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Snack World Esploratori di dungeon Gold: La follia all’improvviso – Recensione

I giapponesi, Diablo e tanti acidi

Quando si parla di giochi fuori di testa, che coniughino il folle immaginario nipponico con oliate meccaniche da gioco di ruolo, è probabile che spunti fuori il nome di Level 5: dalla saga di Inazuma Eleven a quella di Yo-kai Watch, passando per il meraviglioso mondo dipinto nei due Ni No Kuni, lo sviluppatore con base a Fukuoka ha spesso battuto la strada della multimedialità e dell’umorismo non-sense, producendo titoli solo all’apparenza rivolti ad un solo pubblico giovane.
Snack World Esploratori di dungeon Gold prosegue questa tradizione, e giunge finalmente in Europa con un carico di humour di bassa lega e scenette ebeti.

Snack World: The Dungeon Crawl Gold

Piattaforma:
SWITCH
Genere:
azione, gioco-di-ruolo
Data di uscita:
14 Febbraio 2020
Sviluppatore:
Level 5
Distributore:

Ma c’è dell’altro dietro questa patina da cartone giapponese del sabato mattina? Non resta che scoprirlo.

Quarta parete

Dapprima anime, poi manga, merchandising ed infine videogioco: il percorso di Snack World Esploratori di dungeon Gold non è dissimile da quello di altri prodotti Level 5 (il già citato franchise Yo-Kai Watch su tutti, ma anche il Professor Layton e Little Battlers eXperience, in modi differenti), e l’audience, sulla carta, è il medesimo.
Nato come progetto 3DS, per poi venire pubblicato anche in versione riveduta, potenziata e corretta anche su Switch, quest’ultima fatica di Level 5, cosviluppata con la software house h.a.n.d., arriva in Occidente a ben tre anni di distanza dal debutto in Giappone della versione per la vecchia portatile Nintendo e a circa due dalla pubblicazione su Switch.

Nondimeno, grazie anche a un magnifico lavoro di localizzazione nella nostra lingua, la carica comica e demenziale del prodotto non ha perso nulla della sua dirompenza, provocando sorrisi sin dalla spassosissima (e completamente fuori di testa) intro animata, prologo ad almeno una trentina di ore infarcite di battutacce, freddure e doppi sensi assortiti (ma sempre politically correct, s’intende).

La trama, se davvero così vogliamo chiamarla, vede il giocatore impersonare un avventuriero amnesico, rinvenuto mezzo morto alle porte di Tutti Frutti, ridente cittadina medievale in cui risiedono il re di Snack World, sire Papaya in persona, e la sua viziatissima figlia Melonia.
Inevitabilmente, come da manuale del gioco di ruolo, il nostro alter ego si troverà invischiato nelle vicende della cittadina, tanto in quelle più serie (come sconfiggere una tremenda medusa di nome… Mattusa), quanto in quelle più triviali, come recuperare (rigorosamente senza leggerlo!) il diario personale di un misterioso e autoproclamato eroe che gira in città mascherato come Zorro.

Insomma, nonostante l’assenza di un doppiaggio capillare e la limitatezza dell’editor iniziale tramite il quale creare il proprio avatar, sin dalle primissime ore di gioco l’assurdità delle situazioni e il tono ilare e demenziale della produzione portano il giocatore in un mondo spassosissimo, nel quale è piacevole perdersi, magari in coda ad una giornata grigia.

Nonostante l’ampio utilizzo di umorisimo di grana grossa, la caratterizzazione dei personaggi, tutti provenienti dalla serie animata originale, è discreta, e all’alba della decina di ore di gioco ci si sentirà perfettamente immersi nei bucolici paesaggi che fanno da scenario all’avventura.
Se, quindi, saranno i più piccoli ad apprezzare lo stile cartoonesco e la tavolozza particolarmente sfavillante, i meno giovani si troveranno a sogghignare per alcune delle gag più riuscite, trovando un ulteriore incentivo all’avanzamento nella curiosità di vedere quale altro gioco di parole idiota saranno riusciti a trovare i responsabili della localizzazione italiana.

Diablo sotto anfetamine (giapponesi)

Descrivere il gameplay di Snack World Eslploratori di dungeon Gold è tanto semplice quanto rischioso, perché se, di base, le meccaniche sono abbondantemente note a chiunque abbia giocato un dungeon crawler negli ultimi vent’anni, dall’altro il team di sviluppo ha tentato, con fortune alterne, di inserire una serie di sottosistemi di gioco per arricchire un po’ l’esperienza.
Partiamo dal noto, ovvero un combat system estremamente basilare, che ricorda abbastanza da vicino quello visto qualche anno fa in Fantasy Life su 3DS: un tasto per l’attacco forte, uno per quello debole, due super mosse, attivabili al riempimento di barre dedicate, e una schivata, che prende la forma di una rotolata.

Apprese le basi (e non serviranno che una manciata di minuti), passeranno solo poche ore per potersi dire dei pro, e questa rappresenta, sul lungo periodo, anche la più grande debolezza del gioco: l’ultima fatica Level 5 mostra tutto ciò che ha in serbo per il giocatore, quantomeno a livello di sistema di combattimento, già nelle prime ore di gioco, cadendo, fatalmente, nel baratro profondo della ripetitività.
Eppure, proprio grazie a quest’accessibilità e all’immediatezza dei controlli, il divertimento arriva subito, e se coinvolge sicuramente in maniera più avvolgente i neofiti, riesce a riservare sprazzi di godibilità anche a chi mastica titoli del genere da anni.

Il giocatore può portare con sé un certo numero di strumenti di offesa, qui chiamati Jare, ognuno dei quali arreca danni maggiori a determinate categoria di mostri (suddivisi in dodici tipologie differenti): se una delle Jare in possesso del giocatore è quella più adatta ad uno scontro, il gioco si premura di segnalarlo in tempo reale, consentendo di passarvi con un rapido tocco del dorsale, così da facilitare notevolmente le battaglie.
Attaccare un nemico con l’arma sbagliata, infatti, oltre a infliggere danni risibili, svuota molto rapidamente una sorta di barra della stamina, esaurita la quale il giocatore si muove e attacca al rallentatore per qualche secondo.

Conscio della semplicità del combat system, il team di sviluppo ha poi inserito una serie di sottosistemi di varia natura, capaci, almeno sulla carta, di ravvivare l’avanzamento: ci sono differenti brand da cui acquistare equippaggiamento, ad esempio, e vestirsi secondo la moda del momento garantirà bonus passivi temporanei al nostro party.
In assenza di loot nel senso più classico del termine (ci si imbatterà più che altro in materiali per il crafting), assume poi grande importanza il sistema degli Snack, creature collezionabili ed arruolabili nel proprio party, che arriverà ad accoglierne fino a tre in campo e tante altre evocabili durante gli scontri.
Il processo consiste nell’incontrare, sconfiggere e catalogare queste creature, per poi fotografarle, dopo aver raggiunto un buon livello di confidenza, e aggiungerle al proprio roster.

Se vi sembra che somigli parecchio ai meccanismi di Pokemon e, soprattutto, di Yo-Kai Watch, siete esattamente sulla strada giusta.
Abbiamo citato solo i sistemi che impattano maggiormente il gameplay perché ce ne sono anche altri: da una curiosa chat interna in stile Whatsapp alle immancabili quest secondarie, ripetibili e non, passando per i biglietti della lotteria, la cartomante e tutto il comparto multigiocatore, che sembra interessante ma che non siamo riusciti a provare a causa della chiusura dei server, che apriranno solamente al day one.

Nel calderone, insomma, non mancano gli ingredienti, ma nemmeno i problemi, sebbene i primi sopravanzino i secondi.
In particolare, oltre alla già citata, estrema ripetitività, che rende consigliabile fruire del gioco in sessioni brevi per alleviarne gli effetti, non abbiamo gradito la tenerezza del livello di difficoltà, che vanifica molti degli sforzi del team di sviluppo (certi Snack battono da soli i nemici, come il cavaliere pinguino) e la gestione della telecamera, solo parzialmente ruotabile dal giocatore e spesso troppo nervosa e poco chiara nei dungeon più intricati.

Un’esplosione di colori

Il discorso riguardo al comparto tecnico appare un po’ più complesso di quelli fatti finora, perché, a seconda del punto di vista che si voglia adottare, Snack World Esploratori di dungeon Gold potrebbe essere visto come un buon port o come un gioco appena sufficiente.
Considerando infatti la storia del prodotto, nato su 3DS e portato ad inizio 2018 su Switch in Giappone, si possono notare tanto la origini “umili” della produzione, limitata dalle restrizioni dovute al vetusto hardware della console a due schermi Nintendo, quanto il tentativo del team di sviluppo di migliorare texture, costruzioni poligonali ed effettistica, adeguandole così agli standard della nuova macchina ospite.
Lo stile cartoonesco e stilizzato, una tavolozza di colori praticamente infinita e un set di animazioni dettagliato ed assai buffo fanno il resto, nascondendo (fino ad un certo punto) il budget non stellare e, soprattutto, l’età e la limitatezza del motore grafico.

Il giudizio, tenuto conto di questi fattori, è allora positivo, visto che il gioco mantiene un frame-rate solido anche nelle situazioni più affollate e, soprattutto in modalità portatile, restituisce ottime sensazioni, considerando che su questa stessa console anche sua maestà Diablo è dovuta scendere a compromessi.

D’altro canto, in senso assoluto, Snack World Esploratori di dungeon Gold non è uno dei titoli più belli degli ultimi tempi su Nintendo Switch, e non ci va nemmeno vicino: la telecamera non collabora sempre, incastrandosi nei dungeon più contorti e costringendo a menare fendenti quasi al buio in talune circostanze, e i dungeon risultano spogli e spartani, molto più vicini alle produzioni medie per 3DS che a quelle per Switch.
Fortunatamente per il gioco Level 5, la nostra analisi non prende in considerazione solamente aspetti grafici: detto della bontà delle prestazioni e del fatto che, pur avendo giocato per quasi quaranta ore alla versione 1.0 del titolo, non siamo incappati in alcun tipo di bug, bisogna riconoscere i meriti di una direzione artistica completamente folle, che ben si sposa con il tono del gioco, e di una colonna sonora scanzonata e varia, che comprende finanche la possibilità di comprare con valuta in-game e ascoltare in loop le tracce preferite.

Sottolineato più volte l’ottimo lavoro del team che si è occupato della traduzione nella lingua di Dante, la menzione finale la dedichiamo alla longevità, un altro dei punti a favore della produzione: a patto di soprassedere sull’inevitabile ripetitività di fondo, minimo comune denominatore anche di altri congeneri, il prodotto Nintendo garantisce una mole contenutistica di tutto rispetto.
Considerando che molte delle quest secondarie sono di fatto necessarie sia per raggiungere il livello consigliato per alcune delle missioni della storyline principale sia per farmare i materiali necessari alla fabbricazione di equipaggiamento, difficilmente si riuscirà a venire a capo dell’avventura in meno di venticinque – trenta ore, che possono diventare agilmente quaranta qualora si decidesse di imbarcarsi in tutte (o quasi) le missioni opzionali.

+ Umorismo demenziale e irresistibile
+ Gameplay loop ipnotico…
+ Non mancano i colpi di classe a livello artistico
+ Splendido lavoro di localizzazione
– …ma anche molto ripetitivo sul medio e lungo periodo
– Telecamera capricciosa nei dungeon più stretti
– Basso livello di sfida

7.4

Come spesso accaduto con titoli Level 5 che, sulla carta, erano dedicati a un pubblico giovane (da Layton a Yo-Kai Watch), anche con Snack World Esploratori di dungeon Gold non nascondiamo di esserci divertiti, soprattutto durante le prime ore, prima che l’inesorabile mannaia della ripetitività calasse sul titolo.

Gli sforzi del team di sviluppo di inserire sottosistemi e una buona quantità di contenuti si scontrano, allora, con un combat system forse un po’ troppo semplicistico e con un livello di sfida davvero troppo basso, capace di alzare la testa solamente in occasione di un paio di boss fight. Nondimeno, se cercate un gioco intriso di umorismo, colorato, divertente e particolarmente adatto a sessioni di gioco rapide ed adrenaliniche, Snack World Esploratori di dungeon Gold potrebbe fare al caso vostro.