Recensione

Final Fight 2

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a cura di Melkor

Esistono giochi che appartengono ormai alla storia videoludica e che non passeranno mai di moda nonostante il tempo trascorso. A distanza di oltre quindici anni dall’originaria pubblicazione su Super Nintendo, avvenuta in esclusiva per home console senza alcun passaggio da coin-op, Final Fight 2 si ripresenta al grande pubblico in edizione Virtual Console, forte d’una giocabilità d’altri tempi e desideroso di farsi conoscere mostrando alcune di quelle caratteristiche negli anni a venire sarebbero diventate sinonimo della maggior parte dei picchiaduro a scorrimento realizzati. Il gioco è venduto al prezzo di 800 Wii Points.

Mike Haggar è tornatoCome da tradizione dei picchiaduro a scorrimento, questo secondo capitolo della saga riprende da dove il primo era terminato. Ritroviamo infatti ancora una volta il massiccio sindaco di Metro City, Mike Haggar, questa volta però accompagnato da due new entry che non tarderanno a lasciarsi apprezzare nel corso dell’avventura. Il ruolo di personaggio veloce e non particolarmente resistente è affidato infatti alla bella Maki mentre la scelta più equilibrata corrisponde a Carlos, che può contare però su una letale katana per gli attacchi speciali. Una volta conosciuto il gruppo di eroi, ancora una volta bisognerà dare la caccia a quel che resta della banda Mad Gear, spostandosi attraverso diverse locazioni in cerca di ostaggi eccellenti da liberare. In questo seguito è possibile ritrovare buona parte di quegli elementi che avevano caratterizzato gli esordi della serie, ma inizialmente il team non sembra così carismatico come in passato e solo proseguendo nel gioco sarà possibile apprezzare, grazie anche alla ben riuscita modalità multiplayer, tutta la qualità di questo storico titolo Capcom. Una volta selezionato il proprio personaggio preferito non resta che buttarsi a capofitto nell’azione, affrontando situazioni e nemici sempre più difficili, che non esiteranno a giocare sporco cercando di accerchiarvi o di farvi cadere in trappola pur di eliminarvi. La formula è sempre la stessa a dire il vero, contraddistinta da brevi fasi in cui si avanza lungo uno stage, dal sopraggiungere di un certo numero di scagnozzi e dall’impegnativo scontro con il boss di turno, livello dopo livello. Per molti un concept del genere potrebbe apparire ormai monotono e superato ma ciò non toglie che all’epoca risultava molto appagante ed anche a molti anni di distanza riesce ancora a divertire non poco, specialmente per chi ama i picchiaduro vecchio stile. Tra armi da raccogliere, oggetti per ripristinare l’energia vitale e piccoli bonus sparsi per le varie ambientazioni, il livello di difficoltà risulta ottimamente calibrato ed in alcuni casi decisamente meno ostico che in passato.

La storia dei picchiaduroLa versione Wii presenta tutti quegli elementi che avevano caratterizzato la versione Super NES, sia per quanto riguarda i pregi che per i difetti, ancor oggi molto marcati. Nonostante sia possibile visitare un buon numero di località tutte ben caratterizzate, quali ad esempio la Francia, l’Italia, Hong kong e il Giappone, lascia parecchio a desiderare la cura con cui sono stati ideati i nemici. In particolar modo quelli minori risultano fin troppo simili gli uni agli altri ed una maggiore varietà avrebbe consentito al gioco di poter accrescere il coinvolgimento, già comunque su ottimi livelli. Ancora una volta il fattore rigiocabilità è legato alla vostra passione per il genere in questione, senza dimenticare che, come di consueto, in base al livello di difficoltà scelto anche il finale sarà leggermente differente. Il sistema di controllo supporta in maniera eccellente sia il Classic Controller che il joypad del GameCube, assicurando una precisione dei comandi molto elevata. Nel complesso il titolo Capcom risulta molto apprezzabile se analizzato nell’ottica dei classici proposti dalla Virtual Console ma potrebbe non essere appetibile per tutti coloro che da un videogame ormai pretendono ben altro in termini di varietà e complessità di gameplay. Il nostro consiglio è comunque quello di prenderlo in considerazione in quanto si tratta di uno di quei giochi che, per cinque minuti o per due ore filate, riescono ancora a far rilassare dopo una giornata di duro stress ed in fondo è questo ciò che conta.

– Gameplay immediato e divertente

– Ottimo bilanciamento tecnico

– Alta rigiocabilità

– Concept datato

– Scarsa originalità

– Caratterizzazione dei nemici sottotono

7.3

Se siete cresciuti con i picchiaduro Capcom non potete non conoscere la serie Final Fight e questo secondo episodio rappresenta uno dei migliori capitoli in assoluto, forse privo di quell’originalità che ormai è merce sempre più rara in ambito videoludico ma non certo carente quando si parla di divertimento offerto. L’esperienza in multiplayer consente al gioco di risultare ancor oggi divertente e tutti i fan di Mike Haggar non dovrebbero lasciarsi scappare l’occasione di rivivere un pezzo di storia dei videogames attraverso la Virtual Console. Consigliato soprattutto agli appassionati del genere e a chi cerca comunque un titolo valido e giocabile senza per questo addentrarsi in meccaniche molto articolate.

Voto Recensione di Final Fight 2 - Recensione


7.3