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Recensione

Fire Emblem: Shadow Dragon

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Avatar di Benenath

a cura di Benenath

Pubblicato il 16/01/2009 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8

Quella di Fire Emblem è una serie di giochi di ruolo tattici orientali ormai famosa in tutto il mondo sviluppata da Intelligent System e prodotta da Nintendo. La saga ha visto la sua nascita nel lontano 1989 su Famicom con un primo episodio che fin da subito si è dimostrato innovativo rispetto ai canoni del genere. Il suo arrivo in Occidente risale al settimo capitolo della saga, il primo ad arrivare sui continenti nostrani. Fire Emblem: Shadow Dragon non è altro che il remake del primo episodio, nonché il primo ad arrivare su Nintendo DS ed il primo episodio ad avere delle funzionalità di gioco online. L’obiettivo è piuttosto chiaro: far conoscere ad un pubblico più ampio come i possessori del portatile Nintendo una delle saghe di strategici orientali più apprezzati dagli intenditori. Magari con un approccio più “easy” rispetto a quanto la serie è stata solita abituarci.

Fuga per la vittoriaLe vicende di Fire Emblem: Shadow Dragon narrano del principe Marth, fin troppo giovane ed inesperto per la carica che è costretto a ricoprire. Incapacità che sopravviene quando il suo regno, Altea, viene invaso dalla vicine forze di Doluna. Costretto a fuggire lasciandosi indietro la sorella, fatta prigioniera, Marth viene accolto nel regno di Tallis. Dovete sapere, inoltre, che è il discendente diretto di Anri, l’eroe che molto tempo prima aveva sconfitto Medeus, il malvagio Drago Ombra. Spinto da questa forte eredità e dalla voglia di salvare il suo regno e sua sorella, Marth decide di organizzare un esercito cosi grande in modo di poter riprendersi tutto ciò che ha perso e portare finalmente la pace nel suo continente.

Piccoli generali cresconoLa struttura ludica di Fire Emblem appare inizialmente molto semplice. Il campo di gioco viene suddiviso in una griglia, con figure di forma geometrica simile ad un quadrato, nelle quali i personaggi possono compiere diverse mosse tra movimento, attacco, difesa e cosi via. Le azioni vengono suddivise in turni, proprio come avviene in un classico gioco strategico, e dovrete essere bravi, quindi, a sfruttare sempre le chance che vi vengono concesse in modo da non dare al nemico la possibilità di sopraffarvi. La genialità tattica non risiede solamente nell’attaccare le unità nemiche con quelle adatte, ma anche nel saper sfruttare in modo intelligente i terreni di gioco. Fuggire per i boschi, ad esempio, vi darà un vantaggio considerevole, poiché vi permetterà di evitare gli attacchi nemici. Rifugiarsi in una torre, invece, vi consentirà molto spesso di fare rifornimento e/o recuperare punti ferita persi. Dunque, nel complesso Fire Emblem appare come un normale strategico, nel quale vi è un’unità più forte dell’altra, tanto tatticismo e cosi via. Ma è giusto soffermarsi anche su cosa rende e ha reso questa serie diversa dalle altre e perché è stata capace di riscuotere, dopo vent’anni, ancora grande successo. In primis l’impossibilità di resuscitare le proprie unità cadute in battaglia. Si tratta di un espediente molto particolare, studiato sin dai primi episodi della saga: qualora perdeste un personaggio in battaglia, perché sconfitto dal nemico, una piccola cut-scene (formata in questo caso da testo e immagine animata del protagonista in questione) introdurrà la sua morte definitiva e la storia continuerà senza di esso. Ciò crea una sorta di infatuazione da parte del giocatore nei confronti dei personaggi virtuali del titolo. Molte volte vi dispiacerà vedere morire dei combattenti a cui magari vi eravate affezionati in modo particolare. Il bello (se cosi si può dire) è che tutto dipende da voi. Nessuna morte è, infatti decisa, di “default”, ma dipende da come gestirete le vostre unità in campo.

Questione di classe e difficoltàAltro punto di forza di Fire Emblem è rappresentato dalle caratteristiche principali di ogni classe. Detto chiaramente, ogni tipologia di personaggio avrà un punto di forza ben specifico che sarà chiaramente marcato una volta che vi troverete in battaglia. Ad esempio, i maghi sono potentissimi sulla lunga-media distanza grazie alle loro magie, ma perderebbero nettamente il confronto se si trovassero in uno scontro ravvicinato. Lo stesso dicasi degli arcieri e dei mirmidoni. Di tutt’altra pasta sono i generali: forniti di una grandiosa armatura si rivelano al contempo fortissimi e abbastanza robusti. Certo, anche per loro c’è l’arma adatta per sconfiggerli, cosi per ogni classe presente nel gioco. Un’altra cosa che ha reso questa serie famosa è senz’altro la sua elevata difficoltà e Shadow Dragon ovviamente non fa eccezione. Sebbene, comunque, la curva di apprendimento sia ben calibrata e permetta l’utilizzo del titolo anche dai neofiti della saga o del genere, con il passare dei capitoli gli scontri si faranno sempre più ardui e duri. Specialmente i boss di fine capitolo sono veramente tosti, e capita spesso di dover rifare più volte la stessa battaglia solo per capire quali siano le unità giuste per affrontarlo. Il tutto è dovuto ad una gestione non proprio felice della preparazione degli scontri presente sempre in modo antecedente all’inizio di un capitolo. Sebbene sia possibile utilizzare armi più potenti, cambiare le classi ai personaggi, scegliere chi lasciare a casa per inutilità durante quello specifico capitolo e cosi via, manca la possibilità di assegnare dei punti extra per l’esperienza, una novità che venne introdotta nei giochi prodotti per console casalinghe. L’unico modo per potenziare le vostre unità è quello di farle combattere. O nelle specifiche arene disseminate su alcuni dei campi da battaglia, o durante la stessa vera e propria rischiando tuttavia di perdere l’unità specifica in modo definitivo in caso di sconfitta. Altra mancanza che non si può ritenere fondamentale ma che, senz’altro, per i fautori della serie è significativa, è quella di attuare delle strategie alternative introdotte in Path of Radiance. La maggior parte delle persone che giocheranno a questo titolo non faranno caso, ovviamente, al fatto che manca la possibilità di spingere un alleato per fargli guadagnare una casella, utilizzare i personaggi a cavallo per trasportare quelli più lenti e cosi via. Tuttavia, si tratta di piccoli tocchi che avrebbero fatto sicuramente comodo nello svolgersi degli scontri. In ogni caso, il comparto ludico di Fire Emblem: Shadow Dragon è promosso a ottimi voti. La componente strategica è come sempre molto alta ed i 25 capitoli di cui è composta la trama sono ben studiati sia in termine di calibrazione della difficoltà, sia iper quanto riguarda la varietà di situazioni proposte.

Come luccica la mia armaturaIl comparto tecnico di Fire Emblem: Shadow Dragon si fregia di uno splendido 2D con una visuale dall’alto sulla mappa che dà il meglio durante gli scontri animati nei quali gli sprite (i modelli dei personaggi) sono animati in maniera discreta ed abbastanza fluida. La pulizia grafica è eccezionale e rende, nonostante l’effettiva semplicità, il tutto una vera gioia per gli occhi. Ottime anche le cut-scene che alla stessa semplice maniera riescono ad essere gradevoli e ben fatte. Di buona fattura pure l’aspetto sonoro del titolo. Le musiche sono riprese per la maggior parte dal primo capitolo originale, ma ne sono state introdotte di inedite che si adattano perfettamente ai contesti presentati. A ciò si aggiunge una buona serie di effetti sonori atti a rendere il giusto feeling sul campo di battaglia. Chiudiamo con il supporto alla Nintendo Wi-Fi Connection: tramite l’utilizzo dei soliti codici amico è infatti possibile sfidare persone in tutto il mondo con cinque unità a testa. Inoltre, è possibile comprare oggetti inediti dai vari negozi e addirittura scambiare personaggi con qualche amico.

– Grandiosa componente strategica

– E’ Fire Emblem

– Per la prima volta, modalità online!

– Curva d’apprendimento della difficoltà eccezionale

– Mancano alcune novità introdotte da Path of Radiance

– Alcuni boss ostici

8.0

Fire Emblem: Shadow Dragon conferma come la serie non abbia mai fallito un colpo. Nonostante delle piccole mancanze viste nei capitoli casalinghi, si tratta di uno strategico di ottimo livello che consigliamo ad occhi chiusi a tutti gli amanti del genere e a chi volesse avvicinarsi per la prima volta a questa splendida saga. L’eccezionale equilibrio della curva di apprendimento dà, infatti, la possibilità ai neofiti di godere di questo titolo, mentre anche i più “navigati” troveranno pane per i loro denti, grazie anche alle differenti impostazioni del livello di sfida selezionabile ad inizio campagna. Un comparto tecnico semplice ma comunque buono e una componente online ben realizzata completano il quadro dell’ennesimo capolavoro di Intelligent System.

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