Death Stranding, il nuovo trailer del gioco di Hideo Kojima nel dettaglio

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a cura di YP

Molti dei videogiocatori che questa notte hanno seguito i Game Awards in diretta lo hanno fatto per Hideo Kojima e il suo Death Stranding, uno dei giochi più attesi (se non il più atteso) dei prossimi anni e già oggetto di culto per i fan del game designer divenuto celebre soprattutto grazie alla saga di Metal Gear Solid. Kojima, lo sappiamo, è uno dei pochi veri autori rimasti per quanto concerne i videogame: questo status comporta, oltre al genio creativo, anche una deriva visionaria che oggi più che mai sembra completamente libera da confini che prima, forse, la tenevano imbrigliata. Il nuovo trailer di Death Stranding è lungo (8 minuti), incredibilmente criptico ma dannatamente affascinante; un tripudio d’immagini inquietanti che fanno riferimento a macchinose teorie scientifiche legate allo spazio tempo, vissute tramite le avventure di Sam, interpretato da Norman Reedus (Daryl in The Walking Dead). Cerchiamo quindi di analizzare nel dettaglio cosa ci ha detto questo trailer, provando al contempo a contestualizzare Death Stranding, opera che pare già pregna di autorialità e genio. 

Oltre i confini del tempo e dello spazio

Once there was an explosion, a bang wich gave birth to time and space…

I primi minuti del trailer di Death Stranding sono un lungo e magistrale piano sequenza dove Kojima ci porta all’interno di un mondo devastato da una qualche catastrofe: lo percepiamo per l’ambiente inospitale, la pioggia che sembra essere malsana e il terrore negli occhi dell’equipaggio che affianca Sam in quella che potrebbe essere una missione fondamentale per la salvaguardia della vita umana. Non sappiamo se questi soldati, o esploratori, viaggino nel tempo, nello spazio, o in entrambi, ma sappiamo per certo che la tecnologia che utilizzano è molto all’avanguardia e imprescindibile per il loro scopo. Un incidente paralizza un membro del team, che rimane con il busto schiacciato sotto l’imponente massa di un veicolo dalle dimensioni considerevoli, e il tentativo dei colleghi di salvarlo ci porta a fare la conoscenza degli ambigui esseri che popolano il mondo di Death Stranding. Uno strano braccio meccanico sulla schiena di un esploratore si attiva, iniziando a emettere strani segnali che indicano l’avvicinarsi di una forma di vita invisibile, dalle dimensioni anormali, intuibili dalla grandezza delle orme che lascia sul terreno. Sam suggerisce di smettere di respirare per non farsi individuare: la tattica funziona per tutti, tranne che per lo sfortunato intrappolato sotto il veicolo, che all’improvviso inizia a emettere grida di terrore, per poi invecchiare rapidamente e finire nella morsa invisibile di questi essere impalpabili ma letali. Mentre viene trascinato via implora al collega di ucciderlo, così da evitargli sofferenze. Colpo di pistola, morto. 
Tutte queste ambiguità ci vengono raccontate con una tecnica registica unica, sia per il mondo dei videogame, ma anche per quello cinematografico: lo stile di Kojima è riconoscibile sia nella messa in scena sia nel voler dare una forma fortemente unica e autoriale al suo videogioco che, come vi abbiamo raccontato nel paragrafo precedente, gioca molto con lo spazio tempo. Il trailer prosegue con l’arrivo massiccio di queste creature invisibili che accerchiano Sam e il suo collega, il quale lancia proprio a Sam una sacca contenente un neonato, oggetto d’interesse delle temibili bestie ma anche dei nostri protagonisti, sottolineando in qualche modo che il focus è tutto sulla vita umana, preziosa e inestimabile.
Quelli che seguono sono momenti di puro astrattismo, difficile da decifrare: dopo aver afferrato il bambino, sopraggiunge un temporale che svela un’enorme figura che domina il cielo; altissima, ha dei lunghissimi tentacoli che sostituiscono le mani e al posto della testa ha delle schifose protuberanze che inghiottono tutte le prede provenienti dal terreno. La gravità infatti cessa di esistere e tutto inizia a sollevarsi, tranne Sam. Il suo compagno di viaggio inizia a pugnalarsi allo stomaco, terrorizzato, per non finire nelle fauci del putrido titano, fino a quando un flash, un’esplosione, non ci porta sott’acqua, dove la telecamera entra nell’esofago di un Sam tramortito, scendendo nelle profondità del canale che collega faringe e stomaco, fino ad arrivare al punto in cui la discesa s’interrompe per la comparsa di un neonato, che pare ora alberghi nel corpo di Sam. Si torna in superficie, dove lo stesso Sam dopo aver vomitato uno strano liquido nero in cui serpeggiano viscidi parassiti si alza per osservare un enorme cratere, su cui fluttuano cinque enigmatiche figure.
Once there were an explosion, a bang wich gave rise to life as we know it… and then, came the next explosion
Interpretiamo la prima esplosione di cui parla Sam come la creazione, la seconda, invece può essere quella che modificato tutto, il corso del tempo e dello spazio, portandoci quindi alle avventure che vivremo in Death Stranding.

Kojima riempie questo nuovo, lunghissimo trailer, con allusioni a teorie scientifiche come i viaggi nel tempo, buchi neri e wormhole, mettendo in scena una sequenza sbalorditiva per ambizione artistica e concettuale. Non conosciamo ancora il gameplay del progetto, ma quel che abbiamo visto basta e avanza per rimanere incantati e affascinati dalla nuova opera di un autore che non rinuncia mai a rischiare e reinventare. Non sappiamo se quest”eccessiva carica di aspettative, unita alla totale libertà creativa di Kojima, porterà allo sviluppo di un gioco ottimo, se non di più. C’è il rischio che tutti questi presupposti vengano poi traditi: il risultato, alla fine, deve essere solido e concreto, capace di unire l’anima autoriale ad un altra più concreta. Viste le premesse però siamo ben felici di vivere questo rischio assieme al creatore di Death Stranding e ai milioni di appassionati che, come noi, questa notte si sono emozionati.