Anteprima

Deep Down

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a cura di Doctor.Oz

Qualità e pregevolezza. È questa la strada su cui Capcom sta puntando per la sua nuova IP, Deep Down, per cercare di risollevare un bilancio economico non troppo clemente. Presentato al Tokyo Game Show dello scorso anno, in un momento apparentemente arido di  novità, Deep Down ha incuriosito molti per la sua insita cattiveria ed il suo gameplay che ricorda molto gli antesignani per eccellenza degli action gdr moderni, cioè Demon’s Souls e i due Dark Souls successivi. Probabilmente i puristi, guardando i video di gameplay pubblicati fino ad ora, potrebbero già da ora aver storto il naso, ma prima di dare giudizi troppo affrettati, sarebbe bene avanzare un’idea che probabilmente è già condivisa da molti: la somiglianza con la serie di Dark Souls potrebbe non essere un difetto ma bensì un gran pregio, se si considerano le innovazioni di cui vi stiamo per parlare. 
I presupposti ci sono tutti
Capcom ha deciso di mettere in campo tutta la sua esperienza e furbizia nel momento in cui che ha reso pubblico il progetto di Deep Down. Sotto la direzione tecnica e artistica di Kazunori Sugiura e del famoso Yoshinori Ono, e forte del motore grafico specifico per le console di nuova generazione Pantha Rei (di proprietà anch’esso), Capcom ha deciso di darci sotto battendo una strada che From Sofware sembra aver spianato negli ultimi anni e che ai giocatori più raffinati piace molto. Che gli action gdr di grande difficoltà vadano di moda è assodato e Deep Down si presenta come uno di essi. Ambientato in un futuro prossimo, Deep Down usa furbescamente le modalità narrative viste già in Assassin’s Creed. Lo stesso Ono, promettendo un storia profonda, ha spiegato di come i giocatori dovranno immergersi in dungeon labirintici al fine di recuperare stralci di memento,utili a completare la storia. Tra il fantasy più classico ed il risvolto futuristico, Ono ha promesso una nuova formula di connubio tra generi molto distanti tra loro. Cattivo e dinamico, quello che colpisce di Deep Down è la grande fisicità degli scontri, nei quali un colpo ben assestato avrà effetti reali di sbilanciamento e contraccolpo sui nemici. Deep Down è un action gdr in terza persona a tutti gli effetti, dove il giocatore – o i giocatori – saranno costretti nella maniera più classica ad esplorare diversi dungeon generati randomicamente, al fine di liberarli da creature mostruose e ad arrivare a scontrarsi con immensi boss. Fin qui sembrerebbe una gioco ispirato a Dark Souls, se Capcom non si fosse sforzata di portare il proprio titolo ad un livello differente di gameplay. Ciò che distanzia Deep Down da un qualunque titolo della serie Dark Souls è il fatto di poter giocare in cooperativa, anche in locale, fino ad un massimo di quattro giocatori sulla stessa console. Questa modalità, a quanto sembra implementata per tutta la durata dell’avventura, può donare un valore aggiunto di grande spessore. Tutto ciò rimanendo in un’ottica di gameplay strategico e punitivo. I giocatori infatti, una volta entrati nei dungeon attraverso appositi portali, si troveranno in punti diversi della mappa e ciò li porterà a ponderare bene gli spostamenti prima di potersi ricongiungersi in un luogo prestabilito. In pratica, prima di pensare a come uccidere i mostri ed uscire dal dungeon, bisognerà pensare a come sopravvivere ad essi al fine di ritrovare i propri compagni. La natura randomica dei dungeon, inoltre, renderà ancor di più difficile la vita ai giocatori, che potranno supportarsi a vicenda durante gli scontri, ma sempre adottando tattiche ponderate anche a seconda del luogo dello scontro.
Un progetto pensato appieno per next-gen
Deep Down sembra un progetto che sposterà di un passo le potenzialità della next-gen. Come si intravede nei video di gameplay, seppur avendo un charachter design un po’ scarno, Capcom ha fatto vedere di cosa può essere capace il suo nuovo Pantha Rei in azione. Gli effetti di luce e particellari, nel caso di lancio di magie e di cure, sembrano a dir poco pregevoli per non parlare della quantità immensa di poligoni mossi in contemporanea sullo schermo nelle fase più concitate dei combattimenti, anche a quattro giocatori. Come abbiamo già precedentemente accennato, ciò che ci ha colpito di più è la notevole fisicità degli scontri all’arma bianca. Assestando un fendente nel punto giusto, o un affondo su un arto in particolare, sarà possibile vedere il proprio nemico sbilanciarsi di conseguenza. Lo stesso vale per le magie e gli attacchi ad area che sembrano aver un effetto quasi reale nella fisica delle esplosioni e degli urti. Al livello tecnico, Deep Down promette molto bene, ora bisognerà solo attendere per tutto ciò che riguarda le scelte di level e di character design, al momento un pochino troppo scarne per i nostri gusti, se si pensa alla presenza di solo due classi presentate, entrambe guerriere, che si differenziano tra loro solamente per l’arma utilizzata: spada e scudo una, lancia a due mani l’altra.

– Action gdr cattivo ed harcore al punto giusto

– La modalità in co-op promette di essere dinamica e divertente

– La somiglianza a Dark Souls potrebbe essere anche un pregio e non solo un difetto

Deep Down è un progetto ambizioso, atto a ritagliarsi un proprio spazio in un genere, nato di nicchia e divenuto poi famosissimo, degli action gdr. Forte del nuovo motore grafico Pantha Rei, la nuova IP Capcom mette in campo delle potenzialità grafiche notevoli, sia in fatto di poligoni che di effetti particellari e corpuscolari. Ciò che andrà analizzato bene saranno le potenzialità del gameplay, presentato come dinamico, impegnativo ed estremamente fisico, che riuscirà a mettere in scena in co-op anche quattro giocatori in contemporanea sulla stessa console. Le premesse per fare bene ci sono tutte, ora non resta che aspettare inizio del 2015 per avere la prima release della beta in Giappone (non abbiamo ancora notizie per la versione europea) ed incrociare le dita per quella che è (al momento) un’esclusiva PS4.