Recensione

Dragon's Dogma: Dark Arisen

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a cura di Specialized

Chi nel 2012 voleva trascorrere decine di ore con un action-GdR nippo-occidentale con influenze a la Dark Souls, Monster Hunter, Gothic, The Witcher e la scuola fantasy di Bethesda, poteva trovare in Dragon’s Dogma un perfetto compagno di merende. La nuova IP di Capcom per Xbox 360 e PlayStation 3 riassumeva infatti in un unico calderone una difficoltà superiore alla media in stile From Software, ambientazioni memori di Oblivion, creature gigantesche da fare invidia a Monster Hunter e un gameplay originale al punto giusto. Una mossa coraggiosa da parte di Capcom che ha però trovato un seguito non comune presso gli appassionati del genere (1.3 milioni di copie vendute dopo un anno), ma anche un po’ di insoddisfazione per un gioco sì bello ma con diverse magagne che potevano essere francamente evitate. Conscia di questo, il publisher nipponico se ne usciva l’anno successivo sempre e solo su console con Dragon’s Dogma: Dark Arisen, versione riveduta e corretta del gioco principale con grafica migliore (c’era tanto di texture pack), aggiustamenti nel gameplay, contenuti inediti e soprattutto una “campagna” nuova di zecca consigliata però ai giocatori con un certo livello di esperienza (addirittura 50 secondo il publisher). Un altro centro per Capcom (Dark Arisen arriverà a vendere un milione di copie), nonostante qualche critica per la decisione di vendere il tutto a prezzo quasi pieno (39,90 euro) anche per chi già aveva acquistato in precedenza il gioco principale.
Mamma mia, che mostri
Se dopo tre anni siamo ancora qui a parlare di Dragon’s Dogma è perché Capcom ha finalmente portato Dark Arisen su PC e, a quanto pare da recenti dichiarazioni, l’ipotesi per un Dragon’s Dogma 2 è fortemente legata proprio al successo che avrà questo port. Il gioco sarà disponibile da domani su Steam a 29,99 euro, ma noi lo abbiamo scaricato già da diversi giorni grazie a un codice review ed ecco le nostre impressioni di fronte a un titolo che avrà pure tre anni alle spalle, ma che ha perso davvero poco del suo carisma e che dimostra come Capcom (per fortuna) non sia solo sinonimo di Monster Hunter, infinite riedizioni di Resident Evil e Street Fighter. Dragon’s Dogma: Dark Arisen è infatti un action-GdR che pur partendo un po’ a rilento e rischiando di mettere il giocatore in serie difficoltà, riesce a conquistare senza tanti problemi qualsiasi appassionato di action-GdR. L’ambientazione, forte anche delle nuove location di Nerabisso (scenario dell’espansione), è notevole per dimensioni, paesaggi e varietà geografica tra spiagge, montagne, boschi, dungeon, fortini e cittadine. La scelta di classi, abilità, armi e oggetti (di loot ce n’è in abbondanza) non delude e ad ammagliare ancora oggi è soprattutto il bestiario, con creature spesso imponenti e realizzate splendidamente da sconfiggere solo dopo lunghe e appassionanti fasi di combattimento (possiamo anche aggrapparci a esse per aumentare i danni degli attacchi o raggiungere la testa). 
Un esercito di pedine
Se poi è vero che tutta la trama aggiunge davvero poco ai classici stilemi del genere (ma i dialoghi non sono affatto male), è anche vero che tra quest primarie e secondarie, esplorazione (occhio a girare di notte lontani dalle strade principali) e livello di difficoltà medio alto la longevità è molto elevata. Difficilmente finirete il gioco principale e l’espansione in meno di 40-50 ore, anche se ciò dipende molto da quando inizierete l’avventura di Nerabisso. Volendo, potete farlo fin da subito, ma al primo combattimento nella nuova isola contro i lupi durerete giusto 3 o 4 secondi e quindi, se non proprio al cinquantesimo livello, vi conviene affrontare l’espansione con almeno 30 o 40 livelli di esperienza sul groppone. Come poi dicevamo nella recensione per console, uno dei tratti distintivi del gioco è la presenza delle pedine, personaggi che ci accompagnano nel corso dell’avventura e che con il passare delle ore possiamo potenziare. Il bello delle pedine è la possibilità di acquistarne da altri giocatori e di cambiarle a seconda delle situazioni. Senza infatti un party ben assemblato e possibilmente con pedine tutte di classe diverse, non andrete molto avanti in Dragon’s Dogma: Dark Arisen. Il livello di difficoltà è infatti tale che anche solo affrontare certi nemici in tre e non in quattro può voler dire morte certa e, d’altro canto, è del tutto inutile fare un party con tre maghi o con tre guerrieri. Diversificare è la parola d’ordine più adatta al gioco e senza questa regola consideratevi spacciati.
Operazione PC riuscita
Dragon’s Dogma: Dark Arisen ha però anche i suoi lati negativi. Della trama non proprio indimenticabile abbiamo già detto, ma teniamo a sottolineare anche l’impossibilità (o quasi) di nuotare, la presenza di certe barriere ambientali insormontabili, un inizio un po’ balbettante e molto guidato, una telecamera a volte un po’ scomoda (soprattutto quanto combattete in boschi o foreste) e tanta, ma proprio tanta strada da fare a piedi. Non esistono infatti mount con le quali spostarsi più rapidamente nel mondo di gioco e, anche se Dark Arisen ha portato un bel po’ di miglioramenti nel sistema di teletrasporto (essenzialmente più cristalli), resta il fatto che la mancanza di un cavallo o di qualche altro mezzo di trasporto più rapido si fa sentire sulla lunga distanza. Per quanto riguarda invece la trasposizione su PC, Capcom ha fatto davvero un ottimo lavoro e scordatevi le vecchie e sciagurate conversioni su PC del publisher nipponico (vi dice niente Resident Evil 4?). Con un Intel Core i7 930, una GeForce GTX 770, 6 GB di RAM e un SSD Samsung da 256 GB in ambiente Windows 10, abbiamo giocato a 60 fps fissi con V-Sync attivato e con tutte le opzioni impostate al massimo, compresi l’antialiasing, la distanza di visione e il filtro anisotropico. È poi vero che stiamo parlando di un titolo di tre anni fa uscito su console old-gen, ma oltre alla fluidità anche il salto grafico rimane notevole e lo si nota soprattutto nelle texture, nella qualità delle ombre e in certi effetti di luce (il lens-flaring del sole è a tratti bellissimo). Unica delusione? Ci sono ancora le bande nere sopra e sotto… non fastidiose come su console, ma ci sono ancora.  

– Ottima trasposizione su PC

– Gioco longevo e appassionante

– Impegnativo ma mai frustrante

– Qualche piccola pecca è rimasta

– Ci mette un po’ per entrare nel vivo

8.5

Saranno pure passati tre anni dall’uscita su console old-gen, ma Dragon’s Dogma: Dark Arisen su PC non ha perso un briciolo di qualità, guadagnando anzi qualcosa a livello grafico e proponendo un pacchetto completo a un prezzo molto allettante. Chi ama gli action-GdR in terza persona con un tocco di perfidia nipponica (non è certo un gioco all’acqua di rose) e una struttura ruolistica più “occidentale” troverà in questo coraggioso esperimento di Capcom un titolo di grande spessore, longevo e con alcuni dei mostri più tosti e possenti degli ultimi tempi.

Voto Recensione di Dragon's Dogma: Dark Arisen - Recensione


8.5