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Tom Clancy's The Division

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Avatar di JinChamp

a cura di JinChamp

Pubblicato il 22/04/2016 alle 00:00

A poco più di un mese dal dayone, ci ritroviamo su queste pagine a parlare di Tom Clancy’s The Division in occasione del primo aggiornamento gratuito, che altro non è se non la patch 1.1.Cosa è davvero cambiato tra le strade in rovina di Manhattan?

Aggiornamento o rifinitura?Già leggendo cosa viene aggiunto o cambiato con questo aggiornamento, ci rendiamo conto che non è soltanto una di quelle patch arrivate per mettere una pezza laddove i bug creano disagi e fastidi ai videogiocatori, quanto una reale rifinitura del gioco che non è stata possibile completare prima della release e cambiamenti in certe meccaniche che evidentemente non soddisfacevano gli sviluppatori.Tra le assolute novità notiamo nuove armi d’alta gamma (tre in totale ma solo due attualmente disponibili), set di equipaggiamenti con annessi potenziamenti, la possibilità di scambiare il loot con i membri del proprio gruppo (ma solo entro un breve limite di tempo) e dei lanci casuali di rifornimenti all’interno della zona nera. Quest’ultimo punto è forse quello più interessante poiché, a differenza di tutto il resto del loot che è possibile trovare lì, non necessita di estrazione ma si può equipaggiare anche all’istante e ciò rappresenta anche un bottino ambito da tutti, che può spingere i giocatori a combattere tra loro pur di accaparrarselo.Altra novità di questa patch è il livello del proprio equipaggiamento, che rappresenta un secondo valore che va a differenziare tutte le armi e le gear di livello 30, così da spingere ulteriormente tutti i giocatori a fare missioni, guadagnare crediti Phoenix e farmare il più possibile per il crafting. Proprio quest’ultima feature all’interno del gioco è stata pesantemente rivista in modo da render la vita molto più difficile ai cari membri della Divisione. Ora occorrono molti più componenti per craftare qualcosa (ad esempio, se prima ne occorrevano 5 verdi per ottenerne 1 blu, ora ne servono ben 10) e smontare materiali verdi e gialli ne darà solo la metà, ovvero 1 anziché 2, per gli oggetti non comuni e quelli d’alta gamma (gialli). In questo si legge una chiara volontà da parte dei Massive Entertainment di allungare – e di molto – il tempo necessario ai giocatori per ottenere equipaggiamenti d’alta gamma, ma noi restiamo dell’idea che ci possano essere metodi migliori, più stimolanti ed appaganti, piuttosto che prendere la strada più comoda per far sgobbare il doppio i propri videogiocatori. Oltretutto con questo espediente si va per forza di cose contro ad un altro aspetto introdotto con questo aggiornamento, ovvero gli scambi. Ci risulta difficile credere in una effettiva utilità di questa feature se non nel caso in cui si stia giocando con un amico di livello molto inferiore, oppure che ormai la propria build sia completa o quantomeno soddisfacente.A parte questo, comunque, il valore effettivo della propria gear viene essenzialmente sfruttato sia come raccomandazione che soprattutto come requisito per determinate attività. Qui si va essenzialmente al nocciolo dell’aggiornamento, le incursioni che tanto erano state attese e da cui tanto ci si attendeva. Purtroppo, però, la realtà dei fatti risulta abbastanza diversa da ciò che si pensava.

L’abito non fa il monacoL’unica incursione aggiunta con la patch 1.1 è Missing in Action (Falcon Lost, per gli anglofoni), a cui ne farà seguito un’altra nel prossimo aggiornamento gratuito più avanti. Chiamarla incursione ci pare però un po’ forzato, forse addirittura fuorviante. Per incursione, assalto, o comunque vogliate chiamarlo, il giocatore medio immagina un’avventura sotto una pioggia di proiettili, esplosioni, nemici su nemici, dove alla fine i propri sforzi vengono premiati con l’avanzare doloroso e costante fino alla meta, dove poi si presume abbia luogo lo scontro finale in modo epico. Una battaglia dove il trionfo è la soddisfazione più grande, figlia di tutto il percorso fatto fino a quel momento, e dove le ricompense sono ghiotte e rappresentano un ulteriore passo in avanti. Missing in Action difetta di queste caratteristiche. La struttura della missione, a nostro parere, è corrosa alle basi. Ciò che ci si aspettava, ciò che rappresenta e ciò che realmente è.Andiamo però con ordine. Innanzitutto anche solo per giocare questa missione è necessario coprire tre requisiti indispensabili: aver finito tutte le missioni principali dei vari dipartimenti e la missione finale, aver raggiunto il livello 30 e avere una gear del valore non inferiore a 140. Oltre a questo si aggiunge la necessità di avere una squadra di tre compagni per riuscire a portare l’evento al termine. Certo, Massive mette a disposizione come sempre il funzionale matchmaking ma, mai come in questo caso, l’affiatamento e la coordinazioni sono elementi indispensabili per la buona riuscita della missione, come mai si era visto fino a questo momento per il resto dei contenuti.La struttura della missione è però assolutamente basilare, laddove la squadra della Divisione è portata a recarsi nel sottosuolo per trovare un covo di nemici dotati di un temibile e potentissimo corazzato, con l’unico scopo di ucciderli tutti e distruggere quest’ultimo. Basta. Quindici ondate di nemici separano i giocatori dal successo e, per ottenerlo, vi basterà pulire la zona ad oltranza finché non arriverà un nemico dotato di esplosivi. Abbattuto anche quest’ultimo, un membro della squadra si caricherà il fardello di raccogliere questi esplosivi, aggirare il corazzato e le torrette di supporto, piazzare le cariche alle sue spalle e ricongiungersi con i compagni mentre un bel pezzetto dell’integrità del mezzo viene meno in seguito alla detonazione. Ripetere ad oltranza finché tutte le ondate sono esaurite e il corazzato è distrutto, e si può dunque raccogliere le sudate ricompense.Qual è però il senso di tutto questo? Già rapportata al resto delle missioni presenti nel gioco, si presenta come poco più di una missione secondaria e sfigura molto affiancata alle varie e ben orchestrate missioni dei dipartimenti. L’unico picco è il livello di sfida, decisamente molto molto alto, seppur con delle eccezioni. Un team di quattro giocatori, molto ben organizzato e con i giusti mezzi, non dovrebbe penare troppo per completarlo alla difficoltà base, che comunque risulterà invece frustrante per una buona fetta d’utenza che fa dell’improvvisazione la propria arma principale. Il livello più alto è invece estremamente complesso e riesce ad andare oltre l’esser semplicemente punitivo, aggiungendo una difficoltà forse ingiustificata per il sol gusto di mettere i giocatori nella condizione di dover provare e riprovare prima di assaporare il successo. Al di là di tutto, questa incursione non si pone nell’ecosistema – ancora un po’ acerbo – di The Division come un mezzo per qualcosa, piuttosto dà la forte impressione di rappresentare un punto fermo d’arrivo ove i giocatori più forti possano ufficializzarsi tali. O, al limite, recuperare gli ultimi oggetti rimasti per completare la gear definitiva del proprio personaggio e lanciarsi in Zona Nera, pronti per bullarsi di chiunque si pari sul proprio cammino. Mancano, ad oggi, sia un reale endgame stimolante per i propri agenti in azione per le strade di New York, sia delle modalità competitive che diano un senso al crafting e al looting. Il primo aggiornamento non ha toccato gli aspetti dove il gioco era più carente e, a distanza di circa 40 giorni, il fatto che molti giocatori si siano già ritrovati senza delle attività collaterali, oltre la Zona Nera ed il farming compulsivo per recuperare risorse per il fai-da-te, non fa che aumentare la necessità di un update adeguato, che non sia però destinato soltanto ai possessori del season pass.

L’aggiornamento 1.1 non stravolge la formula di The Division ma i ragazzi di Massive mettono alla prova la loro creatura, oltre che sé stessi, in un ambiente che ancora non padroneggiano a dovere. Le idee tutto sommato ci sono, così come un po’ di confusione di troppo, eppure troviamo da una parte una strada ancora lunga da percorrere contrapposta ad una solida base condita da una buona dose di impegno. Ciò che lascia un po’ l’amaro in bocca, tuttavia, è proprio quello che doveva essere il pezzo forte del menù, ossia l’incursione. Pur trattandosi di un primo e gratuito aggiornamento è lecito da parte dell’utenza tutta aspettarsi novità e soprattutto tanta ciccia per un endgame quantomeno risicato, e ci auguriamo per il futuro prossimo di vedere nuovi contenuti all’altezza delle aspettative, sia gratuitamente che per i contenuti aggiuntivi a pagamento.

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