Immagine di When The Past Was Around | Lasciar andare - Recensione Switch
Recensione

When The Past Was Around | Lasciar andare - Recensione Switch

Di vivere, apprezzare, entrare in armonia e lasciar andare: When the Past Was Around è un punta e clicca che ora potete giocare anche su console. Scopriamo cos'ha da offrire

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Informazioni sul prodotto

Immagine di When the Past was Around
When the Past was Around
  • Sviluppatore: Mojiken Studio
  • Produttore: Chorus Worldwide
  • Distributore: Chorus Worldwide
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Data di uscita: 14/12/2020

"Diamo felicità ai membri della nostra famiglia, per ispirare le persone e costruire un mondo migliore."

Si presentano così i ragazzi di Mojiken Studio, team indonesiano dalla forte vocazione per immagini, che ha firmato di recente When the Past was Around.

Con una struttura e una direzione che richiamano in qualche modo alla memoria lo splendido Florence, la software house ha concentrato i suoi sforzi e la sua visione per raccontare, con un'avventura punta e clicca senza parole, i sentimenti, i ricordi insistenti, l'importanza di riuscire ad avere un'influenza positiva su chi incontriamo nella vita e, che ci piaccia o no, quella di saper lasciar andare.

When The Past was Around, un quadro in movimento

Uno dei motivi per cui, su Nintendo eShop (ma il gioco è già disponibile da qualche tempo su PC ed è anche su PS4 e Xbox One) potreste finire con il rimanere incuriositi da When the Past was Around è la sua direzione artistica. Il gioco è completamente illustrato a mano e si presenta come un vero e proprio quadro (parzialmente) in movimento. Le sequenze animate che narrano la vicenda si alternano agli scenari statici dove dovrete risolvere dei puzzle per proseguire.

In questo, il gioco è un punta e clicca tradizionalmente inteso: mentre vi muoverete lungo la vicenda, la protagonista rimarrà immobile al centro della stanza dove sono presenti tutti gli elementi necessari per risolvere i rompicapo che vi trovate di fronte. In alcuni casi, la situazione si fa più complicata, con più stanze in cui rovistare per mettere insieme chiavi, codici numerici, documenti con appunti e qualsiasi altra cosa possa essere utile alla fanciulla per raggiungere il prossimo scenario.

When the Past was Around è suddiviso in cinque diversi capitoli, ciascuno caratterizzato da delle ambientazioni estremamente comuni alla vita di tutti noi -- una scelta che rende la storia ulteriormente vicina a qualsiasi giocatore, anche se non vogliamo anticiparvi nulla in merito ai suoi contenuti e torneremo in seguito su questo aspetto. Potete aspettarvi un viaggio che vi accompagnerà tra una e due ore, a seconda della vostra rapidità nel destreggiarvi con gli enigmi, senza biforcazioni o possibilità di scelta.

Punta e clicca, o touch e clicca

Il grande vantaggio del giocare When the Past was Around su Nintendo Switch è sfruttare pienamente la modalità portatile della console. Il gioco, infatti, si gode al massimo della possibilità scollegando i Joy-Con dalla macchina di Nintendo e servendosi di quest'ultima come se fosse a tutti gli effetti uno smartphone.

Il cursore, normalmente affidato agli stick analogici, si trasformerà semplicemente nel vostro dito, con cui andrete a fare tap sullo schermo per interagire con i diversi elementi, per raccogliere oggetti che potrebbero esservi utili per il rompicapo in corso e per attivare alcune varianti nella stanza. Potrete, ad esempio, aprire degli sportelli, spalancare delle finestre, far scorrere l'acqua in un rubinetto sotto cui magari piazzare un secchio per raccoglierla: nelle sue logiche da avventura grafica, When the Past was Around esegue il suo compito senza alcuna infamia e senza eccessive lodi, proponendo una struttura che segue lo stilema del genere.

Gli enigmi sono spesso intelligenti, ma vi capiterà sicuramente più avanti nell'avventura di trovarne alcuni un po' meno brillanti di altri, che richiedevano magari di aguzzare la vista su elementi altrimenti trascurabili e che potrebbero suonarvi controintuitivi, per usare un eufemismo. Da questo punto di vista, quindi, il senso di progressione non è sempre bilanciato alla perfezione, perché ci sono alcuni indizi che viene richiesto vengano interpretati in modi non sempre coerenti e che potrebbero lasciarvi spiazzati.

Niente di proibitivo, in ogni caso, e dopo qualche giro a vuoto riuscirete sempre ad avere ragione dei puzzle che il gioco proporrà. Avrebbe aiutato, sicuramente, avere degli hotspot più precisi, a maggior ragione con il touchscreen, perché capiteranno anche momenti in cui sarete convinti di aver sbagliato a risolvere un enigma solo perché il vostro tap sull'oggetto che volevate utilizzare per sbloccare una porta non è stato colto come avrebbe dovuto.

Impara l'arte

Da un punto di vista del colpo d'occhio, When the Past was Around evidenzia una grandissima e strabordante personalità. L'intero gioco si sorregge sulle gambe della sua vocazione artistica, di cui non sono intrise solo le immagini e le animazioni delle sequenze che intervallano i diversi momenti nei capitoli, ma che potete percepire anche e soprattutto nel tipo delle interazioni possibili, nel ruolo portante della musica e nel modo in cui questa faccia da punteggiatura ai momenti di gioco.

Come succedeva in Florence, infatti, spesso è proprio la musica a legare alcuni momenti ludici e narrativi, e in questo caso ci sono delle sequenze in cui il giocatore deve a tutti gli effetti fare tap su delle note musicali che compaiono a schermo per proseguire. Nessuna aspirazione da rhythm game, però, perché queste ultime non finiranno con il mescolarsi con la melodia che accompagna le sequenze di gioco -- facendo anzi, piuttosto, da contrappunto. Si tratta, in sintesi, di momenti resi necessari dall'intreccio, che pongono ulteriormente l'accento sul ruolo fondamentale della musica all'interno della vicenda.

Per questo motivo, la colonna sonora non poteva che essere toccante e capace di imprimersi subito nella memoria -- ve ne accorgerete quando canticchierete la reiterata melodia basata sul susseguirsi di quattro note che si piegano a mezzitoni e ottave a seconda delle necessità e dei momenti che sta vivendo la protagonista.

Con un numero davvero ridotto di strumenti musicali, gli autori sono così riusciti a dare profondità e impatto alla loro opera grazie anche e soprattutto a linguaggio sonoro, che sostituisce come meglio non si poteva quello verbale, ricordando che non è sempre necessario sperticarsi in parole per veicolare delle emozioni o dei messaggi -- e, sicuramente, non lo è in When the Past was Around. Vi basti pensare, e non vogliamo fornirvi in sede di recensione ulteriori chiavi di lettura, la presenza fin nel titolo del gioco del simbolo di ripetizione della battuta nello spartito, raggiunto il quale anziché proseguire con la melodia si torna al punto di apertura. E la nostra protagonista ne sa qualcosa.

Se volete giocare When the Past was Around su Nintendo Switch, approfittate del prezzo della console su Amazon.

Voto Recensione di When the Past was Around - Recensione


7.2

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Intrecciarsi di musica e narrazione molto riuscito

  • Direzione artistica deliziosa

  • Significativo

Contro

  • Hotspot per le interazioni spesso imprecisi

  • I puzzle perdono di brillantezza verso la fine

Commento

Una curiosa debolezza degli esseri umani è la convinzione che gli aspetti della nostra vita siano immutabili, che siano essi positivi o negativi. Ci riempiamo la bocca e le giornate di "per sempre" che non sono in nostro controllo per trovarci, prima o poi, di fronte alla costrizione di imparare a lasciar correre, di reinventarci depennando promesse di eternità. When the Past was Around tenta di parlare di tutto questo senza proferire parola: lo fa con una struttura da punta e clicca estremamente classico, a cui si affiancano una direzione artistica con un uso intelligente della musica e delle deliziose illustrazioni realizzate a mano. Il risultato è un titolo che scorre via in un paio d'ore, migliorabile sotto l'aspetto puramente ludico e nel design dei suoi enigmi, ma che ha dalla sua il pregio di essere significativo.