Recensione

Ghost Recon

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a cura di Disco Uno

Ghost Recon è l’ennesimo episodio della discussa serie Tom Clancy. Discussa in quanto ad alcuni piace ad altri no. Alcuni la giudicano un’ottima saga di spionaggio militare, tra l’altro (e purtroppo) in linea coi tempi, altri un’occasione mancata. Quest’ambivalenza di giudizi è perfettamente sintetizzata con Splinter Cell. Lanciato come il miglior Stealth, addirittura superiore a Metal Gear Solid 2, Splinter Cell ha entusiasmato alcuni e mandato in bestia altri. Ma parliamo di Ghost recon, poiché è il titolo sotto recensione oggi.

Trama2008. Il mondo è stato soverchiato da un nucleo di terroristi spietati (gli ultranazionalisti) che hanno preso possesspo di Mosca e attuato un piano di espansionismo post sovietico, riconducendo sotto il potere russo tutti quegli stati che hanno goduto di una breve indipendenza, come l’Ucraina. Siamo, insomma, in quella parte del mondo “cara” a Tom Clancy che ha ispirato anche parte di Splinter Cell. Castro è morto e la situazione mondiale si va facendo precaria, dato che i carro armati russi si spingono attraverso il caucaso verso sud-est. Grazie a Dio ci sono gli americani, grazie a Dio esistono ancora i tipi alla Rambo, in questo caso berretti verdi che tra Cuba e l’est del mondo, agiscono per debellare i piani degli ultranazionalisti. Il gioco si svolge attraverso 15 pericolosissime missioni. Inutile dire che in ballo c’è la sopravvivenza del genere umano, della libertà e di tutto ciò che fa bene al cuore.

GraficaDigerito dalla Xbox questo gioco si proietta sullo schermo con scenari ben delineati. Forse un po’ troppo netti nella contrapposizione dei vari elementi del paesaggio; all’inizio, ad esempio, quando la squadra intraprende la prima missione tra prati e alberi di un territorio in pendenza, non ci sono sfumature. Tutto è un po’ troppo sovrapposto, ma nel complesso lo sfondo è più che accettabile. In termini grafici, questo gioco il meglio lo fornisce nella definizione del nemico, delle varie presenze umane che ci circondano, ben disegnate, solide e minacciose vicine o lontane dal nostro mirino. Comunque l’eccessiva geometria del paesaggio viene diluita da una carrellata di ambientazioni davvero varie che comprendono tutte le location di tipo militare, dalla trincea alla perlustrazione di territori aspri e montuosi. Insomma, il risultato finale è un’esperienza visiva convincente, che ci immerge in 15 missioni ben descritte e diversificate, ciascuna da affrontare con una particolare strategia.

GameplayLa saga di Tom Clancy un merito lo ha comunque avuto: quello di aver riscattato gli sparatutto dal pregiudizio di essere giochi arcade, tutto riflessi e tasti pigiati e niente cervello. Qualcuno dirà che questo pregiudizio era già stato debellato con Halo, grandioso sparatutto avveniristico che ci ha ammaliato per il suo sfarzo grafico. Errore: Halo ha, caso mai, compiuto l’impresa opposta, ha resuscitato gli sparatutto avvalorando proprio quelle caratteristiche che hanno fatto la loro fortuna nelle sale giochi dotando il giocatore di armi capaci di vomitare un numero infinito di proiettili e di sfogare gli istinti più guerrafondai insiti in noi. In Ghost Recon, prima di premere il grilletto bisogna riflettere; dato che si gestisce una squadra, all’alba di ogni missione bisogna studiare bene la mappa, scegliere gli uomini giusti, impartire gli ordini più adatti alle circostanze. Insomma, dietro l’atto di mirare e sparare c’è un procedimento strategico intellettuale non indifferente. Anche l’uso delle armi nasconde una certa astuzia e difatti, prima di iniziare la campagna, è d’obbligo seguire un corso di preparazione. Corso che si svolge nello stesso campo di allenamento di Al Vertice della Tensione, solo che allora ci si allenava di notte, qui di giorno. Tornando alla gestione della squadra (forse la caratteristica di base di questo gioco), avremo a disposizione quattro elementi, ognuno dei quali specialista in un settore militare preciso (tiratore, cecchino, demolitore). La gestione dei soldati può essere diretta o indiretta, cioè tramite ordini.

AudioCon la scusa del realismo estremo, questo gioco riduce la musica al minimo. Gli unici suoni che sentiamo sono quelli dei nostri passi, le detonazioni secche che infrangono i silenzi carichi di tensione e i richiami dei nostri soldati (“uomo abbattuto!”). Manca la musica, però il gioco si avvale di un buon doppiaggio in italiano che ci cala maggiormente nell’atmosfera delle missioni.

LongevitàQuindici missioni pensate per sforzare la mente, non solo i riflessi del giocatore. Questo gioco promette una longevità buona, soprattutto grazie alla gestione della squadra e all’aspetto strategico che ne dilatano la durata, anticipando ogni azione con un prologo di studio.

-Buono l’aspetto strategico.

-Emozionante la trama.

-Salvare il mondo è sempre un piacere.

-Tratto troppo geometrico.

-Mancanza di musica.

8

Nel complesso Ghost recon è un bel gioco. Forse dopo questo, avremo un po’ noia di sparatutto e stealth ambientati in missioni militari altamente pericolose e magari Tom Clancy tornerà alla sua macchina da scrivere oppure varierà soggetto. Ma in definitiva questo sparatutto tiene alto il livello della saga e quello della tensione di chi lo inserisce nella propria Xbox e si accinge a salvare il mondo, controller in mano.

Voto Recensione di Ghost Recon - Recensione


8