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Recensione

Inazuma Eleven Go: Luce

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Pubblicato il 21/06/2014 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8

Dalla siccità durata anni ad un acquazzone torrenziale che va avanti da qualche mese: la saga di Inazuma Eleven è passata da fenomeno di culto per gli importatori e gli amanti degli anime giapponesi ad una serie “di massa”, sdoganata anche nel Belpaese grazie allo zelo di Nintendo e Level 5, che, limitandoci al solo 2014, hanno portato ben tre episodi della saga in Europa.Inazuma Eleven Go Luce è, insieme al quasi identico Ombra, l’ultimo dei pargoli della casa di Prof. Layton a giungere qui da noi, con il pesante fardello di essere il primo titolo della serie appositamente sviluppato per 3DS. Come sarà andata?

Calcio marcioChiusa la trilogia originale, che ha fatto vivere a tutti gli appassionati possessori di Nintendo DS l’epopea di Mark Evans, Level 5 annunciò un taglio netto con il passato, promettendo nuovi personaggi, nuove ambientazioni e, soprattutto, uno sviluppo dedicato che non fosse annacquato dalla necessità di far girare il gioco anche sul poco performante hardware della vecchia console portatile della grande N.Le promesse sono state tutte mantenute, eppure Inazuma Eleven Go Luce e Ombra rimangono nel solco delle produzioni precedenti, attenendosi alla lettera al motto calcistico “squadra che vince non si cambia”: nonostante la nuova, gradevolissima veste grafica e un plot nuovo di zecca, gli stilemi tipici della saga sono immediatamente riconoscibili, e non mancheranno di far sentire a casa quanti si siano già cimentati con i primi tre giochi.La storia ruota attorno a Arion Sherwind, timida ma determinata nuova recluta della Raimon High School, che si affaccia ad un mondo del calcio profondamente cambiato da quando, dieci anni prima, la cricca di Mark Evans aveva trionfato: la massificazione del fenomeno calcistico ha aumentato l’interesse verso lo sport più amato dagli italiani, portando, inevitabilmente, corruzione e giochi di potere che poco hanno a che vedere con la purezza dello sport.Un’associazione chiamata Quinto Settore, capitanata dal tenebroso villain che si fa chiamare Imperatore, si arroga il diritto di decidere i risultati delle partire, decretando con largo anticipo chi vincerà e chi retrocederà: inizialmente ignaro dei sotterfugi in atto, il nostro eroe, con l’aiuto dei compagni di squadra, si imbarcherà in un’avventura per smascherare e smantellare questa malefica organizzazione, per ridare al calcio la dignità e lo spirito perduti.Nonostante la sigla iniziale, cantata in italiano, faccia accapponare la pelle (credo anche ai più giovani…), il lavoro di adattamento e caratterizzazione dei personaggi è encomiabile, e, sebbene i nuovi protagonisti manchino del carisma del vecchio gruppo (tanto che, Level 5, conscia del problema, non lesina comparsate e cammeo degli eroi della trilogia originale), la trama si lascia seguire e riesce nel compito di fare da solido background per tutta la durata dell’avventura.

Due innesti e siamo da ChampionsCon una sola, consistente novità, di cui parleremo a breve, il gameplay di Inazuma Eleven Go è grossomodo lo stesso del passato, con gli incontri (5 vs 5 o 11 vs 11) da giocare a colpi di pennino, una buona quantità di missioni secondarie sparse per la mappa, che premieranno quanti vorranno dedicarsi all’esplorazione della città di gioco, più ampia che in passato, e, purtroppo, l’eccessiva verbosità di alcuni passaggi, in cui le spiegazioni abbondano tanto da incitare a saltare a piè pari dialoghi comunque ben doppiati.La novità di cui sopra sarà sicuramente molto gradita ai fan, e, nelle numerose ore di test, ho potuto verificare quanto giovi al ritmo complessivo: parlo della scomparsa degli incontri casuali.Se, nella trilogia originale, l’esplorazione era funestata da un ritmo a volte eccessivo di questi scontri, cosa che spingeva molti ad attenersi alla sola trama principale (perdendosi così diversi contenuti), adesso esplorare in libertà è un piacere, interrotto solamente dalla logorrea di alcuni NPC: va da sé che per reclutare alcuni tra i giocatori più validi e scoprire ogni risvolto della trama è ancora necessario dedicarsi a fasi di esplorazione libera, ma queste si rivelano assai godibili.Peraltro, la difficoltà generale, ancora tarata verso il basso, non richiede fasi di backtracking o di grinding significative, lasciando quindi l’incombenza di avventurarsi per la città solo ai giocatori più completisti, ansiosi di arricchire la propria rosa con giocatori dalle capacità sempre migliori.Adesso gli scontri sono ben visibili sulla mappa di gioco, e in qualsiasi momento possono essere intrapresi: soddisfacendo determinate condizioni, si riuscirà ad arruolare uno o più giocatori del team avversario, allargando così il proprio ventaglio di scelte.Anche alcuni degli scontri legati alla trama principale richiederanno il raggiungimento di determinati obiettivi piuttosto che la semplice vittoria (dal non subire goals all’affermazione con due o più reti di scarto), in modo da variare le dinamiche di gioco il più possibile.In realtà ci sarebbe anche un’altra novità a livello di gameplay, e cioè l’introduzione degli Spiriti Guerrieri, che alcuni giocatori speciali possono evocare fino ad un massimo di tre volte durante una partita per sfruttarne le abilità speciali, spesso davvero risolutive. Ovviamente i giocatori capaci di evocare questi spiriti sono tra i più ambiti e difficili da arruolare, e anche le squadre che affronteremo potranno servirsene: se sulla carta questa è una buona idea, sul lungo periodo il peso di questi giocatori nella squadra non è così determinante come all’inizio, e di sicuro l’impatto sul gameplay è inferiore rispetto alla scelta di eliminare gli incontri casuali.Chi voleva più Inazuma non potrà che essere molto soddisfatto, come anche coloro che intendono avvicinarsi solo adesso alla serie, senza handicap a livello di intreccio e personaggi, ma quanti si aspettavano consistenti rivoluzioni potrebbero trovare che in Go Luce e Ombra c’è poco di rivoluzionario.

Wow!Questa è la prima parola che sicuramente i fan della serie pronunceranno dopo la prima ora passata con il gioco: Inazuma Eleven Go è splendido da vedere, soprattutto se rapportato ai precedenti capitoli della serie, che tradivano la loro natura di porting da una console assai meno performante come il DS.La tridimensionalità aggiunge spessore all’esperienza di gioco, con modelli dettagliati, animati deliziosamente e che sfoggiano una gamma di colori brillantissima, che risalta sui due schermi di 3DS: certo, la direzione artistica potrebbe anche non piacere ai giocatori più navigati (non a me, comunque), ma la qualità del lavoro svolto in fase di riscrittura del titolo va oltre i gusti personali, come la maestria dei rari filmati di intermezzo in stile anime.Ad un comparto tecnico che rappresenta per la serie quello che X/Y ha rappresentato per i Pokemon, si affianca un versante audio ancora più meritevole di lode, con una grandissima quantità di dialoghi ben doppiati e scelte quasi sempre perfette per quanto concerne l’accoppiata tra il doppiatore e il corrispettivo personaggio; un gradino sotto l’eccellenza, invece, le musiche, che tendono a ripetersi con troppa frequenza e comunque si limitano al compitino, senza mai sfigurare ma senza nemmeno eccellere.Come da abitudine consolidata, entrambe le versioni commercializzate sono identiche, fatta eccezione per una manciata di quest secondarie e relativi calciatori: solamente i maniaci più incurabili della serie anime sentiranno la necessità di acquistarle entrambe.Per godere del buono che c’è in Inazuma Eleven Go, infatti, ne basta una sola copia.

– Completo restyling grafico

– Solido e divertente come sempre…

– Niente più scontri casuali

– Eccellente lavoro di localizzazione

– Ancora troppo facile

– …ma novità con il contagocce

8.0

Chi si aspettava una rivoluzione copernicana da questo primo capitolo della saga dedicato a 3DS rimarrà sicuramente deluso, ma forse tali aspettative erano fuori luogo per una serie che continua a macinare ottime vendite sia in patria sia in occidente: Inazuma Eleven Go è un JRPG di ottima fattura, maggiormente appetibile per un’audience giovane ma perfettamente godibile anche per i più navigati.

Il totale restyling tecnico è più che benvenuto, così come alcuni aggiustamenti al gameplay, su tutti l’eliminazione degli incontri casuali.

La solita, proverbiale cura che Nintendo e Level 5 hanno sempre infuso in questa serie fanno il resto.

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