Anteprima

Call of Duty WWII, provato il nuovo shooter sviluppato da Sledgehammer

Avatar

a cura di YP

Gamescom 2017, ovvero l’occasione per rimettere finalmente le mani su Call of Duty WWII, il nuovo sparatutto di Activision sviluppato dai ragazzi di Sledgehammer che si carica sulle spalle l’onere di restituire linfa vitale ad un brand che negli ultimi anni iniziava a sentire la mancanza di una vena creativa capace di soddisfare i fan. Salutati i lidi futuristici, eccoci quindi ripiombare nella Seconda Guerra Mondiale, teatro di battaglie memorabili e per questo fonte di grande ispirazione. A Los Angeles abbiamo avuto un piccolo assaggio della campagna single player, che ci ha ricordato in maniera evidente i war movie più recenti, grazie a sequenze volutamente spettacolari e cinematografiche, condite da una violenza e un ritmo che ci ha lasciato a bocca aperta. A Colonia il focus si sposta totalmente sul multiplayer, che oltre a riproporre una guerra “di trincea” introduce diverse piacevolissime novità, tra cui spicca la War Mode. Non è finita però, perché Call of Duty WWII introdurrà anche gli Headquarters, ovvero uno spazio social dedicato dove poter interagire con gli altri giocatori. Abbiamo dedicato due ore alla prova di questo nuovo e stimolante COD: ecco le nostre impressioni.
Si stava meglio quando si stava peggio
La rinascita di COD passa prima di tutto dalla creazione e personalizzazione della classe. Dimenticate i numerosi slot dove inserire perk e abilità varie: WWII vi chiederà di scegliere una delle cinque Divisions -ad oggi- disponibili (Infantry, Airborne, Armored, Mountain, Expeditionary) e di associare ad essa un basic training, ovvero una skill che differenzierà in modo netto il vostro approccio al gameplay. Si spazia dalla ricarica mentre si corre alla raccolta automatica di munizioni dai cadaveri degli avversari: lo scopo è quello di limitare la scelta e, se vogliamo, semplificarla. In realtà la decisione diventa ancora più importante e fondamentale quando dovremo assemblare la nostra squadra. Snellire il sistema di personalizzazione ci obbliga a prestare molta più attenzione ai dettagli, e questa scelta di sviluppo ci è parsa davvero azzeccata. La progressione del personaggio poi sarà slegata da quella delle Divisions, che godranno quindi di un rank autonomo che una volta aumentato sbloccherà diversi oggetti, tra cui l’arma esclusiva della Divisione in questione. Non manca ovviamente il prestigio, previsto sia per il rank del soldato, sia per quello della Divisione. Il modello utilizzato per creare questo sistema di crescita ed equipaggiamento del personaggio prende ispirazione dal passato di Call of Duty: l’obbiettivo dichiarato è quello di restituire un’esperienza in linea con lo storico e amato passato del brand, senza però rinunciare alle innovazioni. COD WWII si dimostra infatti un capitolo ricco di spunti interessanti, che spaziano dal sistema di gestione del personaggio alle modalità, senza dimenticare l’occhio di riguardo riservato al lato social del gioco di cui parleremo in seguito.
La Guerra è cambiata
La nostra prova comprendeva modalità classiche, come TDM, Hardpoint e Domination. L’attenzione però si è inevitabilmente riversata sulla War Mode, la vera peculiare novità su cui WWII punta, sfoggiandola come un vero e proprio punto forte della produzione. La modalità divide le squadre in attacco e difesa, con gli attaccanti che dovranno portare a termine diversi obbiettivi mentre avanzano all’interno dello stage. La mappa che abbiamo provato è Operation Breakout, che prevedeva tre diverse fasi: fare breccia in una villa, costruire un ponte e impossessarsi di un carro armato per completare l’incarico e portare a casa la vittoria. Quello che colpisce è l’estremo dinamismo dei vari obbiettivi, che evitando la classica conquista di vari punti obbliga la squadra ad adattarsi alla situazione. La prima porzione di gioco era insuperabile se non ci si equipaggiava di SMG e granate fumogene; il ponte era invalicabile se non si disponeva di un adeguato supporto da parte dei cecchini; il carro armato non poteva avanzare se gran parte del team non forniva un buon fuoco di copertura con dei fucili d’assalto. Insomma War Mode esalta le qualità di questo nuovo Call of Duty e si candida ad essere la modalità preferita dai giocatori che prediligono la cooperazione e la competitività. Ci à stato assicurato che tutte quante le mappe disponibili dal day one saranno ben architettate e che, soprattutto, conserveranno l’ottimo dinamismo visto in Operation Breakout. L’ultima grossa novità è rappresentata dalla zona social, che prende il nome di Headquarters. Un vero e proprio campo militare dove poter incontrare nuovi giocatori, migliorare le proprie skill e organizzarsi per affrontare assieme la sfida del multigiocatore. Non avendo potuto esplorarla concretamente, ci limitiamo a dire che l’idea ci è parsa ancora una volta giusta e ben sviscerata: le premesse sono più che buone, Sledgehammer vuole infatti creare un posto dove la community possa incontrarsi, confrontarsi e creare nuovi clan che poi si riverseranno nei server. Shooter come Destiny sono di grande ispirazione per questa tipologia di features, e siamo davvero curiosi di toccare con mano l’idea sviluppata da Call of Duty che prova in qualche modo ad avvicinarsi agli sparatutto che ambiscono ad inglobare al loro interno elementi tipici degli MMO.
Gameplay solido
Non vogliamo ovviamente dimenticare il gameplay, che in questo WWII elimina wallrun e movimenti prettamente futuristici. Piedi ben saldi a terra e ritmo al solito frenetico e caratterizzato da un time to kill che nonostante sia perfettamente in linea con lo stile del brand, sembra voler evitare in parte l’estrema facilità con cui si può uccidere l’avversario. Sarà anche merito delle armi, che grazie ad archetipi tipici della Seconda Guerra Mondiale hanno una stabilità non troppo elevata e che costringe il giocatore a prestare molta attenzione sia alla fasi di shooting, sia agli accessori da aggiungere allo scheletro delle bocche di fuoco. L’inventario è vario e capace di soddisfare tutte le tipologie di giocatori: fucili d’assalto, mitragliette, cecchini e chi più ne ha più ne metta. Insomma l’offerta studiata e proposta da Sledgehammer per questo nuovo Call of Duty ci è sembrata completa, non particolarmente azzardata nei contenuti ma comunque ben rifinita e sicuramente soddisfacente.

Gameplay fedele al brand ma arricchito dal sistema delle Divisions e Basic Training

La modalità War è il fiore all’occhiello del comparto multiplayer

Sledgehammer ha svolto indubbiamente un ottimo lavoro. Call of Duty WWII è un FPS solido e ben concepito, che oltre a restituire nuovo smalto al brand introduce due grosse novità che sicuramente scalderanno il cuore dei fan. La modalità War e la zona social Headquarters sono features interessanti e utili ad ampliare l’offerta dello shooter distribuito da Activision, che si prepara ad arrivare sul mercato conscio di poter regalare ai suoi milioni di giocatori una campagna single player che si preannuncia spettacolare ed intensa, unita ad un comparto multigiocatore di tutto rispetto.