Recensione

1000 Amps

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a cura di Francesco Ursino

Che senso può avere, nel mondo videoludico di oggi, una produzione che “pesa” all’incirca 6 mb? La domanda ha senso nel momento in cui si analizza il titolo oggetto di questa recensione, ovvero 1000 Amps, piccolo progetto indie sviluppato da Brandon Brizzi e disponibile su Steam al prezzo di € 4,99. Vediamo allora cosa offre questo pugno di byte.

Intruso! Intruso!Appena avviato 1000 Amps ci si accorgerà subito che si avrà a che fare con un gioco minimalista: espletate le poche formalità pre-partita, infatti, si partirà subito col gioco vero e proprio, che racconta la storia di Plug; il piccolo robottino in questione, e di riflesso il giocatore, ha il compito di ripristinare l’elettricità dell’ambiente di gioco, ovvero l’ Amp-Tree-System, cercando al tempo stesso di scacciare il temibile e misterioso intruso che si è reso responsabile della mancanza di corrente. Questo artificio narrativo consente al titolo di giocare su colori opposti: essendo l’elettricità mancante, la maggioranza dell’ambiente di gioco sarà infatti completamente al buio; sarà compito del giocatore “illuminare” le varie stanze di gioco (circa 150), formate da blocchi di colore bianco, riportando così l’elettricità in un’avventura che, indicativamente, potrà impegnare il giocatore anche per cinque, sei ore.

Segui la luceSe quindi il lato narrativo di 1000 Amps serve come mero pretesto per l’inizio dell’avventura, è l’analisi del gameplay che merita un approfondimento sicuramente maggiore. Come accennato poc’anzi, l’ambiente di gioco è diviso in stanze completamente buie: scopo del giocatore, relativamente a ogni stanza, è individuare e attivare dei nodi di elettricità (riconoscibili per essere dei blocchi completamente bianchi), semplicemente passandoci sopra. Una volta attivati tutti i nodi la stanza verrà illuminata in modo permanente; se, invece, si abbandona la stanza senza aver ripristinato tutti i nodi, questa ricadrà nel buio. Collegato al ripristino dei blocchi di energia vi è il discorso relativa alla “batteria” di Plug: il nostro robottino, infatti, potrà prodursi in salti sempre più alti man mano che si illuminano vari blocchi. Questa caratteristica si rivela preziosa e ben calibrata, visto che certi punti di alcune stanze sono, almeno in una prima parte dell’avventura, raggiungibili solo dopo aver acquisito una certa carica (ovvero, dopo aver ripristinato alcuni nodi). Questo discorso, però, è relativo solo a una stanza singola: una volta usciti da questa, la carica tornerà al livello minimo, e potrà essere ripristinata solo andando a ripristinare altri nodi.L’attività principale del gioco, dunque, si risolve nell’esplorazione delle varie stanze, andando a scovare i nodi di energia saltandogli sopra o sfiorandoli. Il tutto però, risulterà un po’ più complicato di quanto previsto; il gioco infatti prevede una serie di stratagemmi creati appositamente per rendere l’esplorazione più interessante: un esempio di quanto detto, se si vuole banale ma assai ricorrente durante la fruizione del titolo, è dato dai confini delle stanze di gioco; alcune volte, infatti, ci si ritroverà con un ultimo nodo di energia da scovare: questa particolare situazione consente di spiccare salti abbastanza alti che, senza fare attenzione, potrebbero portare il giocatore in un’altra stanza, mandando così in fumo tutto il lavoro svolto. Molte volte poi, il gioco introdurrà degli elementi come, ad esempio, particolari flussi che spingeranno Plug in una determinata direzione o, ancora peggio, speciali blocchi che andranno a spegnere i nodi precedentemente ripristinati. In questa situazione bisognerà far presto, e cercare di illuminare tutti gli elementi richiesti prima che questi fastidiosi elementi si producano nella loro azione diversiva.In aiuto al giocatore, in ogni caso, giungeranno un paio di feature interessanti; tra queste si segnala la presenza dei cosiddetti ”seed”, particolari elementi che, se collezionati, potranno essere sfruttati al momento opportuno per illuminare completamente una stanza senza dover cercare tutti i nodi luminosi. Il gioco, inoltre, consentirà anche una certa crescita del giocatore, donando a Plug, ad esempio, la possibilità di teletrasportarsi; questa circostanza permetterà di spostarsi in punti altrimenti difficili da raggiungere. Il potere in oggetto potrà essere utilizzato solo se si è illuminato almeno un blocco, visto che andrà a drenare la barra di energia di Plug (la quale si riempie, è bene ricordarlo, man mano che si illuminano i blocchi di una stanza).

Un buon insiemeSoffermandosi sul gameplay appena descritto, è bene dire che l’insieme dei vari elementi citati fa si che 1000 Amps risulti essere un titolo sufficiente, che strizza l’occhio all’utenza casual pur conservando un buon grado di sfida e, se si vuole, una certa componente strategica. Vero è che questo essere challenging alle volte potrebbe sfociare in una certa frustrazione: durante l’esplorazione di alcune stanze (in special modo verso la fine del gioco), infatti, la difficoltà proposta sarà discretamente elevata: per riuscire nel proprio intento, infatti, si dovrà tener infatti conto di diversi fattori quali il tempismo e l’ordine da seguire per poter illuminare a pieno la stanza.In ogni caso, il fulcro dell’intera analisi su 1000 Amps verte sul binomio sfida-frustrazione: il giudizio sul progetto di Brendan Brizzi sarà positivo o meno a seconda dell’importanza data dal giocatore a uno dei due fattori in questione.

Bianco e nero, tutto quaVeniamo all’analisi tecnica del titolo, che si rivela abbastanza semplice da effettuare. Abbiamo già avuto modo di dire che il gioco, interamente realizzato in flash, si basa esclusivamente sulla dicotomia bianco/nero, proponendo in ogni caso una esperienza visiva piacevole, ben definita, senza particolari sussulti negativi.Il versante audio, invece, regala qualche spunto di riflessione maggiore: man mano che si procede nell’opera di illuminazione dei vari nodi, infatti, il gioco proporrà un loop audio che scomparirà nel momento in cui si entrerà in una stanza vuota. Sebbene questo artificio possa risultare alla lunga ripetitivo, vero è che questa trovata riesce a dare al gioco una certa varietà che, nel corso della lunga opera di esplorazione, può solo far bene.Interessanti, poi, gli altri effetti sonori, che contribuiscono alla creazione di un ambiente di gioco tutto sommato gradevole.

HARDWARE

Requisiti di sistema (PC)

OS: Windows XP Processore: 2 GHz Memoria RAM: 256 MB Spazio su Hard Disk: 6 MB Flash Player 10

Requisiti di sistema (MAC)

OS: OS X Leopard 10.5.8, Snow Leopard 10.6.3, o superiore. Processore: Intel 2 GHz Memoria RAM: 256 MB Spazio su hard disk: 12 MB Flash Player 10

– Buon livello di sfida

– Piacevole comparto tecnico

– Longevo

– A volte frustrante e ostico in alcuni passaggi

6.5

Tornando alla domanda posta all’inizio dell’articolo, non sembra errato affermare che 1000 Amps sia un gioco con un proprio significato. Il progetto infatti ha un carattere al tempo stesso casual e strategico, e potrà rappresentare un discreto passatempo.

Vero è che alcuni frangenti di gioco, in ultima analisi, potranno risultare troppo ostici o frustranti per alcuni giocatori: per questo il giudizio complessivo sul prodotto non sembra possa ergersi verso livelli più elevati; in ogni caso, gli amanti dei giochi indie con componenti platform ed esplorative potrebbero concedergli una chance provando magari la versione dimostrativa (disponibile sul sito ufficiale).

Voto Recensione di 1000 Amps - Recensione


6.5