Recensione

Epic Mickey 2

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Sono passati circa sette mesi da quando Epic Mickey 2 è giunto sulle console con un bagaglio colmo di promesse mai veramente mantenute e la volontà di dimostrare che il capitolo precedente, in fondo, era stato solo un esperimento che si sarebbe espanso in qualcosa di memorabile nel titolo successivo. Era una seconda chance, per l’illustre Warren Spector, una seconda possibilità che avrebbe potuto marcare nuovamente e in modo tangibile tutta la visionarietà e la genialità che un autore di questo livello è in grado di infondere alle proprie opere; ma ben più di qualcosa è andato storto ancora una volta, e quello che avrebbe potuto essere un seguito memorabile fallisce nel suo scopo, inciampando goffamente sugli stessi piedi su cui dovrebbe reggersi.
Coppia inseparabile
L’introduzione di gioco più importante in Epic Mickey 2 è senz’altro la presenza di Oswald, un secondo personaggio che vi accompagna per tutta la durata della campagna e su cui è basato l’intero level design, che obbliga a una collaborazione tra i due per il superamento di enigmi semplici e mai davvero impegnativi. Tramite una connessione ad-hoc, su PS Vita potrete giocare assieme a un altro amico che abbia a sua volta una copia del gioco; si tratta sicuramente di un’opzione gradita e apprezzabile, che non fa sentire il peso dell’intelligenza artificiale deficitaria di cui è dotato Oswald – qualora decidiate di affrontare l’avventura in solitaria. Trattandosi di un titolo che costruisce le proprie basi proprio sulla cooperazione del duo, si capisce come la scarsa reattività del compagno controllato dalla CPU sia un difetto piuttosto grave e per nulla trascurabile. Durante la mia prova su PS Vita mi è capitato addirittura di dover riavviare il gioco perché Oswald era rimasto impalato a osservare le macerie di una torre crollata quando sarebbe dovuto essere dall’altra parte per aiutarmi a proseguire. Potrebbe tranquillamente trattarsi di un caso isolato, ma vista la sua farraginosità nel reagire ben più di una volta, la sua reale utilità è sembrata poco convincente, se non come escamotage per giustificare la ventata di novità che si voleva portare dopo il primo capitolo. La poca incisività del personaggio e la sua sostanziale immissione forzata per evidenziare questo aspetto preponderante del gioco, oltretutto, fa pensare a quanto sarebbe stato meglio optare fin dalle prime fasi di programmazione a un’alternativa multigiocatore, che non a un elemento portante di tutta l’esperienza. Se non altro, giocato in compagnia risulta essere piuttosto divertente e sicuramente mai frustrante.
L’altra importante caratteristica del gioco è senza dubbio la sua struttura, che permette ai giocatori di poter compiere delle scelte su più livelli. Sul piano del gameplay puro, tutto ciò si traduce in una conduzione di gioco che lascia la libertà di approfondire il mondo di Rifiutolandia come meglio si preferisce, proseguendo lungo bivi che portano ad eventi secondari del tutto facoltativi. Ci sono quest che potrete scegliere di completare o meno ed eventi che potrete approfondire a piacimento. Sul piano dell’offerta globale, invece, colpisce in positivo la decisione di porre l’utente davanti a delle scelte con grande frequenza. Si tratta di un vero marchio di fabbrica, per Warren Spector, che ha costruito la sua fortuna anche su questa caratteristica applicata a capolavori inossidabili come Deus Ex. Dispiace constatare però che il coraggio nell’ampliare ulteriormente questa possibilità qui non sia stato trovato a sufficienza: giocando, si ha sempre la netta sensazione che le reali conseguenze si limitino a essere circoscritte e che l’iniziativa non diventi mai di ampio respiro, che non mutino – infine – le sorti della storia e che in fin dei conti non valga poi tanto la pena ricominciare tutto da capo. C’è tanto da esplorare in Epic Mickey 2, tanto da scoprire e molto materiale da collezionare, ma bastano tranquillamente quelle 20 ore (o più, se siete degli avidi cacciatori) per essere soddisfatti senza dover ritornare in una Rifiutolandia che offre già abbastanza a un primo giro.
Nuova Vita, stessi problemi 
Epic Mickey 2, su PS Vita, appare esteticamente migliore delle versioni console. Non si tratta di un balzo in avanti di quelli sorprendenti, ma i colori sono più nitidi e i dettagli più evidenti. Naturalmente, la conversione sulla console portatile Sony non poteva non beneficiare dei comandi touch, che a onor del vero non sono poi così necessari . Anzi, il più delle volte scarterete subito la possibilità in favore dei tradizionali tasti, molto più intuitivi e diretti. È possibile usare la pittura e il solvente sugli oggetti indirizzando il polpastrello direttamente sullo schermo della console, mentre per far partire il getto verso un nemico vi basterà toccarlo; peccato che il vostro dito (anche il più minuto) in questo modo coprirà interamente la sua figura senza lasciarvi capire effettivamente molto dell’azione di gioco. Sono comandi facoltativi, è vero, ma è innegabile che muovere l’analogico e mirare un nemico, prima di premere un tasto dorsale e sbarazzarsene, è un’operazione certamente più rapida e fluida di quella a cui ci costringerebbe una manovra su touch screen. Nessuna miglioria per la telecamera, invece, che di base rimane sempre inspiegabilmente ancorata verso il basso senza offrire una visuale globale che possa dare una panoramica adeguata per rendere consequenziali i salti sulle piattaforme. E trattandosi principalmente di un platform, capite bene quanto il mancato fix di questo problema sia fastidioso, soprattutto perché il tempo per rimediare anche solo alle piccole brutture presenti nelle versioni per console casalinghe c’era ma non è stato evidentemente sfruttato. Il gioco è quindi lo stesso che abbiamo recensito tempo fa su queste pagine, con lo sfruttamento della caratteristiche di PS Vita come unico motivo in più per spingere gli utenti all’acquisto, qualora non fossero riusciti ad accaparrarsi il prodotto all’uscita. Peccato, peccato soprattutto perché Rifiutolandia tutto sommato è un mondo che funziona piuttosto bene sia come concept, sia come universo Disney. Si tratta di un’ambientazione che offre onestamente molte alternative al giocatore, una fitta rete di sottomissioni da affrontare e un approccio che potremmo definire quasi da sandbox. Purtroppo, però, non basta. Non basta perché Epic Mickey 2 inciampa clamorosamente sui fondamentali di gioco, preoccupandosi più del contorno che della portata principale, che avrebbe potuto essere davvero ghiotta se le scelte di game design fossero state più sagge e il lavoro si fosse maggiormente concentrato su un gameplay solido senza tuttavia tralasciare l’ottimo afflato artistico che compone la base di questo franchise.

– Mondo di gioco ricco e vivo

– Rete di sottomissioni facoltative e sistema di scelte

– Buona longevità

– Piccole migliorie nella nitidezza dei colori e nel dettaglio generale

– Permangono i problemi delle versioni console

– I controlli Touch di PS Vita sono trascurabili

– Intelligenza Artificiale deficitaria e a tratti snervante

– Un po’ di ripetitività di fondo

6.0

La versione PS Vita di Disney Epic Mickey 2: L’avventura di Topolino e Oswald è grossomodo la stessa di quella già vista a fine anno su console casalinghe. Il porting sulla portatile di Sony ha beneficiato di un aspetto estetico generale lievemente migliorato, ma i difetti permangono e l’aggravante è quella di non aver fatto praticamente nulla per migliorare una situazione e delle problematiche ben note fin dalla fine dell’anno scorso. L’I.A. alleata è piuttosto scadente, pertanto, se volete davvero godervi il gioco come si deve, il consiglio è quello di affrontarlo assieme a un amico. Siete avvisati.

Voto Recensione di Epic Mickey 2 - Recensione


6