Recensione

Chaos on Deponia

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a cura di Specialized

Chi segue la scena avventurosa europea (e soprattutto tedesca) avrà già sentito parlare della trilogia di Deponia, una nuova serie targata Daedalic Entertainment che ha esordito a inizio anno con un primo e acclamato capitolo, che è poi approdato in versione italiana pochi mesi fa con il titolo Fuga da Deponia. Abbiamo appena fatto in tempo a gustarcelo che ecco giungere sul mercato il sequel Chaos on Deponia, per ora disponibile solo in lingua inglese (parlato e sottotitoli) su Steam e Zodiac a 19,99 euro. Una completa localizzazione italiana, come quella fatta da FX Interactive per il primo capitolo, non dovrebbe tardare più di tanto, ma per ora bisogna accontentarsi di questa versione digitale e, vista la centralità dei dialoghi nell’economia del gioco, pensateci due volte prima di fare l’acquisto se non conoscete bene l’inglese. L’altro consiglio è di giocare prima a Fuga da Deponia se si vuole assaporare al meglio questo sequel, che iniziando subito dopo gli avvenimenti del predecessore dà per scontati alcuni elementi narrativi e rischia di non essere compreso appieno.
L’eterno sogno di Rufus
Conscio di aver fatto già un ottimo lavoro con l’esordio della trilogia, il team tedesco è voluto andare sul sicuro con Chaos on Deponia. cambiando davvero pochissime carte in tavola e optando se mai per una longevità maggiore, una grafica ancora più curata e un leggero abbassamento della difficoltà, che non risparmia comunque qualche piacevole picco adatto agli avventurieri più esperti. Naturalmente il protagonista del gioco è ancora Rufus, che nonostante i buoni propositi non ha rinunciato al sogno di abbandonare per sempre Deponia per approdare nell’incantevole Elysium. Contando che Deponia è una città costruita su una discarica, non si può dare torto a Rufus, ma il guaio del giovane protagonista è che continua a combinare un disastro dietro l’altro e anche in questo caso non fa eccezione. Senza spoilerare nulla, l’inizio del gioco è tra le cose più divertenti e geniali viste ultimamente in un’avventura grafica e il carattere di Rufus risalta fin da subito come meglio non potevamo sperare. E’ un peccato che non tutto il resto dell’avventura riservi trovate demenziali di questa levatura, ma la trama è ben scritta e articolata, i dialoghi non deludono e il mondo di gioco, incentrato su una nuova zona esplorabile di Deponia, è ancora più vasto di quello visto nel capitolo precedente. Non è un caso se è stata inserita una mappa di gioco per spostarsi istantaneamente tra una zona e l’altra di Little Venice e anche la longevità, che può variare dalle otto alle dieci ore, è aumentata e per fortuna non presenta cali di interesse o passaggi troppo “smorti”.
La pazza città di Deponia
Questo anche grazie al sempre validissimo mix di dialoghi, puzzle, enigmi con oggetti e anche simpatici (benchè non fondamentali) mini-giochi, che vanno a comporre un gameplay variegato e mai banale nonostante una certa tendenza al backtracking che ad alcuni potrebbe risultare un po’ fastidiosa. Anche la scarsità di indizi su come proseguire, che affiora qua e là, può portare a qualche momento di stanca, ma nel complesso basta parlare con i PNG per sbloccare la situazione e in ogni caso l’avventura scorre in modo assolutamente godibile. Inoltre, ai personaggi già visti in Fuga da Deponia, se ne sommano di nuovi sempre caratterizzati da trovate un po’ fuori di testa e comunque esilaranti. Rispetto al predecessore, Chaos on Deponia è una specie di “more of the same” ma nel senso buono del termine, ovvero un titolo che ha mantenuto di buono quanto c’era prima e lo ha migliorato e ampliato. Certo, qualche enigma più impegnativo ci poteva benissimo stare (non aspettatevi insomma un Resonance in salsa demenziale), ma visto l’andazzo delle avventure odierne qualche passaggio complesso non manca e quindi anche gli avventurieri di lungo corso non si preoccupino. 
Un mondo color pastello
Come ciliegina sulla torta troviamo poi un comparto grafico ancora più bello e delizioso. I fondali disegnati a mano sono semplicemente splendidi, i personaggi si muovono con naturalezza e la ricchezza dei colori e dei contrasti cromatici fà il resto. Su questo versante Daedalic Entertainment non ha mai deluso (si pensi solo a The Whispered World e a The Dark Eye: Chains of Satinav), anche se non è raro trovarsi di fronte a improvvisi e ingiustificati cali di frame-rate e a qualche glitch grafico. Evidentemente le ultime rifiniture all’engine Visionaire non sono andate per il verso giusto e forse, per la fretta di uscire sul mercato il prima possibile, il gioco non ha goduto di un testing appropriato. Si tratta comunque di piccolezze che intaccano solo minimamente l’esperienza di un gioco bello da vedere, divertente da giocare e longevo, che lascia ben sperare per un terzo episodio ancora più riuscito e promettente.         

– Avventura longeva e divertente

– Buon mix di enigmi, puzzle e mini-game

– Grafica curata e coloratissima

– Qualche calo di frame-rate

– Parlato e sottotitoli solo in inglese

– Gioco non molto impegnativo per i giocatori più esperti

8.5

Se già Fuga da Deponia aveva convinto pienamente, questo sequel migliora ulteriormente quanto fatto di buono a inizio anno da Daedalic Entertainment. Chaos on Deponia è infatti un’avventura divertente, ricca di dialoghi e situazioni demenziali, più longeva della media e forte di un notevole comparto grafico. Avremmo giusto preferito qualche enigma un po’ più impegnativo e una fase di testing più accurata, ma pur con questi piccoli difetti il gioco conferma il team tedesco come una delle migliori realtà avventurose degli ultimi tempi e non vediamo l’ora di buttarci a capofitto nel terzo e conclusivo capitolo di questa bellissima trilogia.

Voto Recensione di Chaos on Deponia - Recensione


8.5