Recensione

Kung Fu Rabbit

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a cura di AR

Meglio un gioco gratis, ma che presenta l’odiato sistema di microtransazioni in valuta reale, oppure un titolo che una volta acquistato non necessità di ulteriori esborsi per essere fruito nella sua interezza? A tale domanda filosofica, degna del dubbio amletico “essere o non essere?”, potranno rispondere tutti i giocatori che decideranno di avere a che fare con Kung Fu Rabbit. Il titolo, sviluppato da Bulkypix, è infatti disponibile su iOS e Android in forma ingannevolmente gratuita dal 2012, ma come accade nella maggior parte delle App per smartphone soltanto mettendo mano al portafoglio è possibile godere appieno dell’esperienza. Nel caso schifiate tale dottrina, mamma Nintendo è però giunta in vostro soccorso: il titolo è infatti uscito anche sull’eShop di Wii U e 3DS, pronto a conquistare una schiera di fan su più larga scala.
Super Meat Rabbit
Se pensavate che soltanto i panda potessero diventare maestri di arti marziali vi sbagliavate di grosso. Il simpatico coniglietto protagonista di Kung Fu Rabbit è infatti uno stimato Sensei a cui sono stati rapiti i giovani allievi da una misteriosa creatura di Ombra. Lo scopo della missione, raccontata attraverso gradevoli ma anche sterili strisce di fumetti, è quindi quello di liberare i propri discepoli, e di sventare una volta e per tutte la cattiveria intrinseca di quello che, a tutti gli effetti, è una copia sputata di Macchia Nera.
I personaggi Disney non sono però l’unico spunto raccolto dagli sviluppatori: il titolo si rifà infatti in modo più o meno dichiarato a quel capolavoro assoluto di Super Meat Boy. Pur non raggiungendone la precisione estrema dei controlli, e nemmeno la difficoltà a tratti insormontabile, i punti di contatto sono davvero molti. Innanzitutto nel gameplay nudo e crudo: l’avventura è suddivisa in 160 micro-livelli (80 Mondo buono, 80 Mondo cattivo: una riproposizione degli stessi schemi con un livello di difficoltà più alto) in cui l’obiettivo è raggiungere il traguardo, possibilmente raccogliendo le carote sparse per lo stage. Gli stessi movimenti del coniglio non sono fluidi come Professor Mario imporrebbe, ma ricordano l’inerzia di Super Meat Boy sia per quanto concerne il salto, che la scalata dei muri, su cui è possibile anche scivolare dolcemente (ricorda qualcosa?). “Copiare” da un capolavoro è necessariamente un male? Sicuramente no, soprattutto se si fa in modo encomiabile, e se si aggiungono caratteristiche in grado di renderlo unico. Kung Fu Rabbit riesce in pieno nel suo intento: la sua peculiarità è infatti la presenza di una lunga serie di Power-Up, sia temporanei che permanenti, in grado non solo di facilitare il compito del giocatore, ma anche di obbligarlo ad un inaspettato approccio strategico. Ecco così che, negli oggetti a Utilizzo Unico, troviamo benefit quali l’Anima del Coniglio (un checkpoint dislocabile a piacimento), l’Aura di Forza (che riduce il numero di nemici in un livello), o la Museruola (che imbavaglia i temibilissimi cattivi sputacchianti), mentre negli Artefatti i più utili sono il Maestro d’Armi (qualsiasi nemico viene affettato all’istante) e il Succo (grazie al quale il nostro alter-ego guadagna velocità e altezza dei salti). La moneta del gioco, a differenza della versione Mobile, è rappresentata dalle carote. Ogni stage ne propone 3 standard, dal valore di 1 unità, più una d’oro, la cui preziosità dipende dal Mondo che si sta affrontando: tanto per capirci, nel primo vale 2, mentre nell’ultimo 7. Si tratta della carota più importante perché, a differenza di quelle normali, “ricresce” ogni volta che affronterete uno stage (anche quelli già superati), in modo da permettervi di acquistare senza particolari patemi tutti gli utilissimi Power-Up. Utilissimi perché Kung Fu Rabbit gode di un grado di sfida crescente, capace di mettervi duramente alla prova soprattutto negli ultimi livelli. Pur lontano dall’essenza sadicamente punitiva di Super Meat Boy, il titolo di Bulkypix risulta più fattibile esclusivamente in virtù dei checkpoint manuali e di alcune abilità “schifosamente” OP, come la sopraccitata Maestro di Armi che uccide ogni mostro all’istante. In caso contrario avere la meglio dei machiavellici trabocchetti, oppure dei numerosi nemici (ognuno dotato di un proprio tallone di Achille evidenziato da una macchia blu) sarebbe davvero una missione probante. Allo Status Quo, fortunatamente, il livello di frustrazione è sonoramente mitigato, e mette in evidenza l’eccezionale Level Design degli stage più avanzati. Se proprio vogliamo trovare un limite, l’azione di gioco risulta in certi casi (e comunque sempre per scelta del giocatore) eccessivamente spezzettata: oggetti e abilità possono infatti essere acquistate ed equipaggiate in qualsiasi momento, ma tale scelta indebolisce necessariamente il ritmo frenetico tipico del genere trial and error. Un altro problema, seppur marginale, riguarda il fatto che gli ostacoli non sono sempre presenti su schermo, e obbligano il giocatore ad agire alla cieca: questo succede perché, a differenza di altri titoli analoghi, la telecamera è molto zoomata sul protagonista, e offre un campo visivo talvolta parziale. 
A giovarne è però l’impatto grafico generale: per essere un titolo sviluppato da un piccolo team indipendente, l’aspetto artistico è assolutamente molto curato e gradevole, anche se parecchio ripetitivo, visto che sono presenti soltanto un paio di sfondi. Lo stesso discorso vale anche per la musica: i motivetti sono orecchiabili, ma anche eccessivamente brevi per rappresentare una vera e propria colonna sonora. Sembra più di trovarsi di fronte alle suonerie per cellulari, per quanto alcune siano davvero ispirate. 

– Divertente ed immediato

– Eccellente level design

– Arricchisce la formula vincente di Super Meat Boy…

– …anche se non riesce a raggiungerne l’eccellenza

– Musiche ripetitive

8.0

Kung Fu Rabbit è una piacevolissima sorpresa. Riprende il concept di uno dei titoli più belli degli ultimi anni, vale a dire Super Meat Boy, ma riesce ad arricchirne la formula con una serie di Power-Up davvero ricca e variegata. Non si tratta di una pietra miliare del genere, ma il suo acquisto è caldamente consigliato a chiunque sia alla ricerca di un platform fresco e immediato, e in generale a chi cerca un passatempo fruibile anche per le sessioni di gioco meno prolungate.

Voto Recensione di Kung Fu Rabbit - Recensione


8