Recensione

Hardcore 4X4

Avatar

a cura di Spetz

Da tempo si tessono le lodi del Digital Delivering, di quanto possa rappresentare una strada nuova per intendere il mercato dei videogiochi, specialmente da quando anche il mondo delle console è entrato a farne parte integrante. Capita poi di incappare in titoli come Hardcore 4×4 e tutta questa fiducia nel mezzo entra in crisi. Perché riproporre a pagamento un titolo di questo tenore? Ci siamo già posti questo interrogativo in altre occasioni e la naturale conclusione non è che da ascrivere ad una ricerca, da parte delle compagnie che gestiscono le piattaforme (in questo caso Sony), di arrotondare i guadagni facendo leva sui fan (si spera pochi) di certe produzioni e sui più sprovveduti (ugualmente pochi ma comunque più propensi all’acquisto senza troppi studi sulla qualità del prodotto). Questo inevitabilmente non può che snaturare l’intento della distribuzione digitale, che dovrebbe arricchire di contenuti l’utente e invece sembra ridursi a mero strumento economico.

L’Off Road sinonimo di adrenalina? Macchè, il festival della noiaIl titolo in questione, sviluppato da American Softworks e pubblicato nell’ormai lontano 1997 su molteplici piattaforme, inclusa anche la prima Playstation, non è altro che un racing game off-road che consente di pilotare una serie di improbabili veicoli su tracciati alquanto anonimi, in single player oppure in compagnia di un amico per mezzo dello split screen.Le modalità di gioco sono tra le più classiche, si va quindi dalla normale gara singola al torneo passando per la consueta prova a tempo. I livelli di difficoltà sono variabili e si possono selezionare sei differenti categorie di camion, con minime variazioni basate sulla velocità e sulla reattività delle sospensioni. Anche i tracciati sono in totale sei, associabili ad una determinata condizione climatica prima di scendere in pista, tra cui anche la neve e la nebbia.Come avrete intuito dal nostro pungente incipit la giocabilità di questo titolo, già discutibile al momento dell’arrivo del prodotto nei negozi, ormai più di dieci anni addietro, risulta quanto mai traumatica se trasportata all’attualità. La riproposizione del titolo su PSN non ha portato infatti ad ottenere nemmeno il minimo dei miglioramenti e fin dalla prima partita si avverte la presenza di tutta una serie di difetti più o meno marcati. La risposta dei comandi è purtroppo lenta e imprecisa, nonostante le possibilità offerte dal sistema di controllo della PS3 siano decisamente superiori rispetto a quelle della prima PlayStation e ben presto un senso di frustrazione ed impotenza di fronte all’agonizzante incedere di questi mezzi mastodontici si fa strada nella mente del giocatore.

Una tecnica spartanaSe dal punto di vista delle modalità e della struttura non si può certo restare soddisfatti del risultato ottenuto, altrettanto deludente è il comparto tecnico, riproposto tale e quale al passato e penalizzato in modo inesorabile dai tanti anni trascorsi dalla pubblicazione originaria. A livello grafico, parlare di pulizia e dettaglio è decisamente fuori luogo, senza dimenticare un engine poligonale che di fluido a ben poco. Spesso e volentieri si fatica persino a comprendere quale sia la reale direzione da intraprendere poiché i tracciati sembrano per larga parte tutti uguali nelle spoglie parti che li compongono. Per di più l’aggiunta degli agenti atmosferici, specialmente la nebbia e la neve, non fanno che rendere drammatica la situazione facendo letteralmente perdere il senso dell’orientamento al giocatore. Specialmente in un titolo di guida, dove riuscire ad intuire la direzione da seguire una frazione di secondo prima degli avversari dovrebbe essere indispensabile, tale mancanza appare molto grave e penalizzante. Il sonoro, così come il livello di difficoltà in generale, sono inoltre decisamente troppo inconsistenti per meritare un commento più approfondito e il tutto conferma l’assoluta inadeguatezza di questo titolo che rende veramente poca giustizia alla nobile pratica del retrogaming.

– Non sapremmo cosa inventarci al riguardo

– Veicoli lenti

– Scenari ripetitivi e grossolani

– Frustrante e fastidioso

– I cambiamenti del tempo peggiorano ulteriormente l’esperienza

4.0

C’è ben poco da aggiungere se non sconsigliare caldamente l’acquisto a chiunque abbia a cuore il risparmio di cinque euro, sicuramente più adatti da spendere altrove, se non nell’ambito dei titoli scaricabili di nuova generazione, almeno tra le vecchie glorie che hanno caratterizzato la prima PlayStation e che già da qualche tempo sono disponibili per il download sul PlayStation Store. Saremmo felici di vedere in futuro la riproposizione di titoli che hanno veramente contribuito allo sviluppo dell’industria videoludica e sono stati in grado di lasciare una traccia nella storia di questo settore, al contrario non vediamo come le produzioni di basso profilo alla stregua di quella di cui ci stiamo occupando possano rappresentare un’attrattiva valida ed efficace, specie in una realtà come quella attuale, in cui la fetta di persone che si avvicina al medium si è notevolmente allargata, ma sono al contempo cresciute le esigenze e le aspettative dei più appassionati.

Voto Recensione di Hardcore 4X4 - Recensione


4