C'è stato un momento, solo pochi giorni fa, in cui il terreno sotto i piedi della community di Xbox ha decisamente tremato.
Voci insistenti sui social hanno dipinto uno scenario apocalittico: la fine dell'hardware Xbox. Microsoft sembrava ormai, sulla carta, pronta ad abbandonare la guerra delle console per trasformarsi in un publisher puro, un gigante del software seduto comodamente su ogni piattaforma.
Per poche ore la domanda che aleggiava nell'aria non era "quando uscirà la prossima Xbox?", ma "ci sarà mai una prossima Xbox?".
Poi è arrivata la smentita ufficiale, ferma e decisa, da parte dei vertici di Microsoft. L'hardware non si tocca, la prossima generazione si farà (almeno per ora).
Il fantasma del monopolio
Un sospiro di sollievo collettivo, ma che ha lasciato una domanda più che legittima: in un mercato dove PlayStation domina le vendite e Nintendo naviga in un oceano tutto suo, c'è davvero ancora bisogno di una nuova console Xbox?
La risposta, senza alcuna esitazione, è sì. Non solo ne abbiamo bisogno: ne abbiamo un bisogno disperato.
L'esistenza di una console Xbox non è solo un bene per i fan del marchio, ma è inevitabilmente un baluardo contro la stagnazione e un motore di progresso di cui tutti, anche i giocatori più fedeli alla concorrenza, beneficiano ogni giorno, spesso senza nemmeno rendersene conto.
Per capire l'importanza di Xbox, dobbiamo fare un piccolo esperimento mentale. Immaginiamo un mondo in cui, dopo il successo straripante di PlayStation 2, Microsoft non fosse mai entrata nel mercato.
Un mondo in cui la console war non fosse mai realmente iniziata. Come sarebbe oggi il panorama videoludico?
Molto probabilmente, sarebbe un luogo più costoso e meno innovativo. Ricordiamo tutti il lancio di PlayStation 3: una macchina potente, ma venduta a un prezzo esorbitante che l'ha resa inaccessibile per tanti giocatori, noi compresi.
Il suo servizio online era gratuito, sì, ma era anche un'infrastruttura basilare, lontana anni luce dalla robustezza e dalle funzionalità social che stavano definendo lo standard su un'altra piattaforma: Xbox Live.
Fu proprio la concorrenza spietata di Xbox 360, con il suo online a pagamento ma di qualità superiore, le sue chat di gruppo cross-game e il suo marketplace digitale ben strutturato, a costringere Sony a rivedere completamente la sua strategia.
Quella competizione ha portato alla nascita del PlayStation Plus, un servizio che inizialmente offriva sconti e versioni di prova, per poi evolversi, sotto la costante pressione dei "Games with Gold" di Microsoft, fino a includere giochi "gratuiti" mensili.
Senza Xbox, avremmo mai avuto un'offerta simile? Avremmo mai visto una tale spinta verso la qualità dei servizi online? È improbabile. Un mercato privo di un antagonista credibile è un mercato che si adagia sugli allori. I prezzi rimangono alti, l'innovazione rallenta e il consumatore finale ha meno potere e meno scelta.
Xbox è quel salutare contrappeso, quello stimolo vitale che costringe tutti i player del settore a dare il massimo, a giustificare ogni euro richiesto a noi, i consumatori.
La rivoluzione dell'ecosistema
Se l'era di Xbox 360 ha definito gli standard del gioco online, l'era di Xbox One e Series X|S sarà per sempre ricordata per aver cambiato le regole non solo del consumo, ma dell'identità stessa di una piattaforma di gioco.
L'intera strategia di Microsoft si è evoluta da un focus sul singolo hardware a una visione molto più ampia e ambiziosa: un ecosistema integrato, progettato per abbattere le barriere tra i dispositivi.
Il primo, timido passo in questa direzione è stato il programma Play Anywhere: acquisti un gioco una volta e lo possiedi sia su console Xbox che su PC Windows, con salvataggi e progressi condivisi. Un'idea semplice ma profondamente pro-consumatore, che ha iniziato a scardinare il concetto di piattaforma come un giardino recintato.
Ovviamente il Game Pass è stata l'introduzione più chiacchiera. Questa, ormai lo sappiamo bene, non è stata un'azione nata a casaccio.
È stata la risposta strategica di un'azienda che, trovandosi in una posizione di svantaggio sul fronte delle vendite hardware, ha dovuto inventare un nuovo modo per attrarre i giocatori, puntando sul valore e sull'accessibilità.
La possibilità di giocare in streaming i titoli del catalogo su quasi ogni schermo a nostra disposizione ( smartphone, tablet, o persino una smart TV) ha di fatto eliminato la necessità di possedere un hardware potente per accedere a esperienze di alta qualità.
Il cloud rappresenta il culmine della visione "gioca dove vuoi, quando vuoi", un gancio potentissimo per introdurre nuovi utenti nell'ecosistema.
L'anima della macchina
Le voci sulla cancellazione della prossima console Xbox sono state così spaventose proprio perché toccavano il cuore dell'identità di un platform holder.
Un'azienda che produce hardware non sta semplicemente vendendo una scatola di plastica e silicio; sta facendo una promessa. Promette un ecosistema ottimizzato, un punto di riferimento per gli sviluppatori e un impegno a lungo termine per spingere i limiti della tecnologia.
Una console, dopotutto, è un hardware fisso e innovazioni come la Velocity Architecture o la funzione di Quick Resume di Xbox Series X|S sono nate da una profonda integrazione tra hardware e software, qualcosa che non potrebbe esistere se Microsoft fosse solo un'etichetta su PlayStation Store.
Abbandonare l'hardware significherebbe per Microsoft, quindi, perdere la propria anima, il proprio "campo di casa".
Diventerebbe semplicemente un altro publisher, costretto a sottostare alle regole, alle percentuali e alle decisioni strategiche di Sony e Nintendo. La sua capacità di dettare i tempi, di sperimentare con nuovi modelli di business e di sfidare lo status quo verrebbe drasticamente ridotta.
La smentita di Microsoft e la conferma degli investimenti per la prossima generazione, supportati da accordi multimilionari con partner come AMD, sono state di conseguenza una riaffermazione cruciale del ruolo di Xbox come pilastro competitivo del mercato.
Una promessa di futuro
C'è bisogno di una nuova console Xbox? Sì, perché abbiamo bisogno di un mercato sano, dinamico e competitivo. Abbiamo bisogno di un'azienda che spinga la concorrenza a migliorare i propri servizi e a calmierare i prezzi.
Abbiamo bisogno di un ecosistema che osi sperimentare con modelli come il Game Pass (nonostante tutto) o il Play Anywhere, cambiando il modo in cui pensiamo al valore dei giochi.
E abbiamo bisogno di un hardware dedicato che continui a spingere l'asticella tecnologica, offrendo agli sviluppatori più possibilità. La prossima Xbox non dovrà solo essere una macchina più potente per giocare ai nuovi capitoli di Halo, Forza o Call of Duty.
Dovrà essere la garanzia che non ci troveremo mai in un futuro comodo e stagnante dominato da un unico protagonista. E questa, per chiunque ami i videogiochi, non deve essere solo una buona notizia. Ma una necessità assoluta.