Recensione

Escape Plan

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a cura di AleZampa

Lil e Laarg non se la passano molto bene. Vivono in un mondo grigio nel quale sono vera e propria carne da macello. Ma nonostante il physique du role non proprio da Rambo (Lil è esile e dall’aspetto malaticcio, mentre Laarg è una simpatica silhouette con evidenti problemi di obesità) i due decidono di fuggire dal centro nel quale sono rinchiusi, e il nostro compito sarà proprio quello di guidare la loro (lenta) fuga attraverso una serie di stanze ed ambienti disegnati apposta per reprimere ogni desiderio e impulso di libertà.

Mi piacciono i piani ben riuscitiAvevamo già avuto la fortuna di provare Escape Plan a Colonia, nel corso del GamesCom. In quell’occasione a colpirci così positivamente fu la direzione artistica strepitosa (sulla quale torneremo più avanti) e la genuinità di alcune idee, che mostravano per la prima volta le reali potenzialità di PS Vita. Il dubbio più grande, che si è rivelato anche poi il principale difetto in fase di recensione, era relativo alla varietà delle situazioni proposte e degli enigmi da affrontare. Questa doveva essere il punto di forza dell’intera produzione, ma si è palesata come la falla più evidente. Ma andiamo con ordine: come dicevamo Lil e Laarg sono due grigie esistenze in un altrettanto grigio mondo. Non ci è dato sapere molto della loro storia e del loro background, ma quello che sappiamo è che vogliono a tutti costi fuggire dal luogo nel quale sono rinchiusi, visto che altrimenti la loro fine sarebbe tanto certa quanto cruenta. A contrastare il “brillante” piano di fuga del duo di protagonisti (che si limiteranno semplicemente a camminare in avanti demandando a voi tutta la fatica) ci sarà Bakuki, che proverà in tutti i modi a trasformarli in pecore o in suoi scagnozzi (non necessariamente in quest’ordine) oppure ad ucciderli.

Gameplay tattilePensato come un puzzle game diviso in quattro macro aree suddivise a loro volta in settantotto stanze diverse, Escape Plan ci metterà alla guida dei due sopracitati protagonisti, a volte da soli e a volte insieme. Tramite input totalmente tattili, dovremo guidarli attraverso stanze piene di pericoli ed insidie, in un crescendo di difficoltà ed elementi da tener d’occhio e incastrare tra di loro. Tramite lo swipe del nostro dito nella direzione desiderata faremo muovere Lil o Laarg a destra o a sinistra, così che loro continueranno a camminare fino alla fine della stanza, una morte orribile, o un nostro tap su di loro, che li farà fermare più o meno immediatamente. Per guidarli dovremo interagire con entrambi i touchscreen, sia quello frontale che quello posteriore con una serie di azioni del tutto naturali: se infatti, proprio come succede nelle primissime stanze, l’avanzata della strana coppia è intralciata da un ostacolo, come ad esempio un mattone, il nostro compito sarà quello di colpire il suddetto in modo da toglierlo dalla traiettoria della camminata. Se, al contrario, dovremo spingere degli oggetti, o delle travi verso di noi, dovremo usare il touchpad posteriore, con dei movimenti sempre naturali e coerenti con l’ambiente di gioco. Questo tipo di gameplay non mancherà di lasciarvi piacevolmente sorpresi nelle primissime fasi, quando tutto sembra nuovo e meraviglioso: per evitare pericolose fughe di gas durante il nostro passaggio dovremo tappare un buco in una tubatura semplicemente appoggiandoci il dito sopra, piuttosto che distrarre i nostri nemici con dei leggeri colpetti sul touchpad posteriore, in modo che la loro flebile attenzione venga calamitata dal rumore prodotto dal nostro tap. Disseminati qua e là troveremo anche delle macchinette per il caffè e delle tubature d’aria, che ci permetteranno di sperimentare nuovi modi per terminare le stanze dalle quali dovremo passare per raggiungere la salvezza. Le macchinette del caffè nello specifico manderanno letteralmente su di giri il povero Lil, e, una volta in questo stato di ipereccitazione potremo, toccando contemporaneamente il touchscreen anteriore e posteriore in prossimità di Lil, fargli fare una sorta di accelerazione improvvisa, utile a superare alcuni passaggi per cui la nostra consueta velocità si mostra insufficiente. Avvicinandoci ai tubi invece ci gonfieremo come dei palloncini e, tramite i giroscopi, dovremo guidare la neonata piccola mongolfiera tra spuntoni e pericoli vari, fino a fargli raggiungere il punto desiderato. Procedendo con l’avventura, inoltre, incontreremo alcuni nemici che proveranno a farci esplodere (in una coreografica esplosione splatter monocromatica) e di cui dovremo occuparci prima di iniziare la soluzione della stanza. Nonostante siano diversi i modi in cui potremo avere ragione su di loro, il più delle volte ci troveremo a distrarli con il tap sul pannello posteriore fino a farli precipitare nel burrone più vicino, visto che l’intelligenza artificiale non è certo uno dei punto di forza di questo titolo. Andando però avanti con le stanze, le situazioni proposte, pur sempre più complesse, non offrono diversi tipi di interazione con l’ambiente circostante, andando così a castrare la brillante idea che sta alla base del concept.

Qualcosa non tornaNonostante le potenzialità e lo stupore iniziale misto alla simpatia per la coppia di protagonisti, Escape Plan non riesce a raggiungere gli obiettivi che si era prefissato. Se da un lato la varietà delle azioni da compiere e gli “enigmi” da risolvere all’inizio possono essere considerati soddisfacenti, già nella prima metà dell’avventura il titolo avrà scoccato praticamente tutte le frecce del suo arco, portandoci alla conclusione con un senso di deja vu e noia troppo marcati, perfino per un titolo budget come questo. I livelli proposti sono oggettivamente troppi, visto che in diversi casi la risoluzione è fin troppo veloce e banale. Il livello di sfida non è per nulla alto e spesso ci troveremo a ripetere un livello non tanto perché dovremo capire come superarlo, ma piuttosto perché l’impreciso sistema di controllo non ha tradotto correttamente i nostri input in azioni.E’ proprio questo se vogliamo il difetto concettuale più marchiano ed evidente della produzione: la risposta ai nostri comandi. In un titolo pensato sostanzialmente per mostrare le capacità tecniche della console e la possibile introduzione di nuove meccaniche nate dall’utilizzo dei pannelli touchscreen, ci si aspetterebbe una risposta ai comandi più che perfetta. Purtroppo non è affatto così: la lentezza di Lil e Laarg nel rispondere ai nostri input è decisamente evidente, così come l’imprecisione del pannello posteriore. Vero è che, dopo qualche stanza, si prende finalmente la mano, ma l’evidente lag del sistema di controllo purtroppo rimane.

Stile a palateSu una cosa però Escape Plan ha molto da dire, ed è ovviamente lo stile grafico e concettuale dell’intera produzione. La scelta del bianco e nero è perfettamente funzionale a creare l’atmosfera di questo oppressivo centro di detenzione e il design di ambienti e personaggi ha da insegnare a studi ben più blasonati. La leggerezza apparente delle situazioni (sottolineata da una colonna sonora ispirata e sempre azzeccatissima) stride con le morti cruente di tutti gli esseri viventi che appaiono sullo schermo (che finiranno schiacciati, elettrificati o fatti saltare in aria con vere e proprie esplosioni splatter di sangue nero), segno che la ricerca di questo particolare contrasto voluto dagli sviluppatori è perfettamente riuscita. Qualche problema anche sul fronte della longevità: Escape Plan si porterà facilmente a termine in tre o quattro ore e, nonostante ogni livello abbia una valutazione variabile da una a tre stelle, non saranno molti i motivi per cui deciderete di ri-giocarlo e finirlo nuovamente, visto che finito l’effetto sorpresa il titolo lascia poco altro.D’altro canto le musiche sono invece una perfetta coesione di motivati leggeri e arie importanti, che sottolineano sempre in maniera adeguata il contesto in cui ci troviamo, così come gli effetti sonori, simpatici e altrettanto azzeccati. Alcune piccole chicche poi sono letteralmente da applausi, come il numero in costante aumento che appare sul petto dei due protagonisti, che simboleggia il numero delle morti di Lil e Laarg. Questo ci ricorda che magari potremo fare un po’ più di attenzione prima di schiantare uno dei due contro improbabili pistoni uncinati.

– Direzione artistica strepitosa

– Colonna sonora sempre adeguata

– Mostra le potenzialità della console

– Sistema di controllo impreciso

– Sostanzialmente piatto

– Facile e frustrante allo stesso tempo

6.5

Escape Plan non è purtroppo quel piccolo gioiello di stile e design che ci aveva fatto credere di essere. Una volta messo mano al gioco completo infatti i difetti strutturali sono apparsi ben più evidenti di quanto ci aspettassimo, costringendoci a rivedere le nostre valutazioni. Se da un lato abbiamo in ogni caso due protagonisti simpatici e una direzione artistica di assoluto livello, dall’altro abbiamo un gameplay che smette troppo presto di stupire senza concedere picchi ludici di rilievo, il tutto condito da un sistema di controllo per nulla preciso e piagato da un evidente lag tra input e azione. A far in ogni caso arrivare Lil e Laarg alla sufficienza ci pensano il prezzo tenuto fortunatamente basso (12.99€, scaricabarile da PlayStation Network), una colonna sonora impeccabile e lo humor nero (letteralmente) che permea l’intera avventura.

Voto Recensione di Escape Plan - Recensione


6.5