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Recensione

Disgaea 2 Dark Hero Days

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Pubblicato il 05/02/2010 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8.2

Prima del 2009 scoppiettante cui è andata incontro PlaystationPortable, uno dei titoli più venduti e più acclamati da critica e pubblico nel deserto delle uscite di qualità era stato Afternoon of Darkness, conversione da PS2 di Disgaea: Hour of Darkness, uno dei migliori titoli strategici disponibili nel catalogo del monolite nero di Sony.Anche su PSP, infatti, fatte le debite proporzioni, la saga ha venduto benissimo, grazie ad una conversione eccellente, che, oltre a rendere giustizia al titolo originale, aggiungeva degli extra tratti dal secondo capitolo, che nel frattempo era stato pubblicato, sempre su Playstation2, con il nome di Disgaea 2 Cursed Memories.Ebbene, eccoci dinanzi alla conversione anche di questo secondo titolo su PSP, con un cambio di nome (adesso si intitola Dark Hero Days) ma con lo humour giapponese, il canovaccio di gioco e i pregi immutati, e anzi rafforzati dal lavoro dei programmatori.

Follie Made in JapanCome anche nel precedente episodio, la trama sottesa agli eventi ha più i connotati di un pretesto ben congegnato che non di una storia epica che vi lascerà con il fiato sospeso. Chi ha avuto modo di giocare ad uno qualsiasi dei titoli della serie saprà di certo che Disgaea non si prende sul serio, e la comicità demenziale è uno dei punti di forza della produzione: stavolta, dopo un rituale di evocazione malriuscito, Adell, il vostro alter ego (contraddistinto dai capelli rossi e una cravatta in tinta) si troverà alle prese con la viziata figlia dell’Overlord regnante, che era invece il vero obiettivo del rituale e che il nostro eroe intende sconfiggere per spezzare la maledizione che affligge la sua terra, compresa la sua famiglia adottiva, e che ha trasformato tutti in orrendi demoni, privandoli dei ricordi e della coscienza. Ovviamente la procace Rozalin (che non mancherà, nel corso dell’avventura, di farsi beffe delle rivali fisicamente meno dotate di lei) si opporrà alla ricerca del nostro eroe, intraprendendo il viaggio con lui al solo scopo di tendergli un tranello mortale alla prima occasione.Di qui si snodano i fili della narrazione, che procede stranamente lenta durante la prima decina di ore di gioco, che punta molto sull’ironia dei dialoghi e su un’eccellente doppiaggio (disponibile tanto in lingua inglese quanto nell’originale giapponese) piuttosto che su eventi tragici e personaggi dotati di profonde personalità.Lo stile è inconfondibile e strapperà più di una risata, ma nessuno si aspetti un complotto politico della complessità di quello inscenato da Final Fantasy Tactics, paradigma del genere su PSP.Di battuta in battuta si arriverà alla fine solo dopo un percorso lungo e tortuoso, ed è apprezzabile la possibilità di godere di finali multipli, a seconda delle scelte effettuate e dei conseguenti risvolti della trama.Il tutto trasuda Giappone, dall’inconfondibile stile manga dei disegni alle mitiche goccioline di sudore che fanno capolino sulle teste dei personaggi, e va dato merito ai ragazzi di NIS America di non aver stravolto il contenuto degli scambi di battute tra i personaggi e di non aver “occidentalizzato” troppo una produzione che affonda le sue radici nella cultura orientale, a cominciare dal mondo demoniaco che fa da sfondo alle vicende.Rispetto al primo, da segnalare l’esilarante aggiunta di un Tg demoniaco con tanto di coniglio di pezza a fare da mezzobusto, che, in concomitanza con eventi di importanza focale per il proseguire della trama, informerà il giocatore, tra una pubblicità e l’altra, dell’accaduto.Una chicca davvero imperdibile.

Profondo come un pozzo La giocabilità, come da tradizione per la serie, si attesta su livelli eccelsi, garantendo un sistema di gioco che, a fronte di un notevole investimento in termini di tempo e materia grigia, ripaga con una profondità senza eguali su PlaystationPortable e una longevità che tende all’infinito.Sono immutate le meccaniche di gioco, il movimento su una griglia predeterminata, gli attacchi combo e i famigerati Geo Panels (che imparerete presto a maledire). L’unica novità che balza subito agli occhi è rappresentata, oltre che dall’ovvio miglioramento grafico e sonoro, da un minore orizzonte concesso dalla visuale: questa è infatti leggermente più vicina all’azione rispetto al passato, offrendo da un lato un maggiore coinvolgimento durante le fasi di attacco, e dall’altro togliendo, in alcuni casi, la possibilità di pianificare attacchi di squadra, che coinvolgano tre o quattro elementi del vostro party.Come nel precedente titolo, poi, sono state mantenute le percentuali di attacco diverse a seconda dell’angolazione da cui questo viene effettuato (i danni aumentano alle spalle e diminuiscono con un frontale), la possibilità di lanciare avversari e alleati (occhio, però, i Prinny esplodono ancora!) e quella, graditissima all’utenza hardcore cui senza dubbio il gioco si indirizza, di disfare l’ultima scelta un numero infinito di volte con la semplice pressione del tasto cerchio.Siamo di fronte a quanto di più complesso sia passato negli ultimi mesi sul portatile di casa Sony, e a quanto di più vicino ad un match di scacchi tra i più impegnativi.A dirla tutta, anche con un pizzico di rammarico, il livello globale di difficoltà, pur mantenendosi comunque sempre all’altezza, sembra essere leggermente calato, relegando, ad esempio, le sortite nell’Item World al ruolo di puro passatempo piuttosto che a quello di ancora di salvezza come in Afternoon of Darkness. Se non sapete di cosa stiamo parlando, sappiate solo che l’Item World è un vero e proprio gioco nel gioco, e cioè un generatore casuale di livelli all’interno di ogni singolo oggetto curativo o armamento: potrete scontrarvi con i mostri “residenti” nell’oggetto per potenziarlo, e, contemporaneamente, salire di livello, pratica sempre utile per avanzare soprattutto di fronte ai nemici più ostici. Torna dal precedente Disgaea anche la Dark Assembly, quella sorta di parlamento demoniaco cui spetterà decidere se promuovere o bocciare le mozioni che di volta in volta gli sottoporremo, e che, di fatto, è responsabile del mantenimento del livello di sfida offerto. Considerando quanto il titolo si appoggi al precedente, le dinamiche di gioco sono tutte qui, perché, se non fosse per la diversità dei personaggi controllabili (e questa affermazione è vera solo in parte, in quanto non poche sorprese aspettano i fan del primo episodio), si farebbe davvero fatica a distinguere il gioco dall’uscita precedente. Squadra che vince non si cambia, è vero, ma, svanito l’effetto novità, sarebbe stata gradita qualche aggiunta più significativa ad un gameplay comunque validissimo, ma che, considerato che l’uscita di Disgaea 2 su PS2 risale a quasi quattro anni fa, necessita forse di una “riverniciata” un po’ più consistente. A proposito del summenzionato livello di difficoltà, va detto, a difesa della scelta dei programmatori, che, sottoponendo l’apposita mozione all’assemblea demoniaca, possiamo rendere i nemici più deboli o più forti a piacimento, diventando, in un certo senso, fautori del nostro destino: peccato che, in entrambi i casi, la modifica risulti forse troppo radicale, opponendo al giocatore, alternativamente, un esercito di imbecilli o un’orda invincibile.In generale, comunque, i casual gamer dovrebbero girare al largo da un titolo non proprio immediato e comunque impegnativo.

Rozalin e Etna al trucco!Il maquillage estetico cui la saga è andata incontro è sicuramente soddisfacente, e propone una maggiore definizione degli sprite dei personaggi (soprattutto quelli del nostro party), nessuna incertezza del framerate durante l’esecuzione delle mosse più spettacolari, e una visuale che, come detto, favorisce l’impatto grafico, magari a scapito del fattore tattico.Tutto considerato, non c’è proprio di che lamentarsi, considerando anche la qualità delle cosiddette talking heads (gli sprite statici dei personaggi durante le sequenze di dialogo) e il fatto che, senza dubbio, la grafica è un aspetto secondario per il genere dei giochi di ruolo strategici. Mille colori ci accoglieranno in un Netherworld mai così vivo e vivace, e al più che buono character design farà da contraltare un comparto sonoro sicuramente valido, ma al quale non possiamo esimerci dal muovere una critica: il 90% dei temi musicali, sia durante le battaglie sia negli intermezzi, è copiato e incollato dal precedente Disgaea, denotando uno sforzo minimo e un riciclo inaccettabile in una produzione di questo livello.Se questo discorso potrebbe essere giustificato dalla natura del gioco stesso, che è pur sempre un sequel e che riprende, come detto, in più punti l’illustre predecessore, c’è comunque un limite tra il citazionismo e la mera riproposizione di decine di tracce audio, la cui bellezza viene offuscata dall’assoluta mancanza di originalità. Questo toglie un punto alla valutazione del sonoro, per il resto eccellente soprattutto in sede di doppiaggio, con una scelta delle voci azzeccatissima e una recitazione sempre di prim’ordine. Il punto tolto al sonoro va ascritto con pieno merito alla longevità, che rimane, tra l’avventura principale, la possibilità di rigiocare a piacimento ogni stage concluso, l’Item World e i finali multipli, una delle più alte in cui ci siamo imbattuti dopo anni di test su PlaystationPortable. In definitiva, vi si prospettano tre possibilità: se amate la saga, questo more of the same vi terrà impegnati a lungo, e vi divertirà.Se vi avvicinate per la prima volta a Disgaea, il consiglio, nonostante il livello di difficoltà leggermente più elevato, è di procurarvi (peraltro a metà prezzo), il primo episodio. Se, infine, da un gioco cercate immediatezza, adrenalina e magari sparatorie, avete perso tempo a leggere questa recensione.

– Profondo come pochi

– Demenzialità imperante

– Virtualmente infinito

– Battle system bilanciato e completo

– Eccessivo riciclo (soprattutto sonoro)

– Livello di difficoltà più indulgente che in passato

8.2

Non ce ne vogliano i ragazzi di Nis America, che ancora una volta (sonoro a parte) hanno fatto un ottimo lavoro: Disgaea 2 Dark Hero Days è un gioco di primissimo livello, ma probabilmente non il capolavoro che, dopo lo scoppiettante esordio su PSP, era lecito attendersi. Non c’è nulla che non funzioni, e i difetti elencati non sono tali da minare l’esperienza di gioco, e questo fa guadagnare infatti al gioco un voto alto: ma manca quel qualcosa in più, ed è francamente eccessivo il riciclo di situazioni, personaggi, battute e motivi che avevano fatto la fortuna di Afternoon of Darkness.

Comunque un acquisto consigliato e uno dei migliori esponenti del genere SRPG sulla piccola di casa Sony.

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