Recensione

Batman: Arkham Knight

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a cura di LoreSka

Gotham City è moribonda. Gotham City è stata ferita dalla paura. Lo Spaventapasseri ha creato una tossina capace di trasformare la mente delle persone in un crocevia di incubi, così potenti e terrificanti da portare l’uomo alla follia, fino a spingerlo a commettere atti indicibili o, peggio, a costringerlo a trovare sollievo attraverso il suicidio. La popolazione è stata evacuata, e per le strade si aggirano i pochi uomini di legge rimasti in servizio e un vero e proprio esercito di criminali. Tutto sembra perduto, quando il bat-segnale viene attivato un ultima volta per chiedere un sacrificio al Cavaliere Oscuro. Perché per salvare Gotham e, forse, il mondo intero, Batman deve morire. 
 
Maturità 
Il terzo capitolo della trilogia di Arkham ad opera dei Rocksteady è la consacrazione di quella saga che ha cambiato per sempre il mondo dei tie-in, capace in un solo colpo di spazzare via  lo stereotipo che vede associare ai videogiochi tratti da film, libri e fumetti dei prodotti di scarsa qualità. Arkham ci ha presentato il miglior Batman visto nella storia dei videogame, fissando un nuovo standard per quanto riguarda le produzioni di questo tipo. 
Così, con l’avvento del capitolo conclusivo di questa importantissima saga, le cose sono diventate davvero serie e Rocksteady ha avuto il difficile compito di terminare l’avventura nel migliore dei modi. La scelta è ricaduta sulla produzione di un capitolo straordinariamente maturo, più oscuro, serio e complesso dei predecessori. Un gioco che, da un punto di vista strettamente narrativo, prende a cazzotti nello stomaco il giocatore, offrendogli continui colpi di scena e tematiche che si spingono spesso al confine tra la realtà e l’illusione. Il tema della follia, incarnato da Joker nei precedenti capitoli della serie, in Arkham Knight viene reinterpretato e assorbito da Batman, il cui viaggio si trasforma inesorabilmente in un percorso senza ritorno, dove il mondo inizia a sgretolarsi e la mente di Bruce Wayne comincia a vacillare sotto l’influsso delle tossine dello Spaventapasseri e con la presenza di momenti che colpiscono al cuore l’uomo sotto la maschera del pipistrello. E, perché no, l’uomo o la donna dall’altro lato dello schermo. 
Non vi rovineremo la sorpresa, ma vi basti sapere che la morte di Joker si è trasformata in qualcosa di terribile per Batman, fornendo inoltre una sorta di via libera a uno dei piani più malvagi dello Spaventapasseri e dei suoi alleati, che vede la presenza di un nuovo antieroe chiamato Cavaliere di Arkham, la cui identità resta un mistero. Nuove alleanze e nuove guerre nascono di continuo, con vicende che spesso si intrecciano con i sentimenti delle persone coinvolte, dando luogo ad improbabili rovesciamenti del punto di vista che mai ci saremmo aspettati in un gioco che si svolge in una sola notte. 
Da questo punto di vista, dunque, Batman: Arkham Knight è il gioco con la storia più interessante e stratificata della trilogia, che non mancherà di farvi sussultare di fronte ai suoi colpi di scena e vi trascinerà lentamente in un incubo senza più ritorno.  
 
Una nuova compagna 
Uno degli aspetti più discussi di Batman: Arkham Knight riguarda l’arrivo della Batmobile, per la prima volta presente nella serie come veicolo utilizzabile dal giocatore. La Batmobile con cui abbiamo a che fare, però, non è la stessa auto entrata nell’immaginario batmaniano. Non si tratta della solita auto dalla forma allungata che sputa fiamme da un postbruciatore, bensì di un veicolo tattico e corazzato, capace di muoversi per le strade di Gotham e di trasformarsi in un’arma di artiglieria pesante con il semplice tocco di un pulsante. 
Sulla strada, la Batmobile non è certo il veicolo supersonico a cui siamo abituati. I suoi movimenti sono pesanti, e la sua manovrabilità è paragonabile a quella di un carrello della spesa. Da questo punto di vista, gli sviluppatori hanno mostrato una certa debolezza nell’implementare un modello di guida credibile, e la velocità massima raggiunta dall’auto non è tale da giustificare l’uso della Batmobile per lunghi spostamenti all’interno della vastissima Gotham. Così, il giocatore si troverà presto a preferire il volo con mantello e rampino alle scorrazzate in auto, che tuttavia trovano un loro spazio in alcune sezioni della campagna principale e in numerose missioni secondarie, incluse le celebri sfide dell’enigmista che si basano esclusivamente sull’uso della Batmobile in divertenti percorsi pieni zeppi di trappole. 
Il discorso cambia in maniera diametralmente opposta quando si utilizza la Batmobile come veicolo tattico. In questi casi, l’auto modifica il suo sistema di controllo, trasformandosi in una sorta di hovercraft capace di muoversi in qualunque direzione sull’asfalto. Le due armi a disposizione, costituite da un cannone pesante e un mitragliatore, consentono delle lunghe e intense battaglie con i numerosi veicoli armati presenti a Gotham City, che vengono impreziosite da un sistema di missili teleguidati che si attiva accumulando una killstreak sufficientemente lunga. Il giocatore si trova quindi chiamato a tirare fuori l’artiglieria in numerosi momenti e, in alcuni casi, l’uso della Batmobile è fondamentale per aprirsi la strada attraverso veicoli che, altrimenti, crivellerebbero Batman come un colabrodo. 
Al contempo, l’auto può essere utilizzata per risolvere alcuni semplici puzzle ambientali, per sfondare pareti e, naturalmente, per aiutare Batman anche a distanza, attraverso il controllo remoto dell’auto visto innumerevoli volte nei film e nei fumetti del Cavaliere Oscuro. 
In alcuni casi la Batmobile sembra trasformarsi in una sorta di alter ego di Batman, e il giocatore è chiamato ad utilizzarla per superare alcune originalissime sezioni stealth che richiedono di aggirare i veicoli corazzati nemici e di metterli fuori uso senza farsi individuare. 
Infine, qualora ve lo steste chiedendo, la Batmobile non viola il voto di Batman di non uccidere i cattivi: il veicolo è infatti dotato di un dispositivo che respinge e stordisce i nemici investiti, e le armi passano all’impostazione non-letale quando vengono rivolte a un veicolo guidato da criminali o verso i cattivi che vagano a piedi per le strade di Gotham. Non vi preoccupate, però: poiché quasi tutti i veicoli armati presenti nel gioco sono droni teleguidati senza equipaggio, ci saranno parecchie cose da fare esplodere. 
 
Come prima, più di prima 
Dopo un inizio piuttosto lento e incentrato quasi esclusivamente sull’uso della Batmobile, Batman: Arkham Knight torna a mostrare tutti gli aspetti che hanno reso famoso il gameplay di questa saga. Se avete la pazienza di superare indenni le prime tre ore di gioco, scoprirete che Batman ha da offrire il consueto free flow system, che per questa occasione è stato reso ancora più fluido e soddisfacente. Ben presto vi troverete a che fare con manipoli di nemici piuttosto numerosi, spesso radunati in gruppi variegati che includono sgherri comuni, nemici con armi da fuoco, nemici stordenti e cattivi armati di coltello. Il combattimento scorre fluido e semi-guidato dal free flow system che, tuttavia, richiede un certo tempismo per portare a termine delle combo elevate. Batman è sensibilmente più forte dei nemici che lo circondano, e in generale possiamo affermare che gli scontri in Arkham Knight non siano particolarmente complessi se affrontati con un po’ di criterio. 
Quello che rende affascinante il combattimento in Arkham Knight, dunque, si riscontra nella grande varietà di approcci possibile in ciascuno scontro. Affrontare i nemici a mani nude è utile in situazioni non troppo movimentate, ma nella quasi totalità dei casi il giocatore è chiamato a pianificare i propri scontri. Grazie alla presenza dei numerosi gadget, infatti, il giocatore può prepararsi alla battaglia disattivando fino a un massimo di tre armi nemiche, sistemando delle trappole, stordendo un gruppo di nemici con il Batarang o lasciando che la Batmobile teleguidata compia una parte del nostro lavoro. A questo, naturalmente, si aggiunge la componente stealth, da sempre presente in questa saga e che in Arkham Knight trova dei veri e propri picchi di utilizzo nella seconda parte del gioco, quando i nemici armati si fanno sempre più numerosi e la sorveglianza si arricchisce con l’arrivo di alcuni fastidiosi droni volanti. 
Infine, il combattimento è stato ulteriormente arricchito grazie all’arrivo di alcuni elementi mai visti nella saga. In primo luogo, è stata aggiunta una modalità denominata “terrore” che consente di mettere ko fino a un massimo di tre nemici attraverso un’azione compiuta in un bullet time della durata di pochi secondi. Questo particolare sistema, caricato attraverso una barra che si riempie affrontando i nemici in maniera tradizionale, consente di lanciarsi con effetto sorpresa nel vivo della battaglia, mettendo immediatamente fuori combattimento tre nemici e scatenando il panico tra gli altri. Il giocatore deve essere rapido e preciso nello sfruttare il bullet time una volta attivata la modalità “terrore”, e deve avere l’intelligenza di sapere scegliere con cura i tre nemici da mettere ko prima degli altri. 
In secondo luogo, in Batman: Arkham Knight fa capolino la modalità dual play, che consente a un secondo personaggio di intervenire e combattere a fianco dell’Uomo Pipistrello. Il sistema è semplice: attraverso la pressione di un pulsante si può passare al comando di un secondo personaggio (ad esempio Robin) e continuare a combattere in maniera fluida, senza interrompere il counter delle combo. In alcuni casi è possibile chiamare una mossa a due, che fa entrare in gioco il secondo personaggio per effettuare un ko coordinato e quasi istantaneo, che si rivela necessario contro alcuni boss. Il dual play non è naturalmente sempre presente, ed è limitato ad alcuni momenti della campagna principale e delle missioni secondarie. In ogni caso, quando attivo funziona piuttosto bene e rende i combattimenti ancora più movimentati e chiassosi. 
 
Gigantesco e impressionante 
L’aspetto che, tuttavia, ci ha più impressionato in Batman: Arkham Knight si riscontra nell’enorme portata di questo gioco. Non parliamo solo di una maggiore dimensione della mappa di Gotham, che triplica quanto visto in Arkham City, ma di una struttura open world che ha più che raddoppiato la durata del titolo. Parliamo di una campagna principale che supera le quindici ore di gioco, e che rappresenta appena un terzo dei contenuti di Arkham Knight. 
Le missioni secondarie sono spesso quest di lunghezza più che dignitosa, divise in sotto-capitoli e capaci di narrare delle storie intriganti. Come in un buon gioco di ruolo, Batman: Arkham Knight riesce a mettere in atto alcuni momenti narrativi davvero interessanti anche nelle insospettabili missioni secondarie, le quali ci portano ad indagare su omicidi irrisolti, a salvare persone scomparse o ad occuparci di una sexy gattina con una bomba al collo. Vi sono buoni motivi per effettuare qualche deviazione dalla trama principale, e in generale Arkham Knight è un titolo capace di offrire una varietà di contenuti sorprendente. 
Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che la struttura open world ha consentito di introdurre numerose missioni minori, spesso attivate dalle radiocomunicazioni captate da Batman nel corso delle sue ronde, che ci hanno più di una volta divertito con dei dialoghi ben congegnati. 
Le missioni, spesso, richiedono di fare uso della modalità detective, qui ulteriomente migliorata grazie alla presenza di sezioni che richiedono di analizzare le prove attraverso complesse scansioni, o attraverso ricostruzioni computerizzate degli eventi accaduti che trasformano il gioco in un vero e proprio adventure game basato sulla raccolta di indizi. In alcuni momenti siamo rimasti a bocca aperta dalla presenza di alcuni inserti a dir poco geniali, che hanno spremuto a fondo le nostre meningi lasciandoci un forte senso di autocompiacimento al momento della soluzione dell’enigma. 
Infine, la vastità di Batman: Arkham Knight si nota anche nel complesso albero delle abilità di Batman, che questa volta aggiunge i potenziamenti della Batmobile. Le possibilità di personalizzare il proprio alter ego sono gigantesche, e la quantità di punti abilità necessaria per portare al massimo tutte le abilità è così grande che dovrete trascorrere qualche decina di ore nel gioco prima di poter iniziare a respirare un senso di onnipotenza. 
 
Tecnicamente impressionante 
Il gioco lo abbiamo testato su PS4 a causa di un’esclusiva concordata tra la casa produttrice e Sony, ma possiamo affermare che – anche su console – Arkham Knight è un vero e proprio gioiellino tecnico. Benché bloccato a 30 fps, il colpo d’occhio è impressionante e tutta l’avventura procede senza neanche un caricamento e con una fluidità quasi impeccabile, fatta eccezione per alcuni momenti a bordo della Batmobile. Gli sviluppatori hanno trovato dei modi encomiabili per mascherare le sezioni in cui vengono caricate parti nuove di livello, e il risultato finale è un’esperienza senza soluzione di continuità che ci ha sorpresi in più di un’occasione. In alcuni momenti, ad esempio, siamo passati da un primissimo piano di Batman a una vista dall’alto dell’intera città di Gotham attraverso un piano sequenza, per poi tornare a Batman senza notare neanche un singolo popup di texture ed elementi scenici. Gli sviluppatori hanno saputo risolvere molti dei problemi dell’Unreal Engine 3, che per l’occasione è stato spremuto in una maniera mai vista prima. 
Come avvenuto nei precedenti capitoli, anche il doppiaggio italiano di Arkham Knight è di qualità eccellente. Ritroviamo Marco Balzarotti, perfetto nel ruolo di Batman e capace di affrontare in maniera drammatica i momenti più intensi dell’avventura. A completare il tutto vi è una colonna sonora di ottima qualità, composta da Nick Arundel e musicalmente legata ai temi degli altri due capitoli.

– Storia matura e ricca di colpi di scena

– Gameplay ulteriormente affinato

– Missioni secondarie di ottima qualità

– Tantissimi contenuti

– Tecnicamente impressionante

– Il sistema di guida della Batmobile è deludente

– Parte piuttosto male

9.0

Batman: Arkham Knight non è solo la drammatica conclusione di questa trilogia rivoluzionaria: è il momento più alto mai raggiunto da un tie-in. Nonostante alcuni problemi di ritmo nella parte iniziale e un sistema di guida della Batmobile non proprio immacolato, il gioco ha saputo divertirci per un numero inaspettatamente elevato di ore, offrendo alcune variazioni alla collaudatissima formula che ne hanno migliorato ulteriormente il risultato finale. La storia è la più cruda e complessa della saga, e i temi affrontati lasciano il segno sia nell’eroe che nel giocatore, presentando una serie di colpi di scena che ci hanno colpito al cuore. Batman si conclude davvero nel migliore dei modi, con un titolo eccellente che vi consigliamo di non lasciarvi scappare.

Voto Recensione di Batman: Arkham Knight - Recensione


9