Song of Nunu: A League of Legends Story | Recensione – Avventura d’altri tempi
Una nuova sorpresa da parte di Riot Forge, che con Song of Nunu ci racconta un viaggio tra misteri ed enigmi nel Freljord: ecco la recensione.
a cura di Valentino Cinefra
Staff Writer
In sintesi
- Tante citazioni da League of Legends
- Avventura piacevole, estetica azzeccata
- Enigmi curiosi, ma spesso poco stimolanti
Informazioni sul prodotto
- Produttore: Tequila Works
- Distributore: Riot Forge
- Testato su: SWITCH
- Piattaforme: SWITCH , PC
- Generi: Avventura
- Data di uscita: 01/11/2023
L’etichetta Riot Forge, la divisione dedicata all’espansione del franchise di League of Legends con progetti videoludici inediti, ha prodotto negli ultimi anni dei titoli davvero molto interessanti (a volte contro ogni aspettativa) e con Song of Nunu: A League of Legends Story propone ancora una volta un videogioco degno di attenzione.
La formula è sempre la stessa: una produzione AA ad opera di uno studio capace e a suo agio in un particolare genere, con l’obiettivo di raccontare una nuova storia all’interno del mondo di Runeterra.
Song of Nunu: A League of Legend Story è infatti opera di Tequila Works, autori tra gli altri di RiME e GYLT, che vede come protagonisti il piccolo Nunu e il massiccio Willump in un’avventura narrativa piena di puzzle alla scoperta del gelido Freljord e dei suoi misteri.
Il gelido continente del mondo di Runeterra (che potete scoprire per altro con un comodo atlante che trovate su Amazon) è lo sfondo per un viaggio di formazione abbastanza classico, in cui Nunu e il suo fidato yeti dovranno partire alla ricerca del Cuore del Blu, una misteriosa forza che potrebbe cambiare le sorti del Freljord negli equilibri di potere smossi dalla potente Lissandra.
La strega, già nota ai fan di League of Legends, è alla ricerca della stessa forza per motivi più o meno oscuri e ostacolerà in ogni modo Nunu, arrivando anche a manipolare i suoi ricordi legati ad una madre che non c’è più.
L’impostazione quasi disneyana di Song of Nunu funziona inaspettatamente bene nel raccontare questa porzione di mondo di League of Legends. Una premessa che non è certo delle più originali, ma che non stona affatto e consente di costruire quasi un’avventura di altri tempi, per toni e dinamiche di gameplay.
Song of Nunu, un viaggio a Nord
Un po’ a rievocare la propria esperienza e le avventure narrative di qualche tempo fa, Tequila Works fa tesoro delle sue produzioni per creare un videogioco che alterna momenti puramente contemplativi ad altri legati al gameplay in senso stretto tra enigmi ambientali, combattimenti e anche delle inaspettate sezioni stealth.
Nunu e Willump sono al centro di una storia che li porterà ad esplorare il Freljord, incontrare vari personaggi noti del mondo di Runeterra, nonché ad affrontare pericoli e sfide di vario tipo. In una progressione che, a fronte di una parte iniziale inutilmente compassata, riesce ad alternare bene i momenti di cui sopra e, nel frattempo, a raccontare anche molti dettagli della intricata ambientazione di League of Legends.
Oltre agli incontri sporadici di personaggi noti, Song of Nunu è anche una produzione che ha un valore aggiunto per chi ama il MOBA di Riot Games al di là del suo aspetto più ludico.
La toccante storia di Nunu in cerca della speranza di potersi ricongiungere con sua madre, insieme al segreto di Willump e del popolo degli yeti del Freljord, danno una spinta efficace alla narrativa del titolo, insieme ad una costruzione estetica che sfrutta al meglio il budget per creare degli ambienti tutto sommato evocativi.
Tequila Works coglie l’assist di una costruzione poligonale imprecisa e non fotorealistica per creare personaggi e paesaggi pensati come l’incontro di un videogioco di qualche generazione fa e le illustrazioni di un libro per bambini. Pagando lo scotto di qualche animazione poco precisa, alcuni colpi d’occhio più spogli di altri e di un’effettistica poco presente, Song of Nunu riesce complessivamente nell’impresa di essere piacevole alla vista e raramente dà l’impressione di essere un prodotto di “seconda fascia”, sebbene nominalmente lo sia in termini di budget ed estensione.
Dicevamo che Song of Nunu è un’avventura piacevole da seguire, un po’ compassata e timida all’inizio e più coinvolgente dalla seconda metà in poi, con i misteri dipanati lentamente dai dialoghi tra Nunu e Willump (che non possono non ricordare le chiacchierate tra Kratos e Atreus nell’altrettanto gelido God of War) e gli altri personaggi che i due incontreranno, ma il titolo di Tequila Works si gioca anche.
Controller alla mano
Di tanto in tanto i giocatori dovranno risolvere dei puzzle ambientali, proprio come i videogiochi open-map di qualche decennio fa con un pizzico di Zelda e Spyro qua e là, sfruttando le capacità di Nunu e Willump.
Il piccolo eroe ha dalla sua uno speciale flauto con cui interagire con il mondo circostante. Alla pressione di alcune note (piazzate intelligentemente su grilletti e dorsali) gli elementi ambientali come porte, pannelli, muri, altalenante e tanto altro reagiranno, permettendo la risoluzione dei puzzle. Willump può utilizzare la magia del flauto di Nunu per creare una piccola sfera di Vero Ghiaccio, per poi piazzarlo altrove e ricostruire dei pezzi di scenario che potrebbero servire allo stesso modo per risolvere dei puzzle.
In tutto questo entrambi possono tirare delle palle di neve (protagoniste anche di divertenti e sporadiche battaglie, anche se scriptate) per attivare leve, far esplodere dei fiori che libereranno dei passaggi e, ancora una volta, interagire con l’ambiente.
Gli enigmi di Song of Nunu sono lineari, non immaginate di dovervi scervellare per trovare una soluzione intricata oppure fuori dagli schermi, ma tutto sommato funzionano per spezzare il ritmo e dare respiro alla progressione del gioco. L’unico problema reale risiede in una sporcizia per quanto riguarda le collisioni con gli ambienti, in alcune occasioni imprecise e disallineate in termini di percezione, che vi faranno ripetere salti e sequenze di risoluzione degli enigmi anche quando pensavate di aver indovinato la distanza di salto.
Una volta archiviata la possibilità di essere in qualche modo sfidati dal titolo, bisogna dire che non ci si annoia mai veramente, anche perché ogni sfida rappresenta una evoluzione di qualcosa visto in precedenza, andando a stimolare comunque la creatività del giocatore (soprattutto quello meno avvezzo al genere).
Negli enigmi, infatti, si inseriscono ogni tanto delle dinamiche molto particolari, come la possibilità di congelare l’acqua delle cascate per poterle scalare, per un livello di interazione con l’ambiente che in una produzione del genere non è automatico da immaginare.
Quando l’atmosfera di Song of Nunu diventa palese agli occhi del giocatore, ci si ritrova di fronte ad un’esperienza molto riuscita, soprattutto nella fase finale quando la storia si dipana e ci ritroveremo di fronte anche a combattimenti stimolanti e fasi stealth semplici ma funzionali, e a una risoluzione narrativa sicuramente efficace, anche se tutt’altro che imprevedibile.
Voto Recensione di Song of Nunu: A League of Legends Story | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Atmosfera intrigante ed estetica azzeccata
-
Tante citazioni ed elementi del mondo di Runeterra
-
Un mix di narrazione ed esplorazione “vintage”, con alcune idee curiose
Contro
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Sfide ed enigmi raramente impegnativi
-
Alcune imprecisioni nelle collisioni e nei salti