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a cura di Marzo

Pubblicato il 02/10/2016 alle 00:00

Siamo tutti bravi a giudicare. Nelle nostre esperienze passate, sopratutto in ecosistemi online molto frequentati, abbiamo alzato spesso i toni con chiunque ci capitasse a tiro: che fosse la mamma del cheater, la nonna del camperone nascosto con il lanciagranate o la sorella di colui capace di distruggere interi server di Minecraft a suon di TNT. Ma di loro, di questi abusivi della rete, cosa sappiamo realmente? Quel nabbo sdraiato nel cespuglio laggiù, al quale abbiamo augurato cose terribili che farebbero impallidire quel birichino di Vlad l’Impalatore, potrebbe essere semplicemente il più rispettabile dei pro player in procinto di sbloccare un obiettivo o una mostrina per la propria gamertag. Bisognerebbe imparare a non ragionare per compartimenti stagni: una persona skillata in un gioco potrebbe essere considerata la peggiore su un altro, e così via. Ma come categorizzare noi stessi e questi strani individui all’interno di figure comportamentali ben definite? Fortunatamente ci ha pensato, intorno agli anni 2000, il buon Richard Bartle, informatico laureato alla Essex University e divenuto in seguito uno dei massimi esponenti teorici riguardo la costruzione di mondi virtuali. Egli ipotizzò infatti l’esistenza di quattro archetipi – Socializer (socializzatore), Achiever (conquistatore), Killer e Explorer (esploratore) – capaci di raggruppare, sotto degli aggettivi e dei modelli di comportamento definiti, tutta la vasta gamma di esperienze umane all’interno di ecosistemi videoludici online. Curioso notare come nella Tassonomia di Bartle (questo il nome della classificazione) non vi sia alcun riferimento alla bravura e alla skill del singolo individuo, così come non è menzionata la totale appartenenza di un player a una certa categoria: il risultato ottenibile dall’utilizzo della Tassonomia, chiamato Quoziente di Bartle, rappresenta le singole percentuali delle abitudini dei giocatori in esame. Per esempio, una persona ottenere un risultato finale “100% Killer, 50% Socializer, 40% Achiever e 10% Explorer”; punteggio indicante un player la cui preferenza consiste nel competere con altri utenti relativi alla propria area d’interesse. Questo punteggio è poi abbreviato utilizzando la prima lettera di ogni categoria, dalla percentuale più alta a quella più bassa: nell’esempio precedente, il giocatore è quindi descrivibile attraverso il semplice acronimo KSAE. Ma vediamo in dettaglio ogni singola classificazione in modo tale che anche voi, amici di Spaziogames.it, possiate calarvi nella parte e predire, perchè no, il comportamento del vostro amico, considerato 100% Killer, durante una tranquilla sessione di Mario Kart. La banana maledetta sotto le ruote è quotata a 1,05.

Achiever: cacciatori di obiettivi
La categoria degli Achiever include quei giocatori che preferiscono guadagnare punti, livelli, equipaggiamento e altre misurazioni empiriche che contribuiscono al successo nel gioco. Per raggiungere alcuni traguardi sono disposti a giocare per molto tempo, anche se questi conferiscono pochi benefici a livello di gameplay: preferiscono infatti essere riconosciuti in base al prestigio dato dal conseguimento di determinati traguardi. Ogni gioco che possa essere completato attraverso una profonda dedizione e una grande conoscenza delle meccaniche, che offre bonus particolari come video extra e finali alternativi o che possa essere semplicemente completato al 100%, è di grande appeal per questa tipologia di player. Alzi la mano chi ha giocato Halo 3 in Leggendario solamente per visionare il filmato aggiuntivo finale. Vederlo direttamente da Youtube? Roba da perdenti. L’ecosistema online è il luogo più adatto per la crescita e per la misurazione del valore di un Achiever: in questo modo essi hanno l’opportunità di poter mostrare la propria abilità e di mantenere il loro status elitario al di sopra dell’utenza comune, ricercando la competizione con altri della stessa categoria o accogliendo i Socializer nella loro cerchia ristretta, composta da sostenitori e ammiratori. A volte gli stessi Achiever decidono i traguardi da raggiungere, spendendo così lunghi periodi di tempo compiendo azioni ripetitive pur di agguantare l’obiettivo da loro agognato, mai raggiunto da altri prima d’ora: l’esempio emblematico è rappresentato dall’incredibile storia di quel giocatore capace di concludere Dark Souls con i tasti della chitarra di Guitar Hero.
Explorer: vagabondare digitale
Gli Explorer, noti per la loro tendenza all’esplorazione e alla modifica del territorio, sono giocatori che preferiscono scoprire nuove aree, creare mappe di gioco e scovare nuovi segreti all’interno delle zone in cui si trovano. Spesso si scoprono limitati quando un’attività videoludica vive in spazi angusti – prescrivendo al giocatore numerosi paletti da rispettare in termini di scelta, movimento e ritmo – non permettendo così loro di muoversi e guardarsi intorno attraverso le loro classiche modalità di fruizione. Inoltre, la loro massima ispirazione spesso è rappresentata dalla ricerca e dal ritrovamento di glitch sconosciuti o di easter egg nascosti alla vista dei giocatori comuni. I giochi preferiti dagli Explorer trasportano l’utente in un luogo strano e misterioso, con l’obiettivo di trovare una via d’uscita, vagare senza meta o ancora risolvere puzzle ambientali o semplici missioni di raccolta attraverso un’attenzione ai dettagli propria di questa categoria di giocatori. Chi non è mai stato un Explorer, vagabondando per le lande di Proteus o No Man’s Sky? Mentre un Achiever può scordare le esperienze avute con attività ludiche giocate precedentemente (ovviamente dopo averle completate al 100%), un Explorer porta con sé tutti i migliori ricordi legati a quell’esperienza, in virtù della sua capacità di apprezzare i particolari e di vivere al meglio il mondo di gioco. Negli ecosistemi multigiocatore questa categoria di player coesiste in maniera del tutto pacifica con tipologie di giocatori affini quali altri Explorer o Socializer, mentre sviluppa affinità molto basse con i Killer, che possono ostacolare il loro vagabondare con azioni negative.
Socializer: gli amici che non ti aspetti
La sfera dei Socializer include invece tutta quella moltitudine di giocatori che sceglie il gioco per l’aspetto sociale insito in questa attività, piuttosto che dedicarsi anima e corpo alla scoperta delle meccaniche presenti nello stesso. Questa tipologia di player trae il massimo divertimento interagendo con altri utenti, e, in altre occasioni (o quando le circostanze lo impongono), con NPC dalla personalità spiccata: alzi la mano chi non ha mai intrapreso una relazione amorosa con Triss Merigold, e si prepari alla gogna pubblica. Il gioco è solo un mezzo. Nei titoli single-player il loro obiettivo non è vincere né esplorare, ma vivere tutte le relazioni che il software loro propone oppure utilizzare tutte le feature multigiocatore contenute in essi per spingere al massimo l’interazione. In questo caso, il primo compito di un Socializer consiste nel cominciare a scegliere i propri amici aggiungendoli a una lista virtuale, approfondendo poi la conoscenza attraverso chat private o di gruppo. L’affinità tra questa categoria d’utenti e le altre è pressochè massima, nonostante i Killer vengano a volte additati come portatori di caos nella fitta rete di relazioni generata dai Socializer. Laddove l’ecosistema online non è presente, forum e blog che discutono sui temi del gioco in esame diventano una forma di nutrimento per questa tipologia di giocatori, permettendo così vivaci chiacchiericci e costruzioni di relazioni al di fuori dell’attività ludica.
Killer: portatori di guai
I Killer – ultima categoria del lotto – trovano la loro ragione di vita nella competizione con altri giocatori: nei titoli single-player questa loro continua fame di scontri è in parte appagata da giochi che prevedono la manipolazione, la distruzione o la conquista di oggetti e aree sandbox; mentre in ecosistemi multigiocatore essi amano dominare qualsiasi ambito della vita online, rovinando spesso (e trovando un perverso piacere nel farlo) l’esperienza di altri player per puro divertimento. I Killer non sono individui solitari che agiscono spinti da motivazioni oscure, bensì preferiscono divenire “animali sociali” creando una folta schiera di seguaci – i quali potranno trasformarsi in Killer a loro volta – e divenendo infine Social Killer, leader di vere e proprie community capaci di creare forte competizione con gruppi più “sani” composti da Achiever e Socializer.

E voi, che tipo di giocatore siete? Scrivetelo qui sotto nei commenti: la prossima volta che incontrerete il leggendario nabbo con il lanciagranate, prima di insultarlo in tutti i modi possibili e immaginabili, pensate a chi possa nascondersi dietro a quell’alter ego digitale. Un Achiever in cerca di obiettivi? Un Socializer in cerca di amici? O più semplicemente un Killer con la sadica intenzione di rovinare l’esperienza online ad altri giocatori?

Se vi sentite 100% Achiever, 80% Explorer, 60% Socializer e 10% Killer, allora il vostro acronimo sarà AESK. Suona bene, credo. Provateci anche voi!

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