. La narrazione non è chiara da subito e viene svelata pian piano più da alcuni documenti trovati nelle mappe che dalle cutscene, ma difficilmente verrete spinti all’esplorazione al solo scopo di ottenere più testimonianze. Qualche colpo di scena infine non è certo sufficiente per risollevare la narrativa, considerando la qualità scadente della sceneggiatura che l’accompagna . 
Cercate di metabolizzare questo primo inciampo, poiché ora è il caso di andare dove c’è più soleggiato concentrandoci sul gameplay. A una prima occhiata il lavoro di Gop e compagnia era sembrato a molti una scopiazzatura di Dark Souls, con combattimenti praticamente identici e una struttura simile. In verità i fattori unici di Lords of the Fallen sono parecchi, e il lavoro di CI Games è nettamente diverso dalle opere di From, pur presentando qualche forte analogia. Il combat system, ad esempio, sfrutta basi prese quasi di peso dai Souls e gira tutto attorno al targeting dei nemici, all’apprendimento dei loro pattern, e alla gestione oculata della stamina e del peso del proprio equipaggiamento (con quest’ultimo che influenza in modo notevole difesa e schivata), ma alla lunga si notano svariati cambiamenti: le combinazioni base possono consumare meno stamina o dar vita a serie di colpi molto dannose se si sferrano gli attacchi con un timing preciso indicato da un brillio nella barra dedicata, manovre come i calci non spezzano direttamente la guardia ma portano gli avversari ad affaticarsi a loro volta, fino a poterli stordire dopo qualche colpo, e le armi a due mani sono praticamente inutilizzabili con una mano singola, poiché i loro set di mosse risultano mostruosamente lenti e inefficaci in quel caso, indipendentemente dalle vostre statistiche. È in pratica un combat system leggermente più realistico rispetto a quello dei Souls, cosa notabile anche nelle schivate, che presentano leggere finestre di recupero e hanno frame di invulnerabilità molto più limitati (risultano praticamente inutili se il peso è eccessivo) o nella possibilità di avere così tanto peso addosso da poter solo arrancare. L’unico aspetto più irrealistico è legato all’assenza di hitbox delle pareti, che permette di colpire i nemici anche con fendenti orizzontali di uno spadone in uno stretto corridoio passando allegramente attraverso il cemento. Può infastidire i più pignoli, ma è una scelta obbligata, perché le mappe di Lords of the Fallen presentano un gran numero di locazioni ristrette e le armi a due mani sarebbero state inutili senza questo accorgimento. 
Parlando di mappe, è il caso di tirare in ballo un’altra enorme differenza, riguardante proprio i luoghi visitati. Il mondo di Lords of the Fallen è tutt’altro che gigantesco, e al di fuori del santuario di Keystone e di una dimensione demoniaca non avrete gran che da esplorare. Le mappe sono labirintiche, ma scordatevi teletrasporti, distese sconfinate o un gran numero di segreti, ci si ritrova per lo più in aree ben definite e lineari intervallate dalla necessità di tirare qualche leva per sbloccare la via successiva o da alcune scorciatoie. Questo peraltro non significa che in Lords sia sempre chiaro dove dirigersi, gli sviluppatori infatti sono cascati in qualche errore nel congegnare la campagna, e non mancano le situazioni dove si vaga per un po’ alla ricerca del posto da raggiungere. In uno specifico caso si viene proprio sviati dalla giusta direzione a causa di un npc, a sottolineare la gestione un po’ confusionaria delle mappe e degli obiettivi. Se il vostro senso dell’orientamento non è pessimo come il nostro, ad ogni modo, vi sarà difficile non apprezzare i combattimenti e la varietà dei nemici. Ci sono avversari più o meno ostici in Lords, ma i boss sono numerosi e cattivelli, le creature demoniache aggressive, mobili e in grado di difendersi, e il livello di sfida si mantiene elevato per buona parte dell’avventura. Chiaro, quando si mette mano su qualche armatura devastante o su armi poderose e si capisce quali sono le combo più efficaci tutto si fa molto più semplice, ma le morti non mancheranno comunque, ve lo assicuriamo. 
Magico pugnone
Un aspetto che in particolare ci ha incuriosito è la gestione delle magie, che si basa su un maglio incantato con incantesimi vari a disposizione, e sulla scelta della classe iniziale. Anche in Lords, come per i Souls, avrete libertà assoluta per quanto riguarda sviluppo delle statistiche e dell’equipaggiamento, ma la classe non sarà un semplice punto di partenza, bensì comprenderà un vero e proprio skill set magico parecchio utile. Buttatevi sul paladino e avrete poteri difensivi a disposizione, mentre guerriero e ladro offriranno rispettivamente poderosi attacchi o manovre velocissime. La scelta non è inoltre così definitiva come può sembrare nel caso vogliate passare molte ore sul gioco, in quanto ad ogni new game vi sarà data la possibilità di sbloccare un ramo extra dei tre disponibili. 
Il maglio invece rappresenta il vostro unico mezzo per attaccare a distanza e può sparare vari tipi di proiettili, a loro volta potenziabili con rune elementali. Il sistema di potenziamento si allarga alle armi, ma quando si tratta di magie ha un’importanza maggiore, perché può garantire dei colpi devastanti contro nemici con specifiche debolezze elementali. Ricordate poi che qui le magie non hanno utilizzi contati, ma si basano su una barra del mana che si rigenera più o meno lentamente. 
Lo sviluppo del personaggio va incontro a una semplificazione simile, con un numero limitato di caratteristiche da gestire ed effetti evidenti da subito dopo l’aumento. Per rendere Harkyn un combattente inarrestabile dovrete trovare dei cristalli rossi abbastanza frequenti, che fungono da checkpoint e permettono di spendere i punti esperienza guadagnati. Come nei Souls, in caso di morte perderete il vostro spirito nel punto in cui ci avete lasciato le penne, ma avrete stavolta un tempo limitato per recuperarlo, a patto che non utilizziate delle comode pietre in grado di riprendere tutto automaticamente. 
Insomma, ricapitolando, siamo davanti a un titolo molto più incentrato sul combattimento che sull’esplorazione, e capace di rimodellare degnamente un combat system già rinomato e apprezzatissimo. Non ci siamo dimenticati di essere critici comunque, non vi preoccupate, abbiamo solo lasciato le beghe per la parte finale. Lords of the Fallen infatti ha purtroppo altri difetti oltre alle mappe non eccezionali e alla trama dimenticabile. Innanzitutto la telecamera, che spesso non regge il ritmo dell’azione e rende i combattimenti molto confusionari. Dopo qualche ora si impara a gestirla e muoverla in modo che non crei troppi fastidi, ma un po’ di precisione in più avrebbe migliorato ulteriormente gli scontri. L’altro lato negativo? I bug. Ora, vi sveliamo che per la recensione abbiamo provato il gioco sia su pc che su Ps4, e la situazione si è rivelata infernale prima di una grossa patch correttiva da qualche gigabyte. Tra noi e i nostri colleghi sono venuti fuori mostri in grado di partire per lo spazio una volta uccisi, boss inaccessibili causa barriere bloccate, glitch grafici evidenti, crash ripetuti e persino un enorme bug che impediva di finire il gioco. Cose davvero poco piacevoli fortunatamente risolte quasi tutte dopo la patch, anche se molti problemucci tecnici permangono su entrambe le piattaforme. Al momento su PS4 il titolo pare stabile e privo di mancanze gravi, ma è evidente che le risorse limitate del team hanno creato qualche difficoltà nel bug check prima dell’uscita, quindi fate attenzione. 
Chiudiamo con il comparto tecnico e la longevità. Il primo è soddisfacente, tolto un po’ di tearing su console e una leggera ripetitività nel look delle ambientazioni. In particolare un applauso alla squadra di Gop va fatto per l’art direction, che mantiene un lodevole equilibrio tra tamarraggine e stile medievaleggiante senza stonare. La longevità è meno eclatante, e ben lontana da quella degli action gdr a cui il prodotto si ispira. La campagna può essere infatti finita nel giro di una decina di ore, non moltissime, e difficilmente la presenza dei new game+ spingerà a rigiocare il titolo all’infinito dopo aver sbloccato ogni classe. 
Su pc le opzioni grafiche sono parecchie, ma attenti a non esagerare su configurazioni medie o medio-alte. Con tutto al massimo il gioco può diventare davvero pesantuccio per la vostra macchina.

– Dotato di un combat system riuscito e più unico del previsto

– Art direction notevole

– Divertente e impegnativo

– Storia e personaggi dimenticabili

– Mappe non particolarmente brillanti

– Parecchi bug

– Telecamera a volte davvero ballerina

7.5

Lords of the Fallen è un piccolo miracolo se si considerano le dimensioni degli studi che hanno lavorato al progetto e la qualità di art direction e sistema di combattimento, ma purtroppo non brilla del tutto, per via di alcuni difetti strutturali e di qualche fastidiosa mancanza tecnica. Evitate di approcciarlo aspettandovi un action gdr indimenticabile e potrete godervi un buon prodotto, impegnativo e divertente.

Voto Recensione di Lords of the Fallen - Recensione


7.5