Recensione

Gunman Clive 2

Avatar

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Checché ne dica Rocco Siffredi, in ambito videoludico spesso piccolo significa bello: l’esplosione del fenomeno indie ci ha regalato giochi dai valori produttivi molto limitati, che nondimeno sono riusciti a divertirci, coinvolgerci e farci tornare indietro di un quarto di secolo, quando un manipolo di programmatori bastava per sviluppare un gioco.Un anno fa circa, Gunman Clive portò all’estremo questo concetto, essendo opera di un singolo programmatore, e adesso, forte delle 400.000 copie vendute da quel folgorante debutto, Bertil Horberg ci riprova: fate largo a Gunman Clive 2.

Talento nordicoNato quasi come un progetto amatoriale, e interamente sviluppato dal succitato Horberg (con la sola, parziale collaborazione di un parente per la colonna sonora), il primo capitolo era un breve e divertente omaggio ai classici giochi d’azione a piattaforme con cui egli era cresciuto, da MegaMan a Ghouls’n’Ghosts, passando per Metroid: la semplicità del gameplay non impediva di divertirsi, grazie ad un level design sopraffino, nemici posti esattamente al punto giusto e soluzioni di game design semplici ma efficaci.Questo secondo capitolo si configura come il più classico dei more of the same, con il chiaro obiettivo di ampliare l’esperienza di gioco e renderla il più varia possibile: l’obiettivo può dirsi raggiunto, anche se alcuni dei livelli inclusi per spezzare il classico ritmo delle sezioni a piattaforme non si sono rivelati azzeccati quanto quelli “classici”.L’ambientazione e l’esilissimo filo narrativo, almeno per i primissimi livelli, si rifanno direttamente a quelli del primo capitolo, ambientato in un west colorato e stilizzato: quasi come se erompessero da manifesti delle taglie (i classici con la scritta “Wanted”), i personaggi di Gunman Clive 2 si muovono con grazia su sfondi perlopiù fissi, tra salti millimetrici, nemici con la tendenza a sparare addosso al protagonista nei momenti meno opportuni e qualche novità inserita in questo sequel.Avrete notato che ho usato il plurale parlando degli eroi impersonabili: all’inizio dell’avventura questi saranno tre, ognuno con le sue caratteristiche: Clive e la signorina Johnson condividono la stessa arma, una pistola potenziabile, ma mentre il primo resiste meglio ai colpi avversari, la seconda può contare sulla possibilità di planare grazie alla propria gonna, in stile Principessa Peach, abilità che facilità certe sezioni platform.Il terzo personaggio è Chieftain Bob, che non dispone di attacchi a distanza ma preferisce stendere i nemici da vicino con la sua lancia: inutile dire che scegliere quest’ultimo cambierà abbastanza radicalmente alcune dinamiche di gioco, soprattutto nel modo di rapportarsi alle varie tipologie di nemici, molte delle quali tornano dal primo episodio, come i pistoleri nemici e le anatre (TANTE anatre).Terminare il gioco sblocca anche un quarto personaggio segreto, ma lascio a voi lettori il piacere di scoprire di chi si tratta.

Voglia di strafareIn termini di varietà dei livelli e nuove idee, Gunman Clive 2 batte il suo predecessore senza troppa fatica: agli stage canonici si affiancheranno sortire a cavallo, con la visuale che si sposta alle spalle del protagonista, sezioni che ricordano le meccaniche di gioco che hanno reso immortale After Burner e un omaggio ai Donkey Kong di Nintendo, con i carrelli da miniera sostituiti da animali, come un simpaticissimo panda.Tutto questo compresso in una durata media che difficilmente supererà le due ore di gioco, a testimonianza di un ritmo elevato e di una maggiore differenziazione rispetto al pur fortunato predecessore.Tanto impegno, però, non ha sempre portato a risultati completamente soddisfacenti: la perfezione con cui erano tarati i livelli del capostipite (che torna in quelli canonici anche in questo secondo episodio) si perde invece in queste nuove sezioni, che finiscono con il divenire divagazioni sì divertenti ma mai veramente convincenti: i livelli ispirati ad After Burner lamentano una certa difficoltà nell’evitare i proiettili nemici, a causa di una certa legnosità nei controlli, e il tempismo richiesto nei livelli sul panda è accettabile solamente giocando al livello di difficoltà standard (dei tre presenti).Non stiamo parlando di imperfezioni che rovinano l’esperienza di gioco, sia chiaro, ma quello che questo secondo capitolo guadagna in diversità dei livelli lo perde nel bilanciamento generale del livello di difficoltà, del posizionamento dei nemici, dei controlli, che invece erano tutti inattaccabili nel primo episodio: se il vostro obiettivo è quello di giocare livelli ispirati ai classici bidimensionali di una ventina d’anni fa, probabilmente la vostra scelta dovrebbe ricadere sul precedente titolo, mentre i più giovani tra i nostri lettori apprezzeranno maggiormente la varietà e la maggiore modernità di Gunman Clive 2, che rimane comunque un signor platform, per di più proposto a soli tre euro.

One man showQuando dietro ad un titolo ci sono solamente un cervello e dieci dita, è difficile pretendere la perfezione dal versante tecnico, eppure Gunman Clive 2sfoggia stile ad ogni schermata: la maggiore differenziazione dei livelli porta anche ad un allargamento della tavolozza di colori vista precedentemente, che gratifica ancora di più l’occhio e premia il design stilizzato ma ricercato della produzione.Certo, i nemici scompaiono in una nuvoletta e gli effetti sonori, a fronte di musiche di accompagnamento estremamente ispirate, si distinguono in negativo, ma, francamente, lamentarsi degli aspetti tecnici o artistici del titolo sarebbe un esercizio ingiusto oltre che inutile.Qualche critica si potrebbe muovere alla longevità, che non migliora quella del brevissimo primo capitolo (anzi, una singola run è durata anche qualche minuto in meno), ma va detto che tre livelli di difficoltà e quattro diversi personaggi selezionabili dovrebbero favorire quantomeno una buona rigiocabilità.

– Divertente

– Più vario del primo capitolo…

– A meno di 3 euro è praticamente regalato

– …ma meno coeso a livello di gameplay

– Dura meno di due ore

7.5

Nel tentativo di offrire ancora di più del già ottimo esordio, Bertil Horberg ha sfornato un platform d’azione che, pur rivelandosi meno coeso e bilanciato di quello che l’ha preceduto, si rivela comunque un eccellente esempio di buon game design, proposto ad una cifra ridicola, che delizierà tutti i giocatori con qualche annetto in più sulle spalle.

Non che ai più giovani sia precluso nulla, beninteso: Gunman Clive 2 è un inno alla semplicità e al divertimento, che allieterà un paio di orette della vostra giornata qualora sceglieste di dargli una possibilità.

Voto Recensione di Gunman Clive 2 - Recensione


7.5