Recensione

Alienation

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a cura di Mapaan

Il binomio Sony-Housemarque è riuscito ad aggiungere degli ottimi prodotti alla line-up digitale di Playstation. Tra Dead Nation, Super Stardust e quella perla di Resogun, il piccolo studio finlandese non ha praticamente mai sbagliato un colpo. Alienation rappresenta “soltanto” un altro passo nella direzione giusta e non tradisce gli ideali di questi sviluppatori: si parla infatti sempre di un’esperienza da twin stick shooter, fortemente arcade, che fa del gameplay il proprio punto di forza. Dopo i primi video rilasciati, gran parte dell’utenza Playsation si è chiesta però se il gioco in questione non fosse altro che un Dead Nation con una sostituzione delle skin dei nemici, passati dall’essere zombi ad alieni. Ad amplificare tale concetto c’è la volontà dello studio di ribadire spesso e volentieri che Alienation sarebbe stato un sequel spirituale… ma è davvero così ? La risposta non è così semplice, cerchiamo di capire cosa vuole offrirci davvero Housemarque questa volta. 

Oh, che classi…
La trama che fa da sfondo al titolo è molto banale: in un imprecisato futuro la Terra è stata invasa da una razza aliena che vuole prendere il controllo del pianeta; i governi decidono di respingere tali forze extraterrestri creando un nuovo esercito costituito da squadre equipaggiate con rivoluzionari esoscheletri. In generale risulta narrata, con il passare delle ore, in modo molto mediocre; tuttavia appare chiaro come il plot sia, giustamente in giochi di questo tipo, un semplice pretesto per dare inizio alle danze. Esattamente come avveniva in Dead Nation, Alienation ci lancia nel bel mezzo dell’azione senza troppi complimenti, con un tutorial iniziale che può anche essere saltato, spiegandoci le azioni di base direttamente in missione. L’impatto iniziale è molto simile al gioco a tema zombie lanciato su PS3 e poi riproposto su PS4; con la levetta sinistra ci si muoverà all’interno di livelli isometrici, parecchio sviluppati e inquadrati da una telecamera fissa, mentre con l’analogico destro si avrà la possibilità di scegliere dove direzionale lo sparo. Si avrà ovviamente anche la possibilità di compire un colpo in mischia, di effettuare degli scatti e di lanciare delle granate o altri tipi di equipaggiamento. Più si andrà avanti nel gioco più possibilità avrà il giocatore di variare nell’uso delle diverse tipologie di equipaggiamento disponibile: se infatti i vari livelli verranno esplorati degnamente e con cognizione di causa si avrà accesso a vari sbloccabili ed armi/potenziamenti speciali. Insomma, fino a qui, per via soprattutto delle tipologie di gioco molto simili – per non dire uguali – le due produzioni Housemarque presentano tanti elementi in comune tra loro, eppure qualche differenza nelle meccaniche risulta evidente dopo poco tempo. Inizialmente infatti si dovrà scegliere fra tre differenti classi con abilità uniche; apparentemente tali differenze sembreranno minime, eppure nelle fasi in-game la diversità d’approccio si farà sentire parecchio. Il giocatore potrà decidere di impersonare uno bio-specialista, un vero e proprio “laboratorio mobile” moderno in grado di rianimare i compagni (in modalità cooperativa) e di assorbire vita dai nemici caduti in battaglia; un tank, un “carro armato su gambe” dotato di una massiccia artiglieria e in grado di scatenare onde shock, effettuare slanci potenziati ed utilizzare devastanti attacchi fisici; infine si potrà scegliere anche di essere un sabotatore, assassino silenzioso dotato di spada e capace di usare l’invisibilità per recarsi dietro le linee nemiche. La possibilità di scegliere tra queste diverse classi permette al giocatore di vivere esperienze assai diverse tra loro, riuscendo a donare non solo una certa varietà nell’esperienza di gioco ma anche un’alta rigiocabilità. Altro elemento che rende differente l’esperienza di Alienation rispetto a quella di Dead Nation è da ricercare nel ritmo di gioco, molto più veloce, quasi “infernale”, con una quantità di nemici su schermo davvero incredibile, che sostanzialmente non dà mai tregua al giocatore.  
 
Andiamo avanti, insieme!
Quando si sviluppa uno shoot ’em up isometrico, in questo caso specifico un twin-stick shooter se preferite, uno dei problemi principali è sicuramente la ripetitività che purtroppo è già presente nell’anima del genere di appartenenza, eppure Housemarque con il suo Alienation è riuscita ad utilizzare diversi accorgimenti per donare varietà al prodotto. Oltre la suddetta scelta delle classi, va segnalata anche la diversificazione dell’esperienza in base al gioco in single player o in multiplayer. Va però prima fatta una piccola premessa, vi diciamo subito infatti che il prodotto del team finlandese dà il meglio di sé in cooperativa. Se giocato con gli amici il divertimento si moltiplica, così come i nemici su schermo, riuscendo a dare la possibilità al giocatore di adottare modi di giocare sempre differenti in base alla tipologia di classe scelta dai partecipanti alla missione. Giocando da soli invece sarà sempre meglio non buttarsi del tutto nella mischia, scegliendo attentamente il tempo più adatto per utilizzare abilità ed equipaggiamenti e tenendo bene in mente che tattica si vorrà portare avanti per evitare di morire, andando così a guadagnare un maggiore quantitativo di punti esperienza; con il passare delle ore però, quella ripetitività a cui prima facevamo riferimento la sentirete molto più che in compagnia, in modo quasi amplificato. Se non doveste avere amici con cui giocare avrete comunque la possibilità di avere compagnia unendovi a partite pubbliche in corso o creandole voi stessi in attesa che qualcuno si unisca. Segnaliamo la grave mancanza della cooperativa in locale al D1; Housemarque ha però già confermato che verrà aggiunta tramite patch in futuro. I tre livelli di difficoltà disponibili ci sono sembrati ben bilanciati, facendo sì che quello massimo sia una vera e propria invasione aliena, un vero inferno sulla terra in cui sopravvivere non è per nulla semplice: dovrete farvi strada in ambienti distruttibili, dal level design però non sempre ispirato e ben studiato, e tramite armi e potenziamenti, ma soprattutto usando il cervello, forse riuscirete a cavarvela tenendo ben in mente che in cooperativa la cosa si fa ancora più complessa. E ricordate che con la squadra giusta, niente è impossibile. Va detto però che Alienation riesce a regalare soddisfazioni anche ai livelli di difficoltà più bassi cosicché anche chi non non vuole una sfida eccessivamente complessa possa divertirsi ugualmente. Il gioco, automaticamente, andrà ad aumentare o diminuire il numero di nemici, modificare i pattern, la dimensione e la potenza degli avversari in base al numero di giocatori in partita e all’eventuale livello di difficoltà scelto. 
Una vera e propria invasione aliena su schermo.
Anche sotto l’aspetto tecnico Alienation ci ha senza dubbio convinti; il motore del gioco è in grado di gestire decine e decine di elementi su schermo senza mai dare segni di cedimento e in generale, nonostante l’impatto grafico non sia incredibile, Housemarque ha svolto il proprio compito ottimamente. 
Considerando la bontà generale dell’intero lavoro svolto e la solidità dello stesso, non ci sentiamo neanche di lamentarci della mancanza dei 60 fps. Discreti gli effetti sonori, mentre risulta un po’ altalenante la colonna sonora. Il gioco non ci ha invece convinti del tutto artisticamente: da un punto di vista estetico, ma anche come varietà e originalità, con il bestiario si poteva fare di più, così come con alcuni livelli che risultano molto meno ispirati di altri. 

– Meccaniche profonde

– Livello di sfida interessante

– Tecnicamente solidissimo

– Altamente rigiocabile…

– In Single Player perde parecchio

– Per adesso niente coop in locale

– … ma contenutisticamente si poteva fare di più

8.0

Housemarque si conferma ancora una volta uno studio validissimo, in grado di dare ai giocatori prodotti estremamente interessanti, sviluppati con dedizione ed intelligenza. Alienation infatti è un ottimo titolo, forse non osa troppo, ma è uno dei migliori twin-stick shooter sul mercato e rappresenta l’ennesimo passo di questo studio indipendente nella direzione giusta. Al livello di contenuti si poteva fare qualcosina di più ma se siete amanti del genere e soprattutto se avete la possibilità di giocarlo con degli amici è un esperienza da non perdere.

Voto Recensione di Alienation - Recensione


8