E se i videogiochi venissero annunciati come i film?

Bithell, autore tra gli altri di Thomas Was Alone e Volume, si è interrogato riguardo all'opportunità di fare come nel cinema

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a cura di Paolo Sirio

Lo sviluppatore indipendente Mike Bithell ha sollevato un argomento molto interessante su Twitter, trovando risposte non solo dagli appassionati ma anche da altri sviluppatori.

L’argomento in questione è il modo in cui i videogiochi vengono annunciati, generalmente attraverso trailer – che siano in computer grafica o con gameplay, o una commistione delle due cose – e non troppo prima della loro uscita effettiva, nei migliori dei casi.

Bithell, autore tra gli altri di Thomas Was Alone e Volume, si è interrogato riguardo all’opportunità di fare come nel cinema, ovvero annunciare che un determinato prodotto sia in sviluppo e presentare soltanto successivamente trailer e altri particolari.

Questo abituerebbe gli appassionati di gaming a non essere troppo impazienti e caricare di eccessive aspettative o ansie i team di sviluppo.

Mentre Cory Barlog (creative director di God of War) si è detto favorevole alla proposta, altri come Randy Pitchford (CEO di Gearbox Software, studio di Borderlands) ha dissentito riguardo a questa metodologia.

Secondo Pitchford, infatti, i comunicati stampa tramite cui viene rivelata l’esistenza di un film sono diretti ai partner commerciali e agli investitori – così come agli addetti ai lavori per svelare loro che uno studio è aperto ed è potenzialmente alla ricerca di staff – più che ai fan, e dunque sarebbero una mera pratica di business al contrario dei trailer dei videogiochi.

Considerando che da qualche anno a questa parte l’E3 perde pezzi – per la seconda volta consecutiva Sony non sarà parte della manifestazione e pare che nel 2020 potrebbe mancare un publisher presente invece lo scorso anno -, non ci sarebbe troppo da sorprendersi se sia davvero questa la strada per il futuro degli annunci videoludici.