Recensione

Fire Emblem Warriors Recensione

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Dopo il più che riuscito esperimento tentato con Hyrule Warriors, che seppe coniugare personaggi e dinamiche provenienti dalla saga di The Legend of Zelda con il gameplay strutturato dei musou, Nintendo, Omega Force e Team Ninja ci riprovano, tirando in ballo uno dei franchise che maggiormente ha goduto della luce dei riflettori negli ultimi anni, ovvero quello di Fire Emblem.
Fire Emblem Warriors giunge quindi su Switch (versione testata) e New Nintendo 3DS con il suo carico di eroi amatissimi, battaglie campali e azione mista a strategia: avrà fatto centro?

Trama da crossover

Come già accennato in sede di anteprima, i team di sviluppo hanno avuto pochissimo margine di manovra a livello narrativo, perché la natura stessa del prodotto, pensato per unire un gran numero di guerrieri provenienti dall’universo narrativo messo in piedi da Intelligent Systems, non consente chissà quali voli pindarici.
L’unica carta da giocare poteva essere quella della discontinuità spazio/temporale, con portali che uniscono mondi differenti, annullando secoli come fossero una manciata di secondi e, difatti, queste sono le premesse da cui le vicende di Fire Emblem Warriors partono.
Il regno di Aytolis, che fa capo alla regina Yelena, pone tutte le sue speranze nella coppia di  principi gemelli, Rowan e Lianna, così simili per alcuni versi e così diversi per altri: un giorno come un altro, mentre i due si allenano nel cortile del palazzo in compagnia del principe Darius, amico d’infanzia proveniente da uno dei reami limitrofi, il cielo si oscura, iniziando a vomitare bestie assetate di sangue.
In pochi istanti i mostri che fuoriescono dai portali riescono a sopraffare la blanda resistenza delle guardie, conquistando il castello e costringendo i regnanti ad una fuga precipitosa per vie sotterranee, che sarà purtroppo fatale alla regina, bloccata dal collasso di una delle pareti del passaggio segreto: Rowan e Lianna si salvano, ma il prezzo pagato è dei più alti.
Prima di separarsi, la regnante consegna ai figli uno scudo magico e si raccomanda che ne facciano un uso assennato, pochi istanti prima che i due, tra le lacrime, la vedano scomparire tra le rocce e i mostri.
Una volta fuori dal castello, i due ed il principe Darius si imbattono in un misterioso spadaccino mascherato, che si presenta come Marth e salva Rowan da morte sicura, per poi sparire nel nulla: di lì in poi, la trama accumulerà una serie di eventi senza molto senso, utili a giustificare, per quanto possibile, il continuo apparire di eroi della serie Fire Emblem, portatori di gemme preziose per salvare il reame di Aytolis.
Più che soffermarci sull’inconsistente intreccio, lo facciamo piuttosto sul roster, che, da vecchi fan del franchise, ci ha lasciato con un po’ di amaro in bocca: la scelta di includere personaggi provenienti perlopiù dagli ultimi episodi (Awakening e soprattutto Fates) da un lato, ha senso nell’ottica di ampliare il pubblico del franchise, dall’altro priva i fan della prima ora di indimenticabili eroi del passato.
La quantità, tra personaggi segreti e sbloccabili a determinate condizioni (che ovviamente ci guardiamo bene dallo spoilerare), è più che soddisfacente, insomma, ma avremmo operato altre scelte in più di una circostanza.

Botte, ma con giudizio

Se la narrativa che soggiace al prodotto si rivela debole, è dal punto di vista del gameplay puro che Fire Emblem Warriors stupisce, approfondendo quanto basta la rodata formula dei musou, che altrimenti, avrebbe saputo troppo di già visto.
Stante una struttura di base che presenta tutte le caratteristiche classiche dei musou, come centinaia di nemici che fungono da carne da macello, boss da battere e mosse speciali degne del miglior episodio di Ken Shiro, il team di sviluppo ha innestato nella formula numerosi elementi presi di peso dalla serie madre, equiparando la preparazione della battaglie e la capacità di gestire numerose scelte in tempo reale a quella di menare le mani picchiando forsennatamente sul pad.
L’elemento centrale è rappresentato dalla possibilità di impartire ordini ai membri del proprio party, il cui numero varia a seconda delle missioni (generalmente siamo tra le tre e le quattro unità): i compagni di battaglia possono essere direzionati ad attaccare uno specifico bersaglio, a prendere una roccaforte o a difendere un presidio, rendendo fondamentale il gioco di squadra.
L’intelligenza artificiale che regola i membri non attivi del party si è dimostrata puntuale ed efficiente, e il fatto che i membri della squadra avvisino il giocatore quando hanno portato a termine uno dei compiti assegnati consente di reindirizzarli immediatamente verso un altro obiettivo, così da non lasciarli mai inattivi.
Se questo continuo ricorrere al menu di pausa può spezzare il ritmo dell’azione pura, cosa che probabilmente non sarà vista di buon occhio dai puristi dei musou, dall’altro restituisce ai fan di Fire Emblem l’amata sensazione di avere sotto controllo il campo di battaglia e di stare giocando a scacchi contro la CPU, peraltro in soverchiante inferiorità numerica.
Altro elemento che torna dalla serie di Intelligent Systems è il fatidico triangolo delle armi, il cui peso è bene non sottovalutare: esporre una delle unità volanti al fuoco degli arcieri significa perderla (in modalità Classica per sempre, per altro), così come affrontare uno scontro con uno dei boss brandendo l’arma debole significa portare a casa una sonora sconfitta.
Le scelte strategiche non finiscono qua: è possibile accoppiare le unità godendo di notevoli bonus alle statistiche e di attacchi combinati, ma al prezzo di avere una pedina in meno su campi di battaglia in cui il rapporto di forza con le unità nemiche è perennemente sfavorevole, rischiando, peraltro, di non portare a termine alcune delle missioni secondarie disponibili di volta in volta, le quali spesso necessitano di distribuire le proprie forze su tutta la mappa, come troppo poco burro su una fetta biscottata.
Aiutandosi sul campo di battaglia o combattendo in coppia le unità sviluppano i loro legami,  garantendo accesso a dialoghi opzionali altrimenti non ottenibili, ma durante le ore di test abbiamo preferito sfruttare al massimo le forze a nostra disposizione: portare a termine le missioni secondarie garantisce oro e materiali supplementari, utilissimi per acquistare gli Stemmi, che altro non sono che il sistema di crescita dei personaggi di Fire Emblem Warriors.
Tra una battaglia e l’altra il titolo è virtualmente indistinguibile da un Fire Emblem qualunque: è possibile investire i soldi guadagnati durante le battaglie per far crescere di livello le unità meno utilizzate, forgiare nuove armi o fonderne due per ottenerne di migliori, chiedere benedizioni al tempio per ottenere bonus di vario tipo e modificare l’equipaggiamento di tutte le unità a disposizione.
Ciliegina sulla torta sono gli scenari della modalità Epica, che si sblocca dopo poche ore di gioco e consente di rivivere in chiave musou alcune delle battaglie più memorabili della serie Nintendo, tra condizioni di vittoria peculiari e nemici storici rivisitati per l’occasione.
Crediamo che il più grande complimento che si possa fare al lavoro di Omega Force e del Team Ninja sia rappresentato dal fatto che, esattamente come i migliori episodi della serie madre, riesce a trasmettere al giocatore l’impressione di essere al comando di un vero e proprio esercito, composto di pedine assai differenti tra loro, le cui abilità uniche, se sapientemente utilizzate, possono portare alla vittoria anche in condizioni di grande difficoltà.
Solo, fatevi un favore, giocatelo a livello Difficile sin dall’inizio: solo innalzando la difficoltà, altrimenti troppo morbida, è possibile apprezzare la profondità tattica del prodotto e l’ampio ventaglio di scelte a disposizione del giocatore.

Applausi a scena aperta

Il comparto tecnico della versione Nintendo Switch oggetto di questa recensione ci ha pienamente soddisfatto per una serie di motivi, primo dei quali quello di aver incluso un selettore che consente di privilegiare la qualità o le performance del prodotto.
In qualsiasi momento, anche durante una missione, accedendo alle opzioni è possibile scegliere tra due opzioni diverse ma altrettanto godibili: optando per la qualità, il gioco gira a trenta frame per secondo, con risoluzione Full HD, restituendo una qualità dell’immagine notevole senza sacrificare poi troppo in termini di fluidità, se è vero che il framerate si è dimostrato tremendamente stabile in tutti i frangenti, anche con centinaia di nemici contemporaneamente a schermo.
A testimonianza della bontà delle performance, gran parte delle ore passate in compagnia di Fire Emblem Warriors sono trascorse con questa opzione attivata, che rende le cinematiche e le mosse speciali molto più spettacolari e coinvolgenti.
D’altronde, e siamo sicuri che questa sia la strada che percorreranno i fan più oltranzisti dei musou, è possibile privilegiare le performance, abbassando la risoluzione a 720p ma consentendo al gioco di girare sempre a sessanta fps, con benefici evidenti in termini di rapidità e frenesia dell’azione di gioco.
Qualsiasi sia la strada scelta, il motore non fatica mai, riuscendo a proporre sempre un’azione dinamica e senza troppi compromessi: speriamo che in futuro sempre più prodotti per Switch consentano all’utenza di scegliere come in questo caso.
I modelli dei personaggi e la cura riposta nelle cutscene tradiscono valori produttivi sopra la media per il genere di riferimento, e rendono giustizia alle potenzialità hardware di Switch, troppo spesso sottovalutate.
La colonna sonora, dal canto suo, è ricca di arrangiamenti rock di motivi tipici della serie, che, alternati alle loro versioni base e agli effetti sonori storici (da quello del passaggio di livello a quello per il rinvenimento di oggetti e materiali), trasmettono un piacevole mix di sensazioni familiari e nuovi ritmi; il numero complessivo di tracce, poi, è notevole, tanto che per contenere l’intera O.S.T. sono stati necessari ben tre dischi.
Molto bene, infine, i valori complessivi di longevità e rigiocabilità: per sbloccare tutti gli eroi disponibili e completare ognuno degli scenari classici proposti saranno necessarie diverse decine di ore, senza contare la possibilità di rigiocare mappe già completate ad un livello di difficoltà maggiore.

Azione e strategia si sposano benissimo

Selettore 30/60 fps sempre gradito

Imponente quantità di contenuti

Ottimo comparto tecnico

Una certa ripetitività congenita

Roster rivedibile

8.0

Per quanto ci riguarda, Fire Emblem Warriors è uno dei migliori musou mai pubblicati, se non il migliore in assoluto: la profondità tattica garantita dagli elementi presi di peso dalla serie madre ne arricchisce notevolmente il gameplay, il comparto tecnico si dimostra inattaccabile tanto in modalità Qualità quanto in modalità Performance e l’ottima quantità di contenuti assicura la presenza della cartuccia per parecchio tempo nella vostra console.

Omega Force e il Team Ninja hanno confezionato un ibrido ben riuscito, che farà la gioia soprattutto dei fan di Fire Emblem, che pure potrebbero avere da ridire sul roster, ma non dispiacerà nemmeno a tutti coloro che amano i musou e gli strategici in tempo reale: se appartenete anche ad una sola di queste categorie, l’acquisto è caldamente consigliato.

Voto Recensione di Fire Emblem Warriors Recensione - Recensione


8