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Unholy | Recensione - Terrore tra due dimensioni

Unholy riesce solo in minima parte a raggiungere i propri obiettivi, rivelandosi in ultima battuta un horror sin troppo semplice e grezzo: la recensione.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

In sintesi

  • A cavallo tra realtà e un mondo alternativo
  • Vanta sezioni stealth e puzzle
  • Un horror troppo poco rifinito

Informazioni sul prodotto

Immagine di Unholy
Unholy
  • Sviluppatore: Duality Games
  • Produttore: HOOK
  • Distributore: HOOK
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC , PS5 , XSX
  • Generi: Survival Horror
  • Data di uscita: 20 luglio 2023 (PC) - TBA (PS5, XSX)

Diventa sempre più complicato riuscire a individuare horror meritevoli di menzione e approfondimento, perché il mercato di genere è diventato una guerra di cloni senza tregua e scovare dei progetti diversi dal solito è un'impresa dalla difficoltà quasi proibitiva.

Giocare Unholy, per chi conosce o ha già terminato The Medium, (lo trovate su Amazon in versione PS5) significherà avere l'impressione di ritrovarsi di fronte allo stesso concept.

Sebbene la struttura, il sistema di gioco e in definitiva anche diverse meccaniche siano diverse, questo equilibrio precario a cavallo tra due mondi non può non riportare alla memoria quell'idea di base.

Unholy e la salvezza del proprio figlio tra due dimensioni

Unholy vi mette nei panni di Dorothea, donna che dovrà letteralmente attraversare due mondi per cercare, trovare e salvare il proprio figlio smarrito in seguito a uno strano rito di una setta. I dettagli su ciò che è successo latitano, ma già dall'incipit si comprende come ci siano elementi occulti legati alla famiglia della ragazza.

Lo scoprirete quando dovrete recarvi nella vecchia casa di famiglia, una volta dimora del padre misteriosamente scomparso. Proprio lì verrete in contatto con oggetti di dubbia utilità e origine, assieme a vecchie fotografie, un diario con scritte inizialmente assurde e tutta una serie di strani reperti non esattamente reperibili in ogni casa.

Ecco, Unholy fa sembrare tutto questo quasi normale, come se la protagonista, dal nulla e con abilità che non sapeva di avere o che forse nascondeva molto bene al giocatore, potesse in qualunque momento rievocare atti cerimoniali utili ad aprire una breccia tra il mondo reale e quello da incubo in cui si andrà a cacciare. 

Ci sono delle sfilacciature evidenti, dei personaggi sconosciuti che appaiono e che parlano con Dorothea come se tutto fosse nella norma, delle stranezze spacciate per consuetudini e delle reazioni incredibilmente calme e distaccate che stridono con grande forza nel contesto di gioco.

Capiamo bene che alle volte bisogna far quadrare tutto per dare un senso alla storia e anche al gameplay, ma ulteriori approfondimenti narrativi di raccordo avrebbero reso Unholy senza dubbio più credibile di quanto effettivamente sia.

Il gioco creato da alcuni ex autori di Painkiller è ambientato – nelle fasi reali – all'interno di una città con evidenti ispirazioni post-sovietiche, mentre il mondo alternativo (senza dubbio più riuscito e capace di incutere timore in diverse fasi) è stato rappresentato come una realtà da alternativa da incubo che gioca col buio e con la presenza di creature che si agitano ora a debita distanza, ora molto vicine alla protagonista.

In quest'ultimo caso, tramite le possibilità offerte dalle meccaniche stealth, si potrà rimanere nascosti, sgattaiolare via o usare gli elementi dello scenario per creare dei diversivi. Dorothea lo farà tramite l'ausilio di una particolare fionda, le cui biglie sono recuperabili da ciò che resta dei cadaveri presenti nell'altro mondo.

Convincono decisamente poco gli scontri allestiti dagli autori, e probabilmente il team di sviluppo avrebbe potuto anche fare a meno di inserire delle minacce all'interno di Unholy.

Lo diciamo perché fondamentalmente è un horror psicologico che punta più sull'esplorazione e sulla risoluzione di semplici enigmi, e questo diventa sempre più evidente sezione dopo sezione, quando proprio grazie alla fionda potrete attivare interruttori o far funzionare congegni fuori portata. 

Non esaltante nemmeno il comparto tecnico, ben diverso da quanto mostrato durante le fasi promozionali: Unholy è grezzo, poco rifinito, e – sebbene alcuni ambienti dimostrino di avere una buona dignità – lo stesso non si può dire per la modellazione poligonale di alcuni personaggi, piuttosto indietro e in definitiva di qualità inferiore rispetto al resto.

 

Voto Recensione di Unholy | Recensione


6.6

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • La realtà alternativa è l'unica soluzione che mette un minimo di pepe al gioco

  • Inserimento di puzzle e metodi alternativi per le battaglie

Contro

  • Grezzo e poco rifinito in diverse fasi di gioco di grande importanza

  • A tratti, la storia sembra molto pretestuosa e sfilacciata

Commento

Unholy prova a sperimentare con un sistema di gioco a cavallo tra due dimensioni, che ricorda un po' The Medium. Si rivela però un prodotto un po' grezzo, poco rifinito in molte sezioni di grande importanza. Oltretutto, la storia è un po' sfilacciata, e a volte pare che diversi elementi siano inseriti forzatamente solo perché utili al gameplay e mai davvero al racconto. Per svettare nella marea degli horror troppo uguali a loro stessi, gli auto di Painkiller avrebbero dovuto fare molto più di così.
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