Recensione

L'ascesa del Negromante, Diablo III

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a cura di Matteo Bussani

Ci sono voluti il ventennale della serie e più di 3 anni dall’uscita di Reaper of Souls per vedere un contenuto rilevante tornare a popolare il mondo di Diablo III: così eccoci in piena estate 2017 a mettere le mani sull’Ascesa del Negromante. Non che il supporto al gioco sia mancato nel corso di questi anni, sia chiaro, data l’incessante riproposizione di stagioni ognuna foriera di contenuti in grado di tenere vivo l’interesse del giocatore hardcore, un po’ meno di quello casual, ma di sicuro latitava ad arrivare un’espansione in grado di rinverdire la quantità di contenuti inediti per accontentare tutti e riportare in auge questa serie così nota.
L’Ascesa del Negromante è l’occasione fornitaci da Blizzard, che piuttosto che un’espansione totalmente a pagamento come Reaper of Souls, ha previsto una formula di release particolare, con la patch gratuita 2.60 a fare da apripista con i contenuti e il DLC vero e proprio a sostenerli con il personaggio del Negromante. Poco direte voi considerato l’esborso, ma che si tramuta per chi ha vissuto parecchie ore in compagnia del gioco, in molte altre partite tra modalità avventura, incarichi e varchi, per riuscire a portare il personaggio a quell’end-game che tra perfezionamento delle build, sfide, tempi e altro risulta indubbiamente magnetico.
Un personaggio desiderato
Conosciuto dai veterani della serie con il nome di Sacerdote di Rathma (quest’ultimo primo Nefilim negromante dell’Universo di Diablo) come già più volte abbiamo ribadito su queste pagine, il negromante è uno dei personaggi più peculiari che la serie sia stata in grado di regalarci. Tutto il suo potere si sviluppa sulle radici dell’Equilibrio, ovvero il continuo bilanciamento tra ordine e caos, e in pratica sia a livello narrativo sia di gameplay, tra la vita e la morte. La sua vicinanza alle forze oscure, tramandata in quest’ordine di generazione in generazione li rende temuti dalla gente, ma dall’altra parte ha permesso loro già a partire dalla storia di Diablo II, di capire l’importanza nel fermare i Maligni e affermarsi come protettori dell’Equilibrio.
La storia di questo personaggio, come tra l’altro tutti quelli appartenenti alla mitologia di Diablo, va così a delineare la caratterizzazione dello stesso, impregnandolo in ogni singolo aspetto: un processo comune a gran parte del mondo videoludico, ma che ci sentiamo di sottolineare trattando del negromante, proprio per la bontà del risultato raggiunto. Esteticamente il personaggio rievoca teschi, ossa in un look dark consono allo sfondo narrativo del personaggio e che ben si adatta anche alle nuove zone introdotte con l’aggiornamento.
Un ritmo più ragionato
Entrando nel merito delle abilità attive e passive del negromante, possiamo sicuramente affermare che questo personaggio vanta una versatilità invidiabile. La polivalenza che ne scaturisce gli permette di avere meccaniche in qualche modo simili e vicine ad altre classi come il mago, lo sciamano o il cacciatore di demoni. Partendo dal presupposto che è un personaggio prevalentemente pensato per essere giocato dalla distanza, può attaccare con abilità personali oppure tramite servitori, potenziati in varia maniera secondo le declinazioni elementali del freddo, del veleno e del sangue. Se le prime due sono piuttosto classiche e sfruttano le proprie caratteristiche per affondare colpi su un avversario rallentato o afflitto da un indebolimento dilatato nel tempo, la terza è quella che ci è piaciuta di più in quanto è quella che rende unico il negromante rispetto agli altri personaggi, scambiando parte della propria vita con un potenziamento drastico delle abilità. 
Due secondi in più di permanenza in campo di un servitore richiedono una perdita del 10% della vita alla sua evocazione, così come un Simulacro che è in grado di replicare le abilità secondarie arriva a consumare il 25% della propria vita. Queste abilità sono comunque controbilanciate da quelle primarie come “salasso”, utilissime per recuperare vita ed essenza. Nel caso in cui volessimo concentrarci solo sulla vita sarà anche possibile creare una build completamente dedita a questa che non faccia uso di essenza (sempre Salasso con l’abilità Risucchio di vita ne è un esempio, oppure l’abilità passiva Sottrazione di Vita).
Altra meccanica importante è quella dei corpi, che accumulandosi sul campo di battaglia creano un pool di risorse o di danni gratuiti da poter sfruttare a proprio piacimento, e che mette il negromante a suo agio contro grandi schiere di nemici.
Rigenerazione vitale e Vita per colpo sono sicuramente parametri fondamentali per riuscire a sfruttare al meglio questo tipo di build del negromante, i cui completi leggendari vanno a potenziare oltre a rinforzare determinate abilità riducendone il costo o aumentandone il danno.
La commistione di tutti questi elementi nel ritmo di gioco rendono il negromante un personaggio molto divertente da utilizzare agli alti livelli di difficoltà e magari in modalità hardcore, dove bisogna continuamente porre l’attenzione sulla giusta alternanza di abilità per non rischiare di incappare nel game-over.
Oltre al personaggio, una volta acquistato il pacchetto Ascesa del Negromante, avremo accesso ad altri contenuti minori, interessanti solo per i veri appassionati: due slot personaggio in più, due schede per il forziere, una mascotte, un paio di ali, lo stendardo e lo stemma del negromante, la cornice ritratto del negromante,  e un vessillo. 
La patch 2.60
Come anticipavamo nell’introduzione dell’articolo, assieme all’arrivo del Negromante i server di gioco di Diablo III si sono aggiornati alla versione 2.60, con contenuti in grado di supportare l’arrivo del negromante nel Sactuarium.
Prima di tutto troveremo due nuove mappe: la Brugheria Fosca e il Tempio dei primogeniti, entrambe in linea con la caratterizzazione estetica del negromante tetra e angosciante, raggiungibili esclusivamente in modalità avventura. A queste seguono poi i nuovi regni del Fato, raggiungibili dall’atto IV, che sostanzialmente riuniscono diverse ambientazioni (con loro mob caratteristici) all’interno di un unico stage. Concludiamo con i varchi di Sfida, forse la novità teoricamente più accattivante del pacchetto che offre una sfida settimanale paragonabile a quella offerta da un Varco Maggiore, da affrontare con un personaggio predefinito in un tempo prestabilito. Una volta completato il tutto il nostro tempo diventerà il nuovo tempo da battere, tanto da noi quanto dai nostri amici. Una novità tutto sommato interessante, considerando il fatto di avere a che fare con un personaggio totalmente inedito da dover padroneggiare nel giro di mezzo minuto per non soccombere, ma che purtroppo non riesce a intrattenere al di là del completamento della modalità, che alla fine non si è rivelato nemmeno particolarmente arduo da raggiungere. 

La varietà del negromante

Un personaggio dal ritmo un po’ più ragionato

Praticamente solo il personaggio

I contenuti della patch 2.60 non sono rivoluzionari

7.0

Il pacchetto L’Ascesa del Negromante è finalmente arrivato. Considerata l’attesa, avremmo sicuramente auspicato un DLC quantitativamente più ricco e in grado di proporre più contenuti inediti ai giocatori, ma sicuramente non possiamo negare la bontà della realizzazione del negromante, che riesce a fornire un buon pretesto agli appassionati della serie per tornare a giocare a Diablo III, nonostante il peso degli anni che questo capitolo inizia a sentire. La versatilità che lo contraddistingue riesce a portare in una singola classe tanta varietà da soddisfare le esigenze di qualunque tipo di giocatore, ma essa andrà ad esprimersi nella modalità oramai note che giochiamo da tempo. Solo i Varchi di Sfida, inseriti con la Patch 2.60 hanno cercato di proporre qualcosa di diverso, ma purtroppo sempre in una formula troppo vicina a quella dei Varchi Maggiori e poco coinvolgente sul lungo periodo.

Voto Recensione di L'ascesa del Negromante, Diablo III - Recensione


7