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Pro
- Narrazione modulare e sempre fresca, con personaggi memorabili.
- Gameplay vario, bilanciato e incredibilmente gratificante.
- Direzione artistica e colonna sonora ai massimi livelli.
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Contro
- Alcune armi richiedono troppo tempo per esprimere il loro potenziale.
- Dopo molte ore può emergere un po’ di ripetitività nel loop.
Il Verdetto di SpazioGames
Informazioni sul prodotto

- Sviluppatore: Supergiant Games
- Produttore: Supergiant Games
- Piattaforme: PC , SWITCH , SWITCH2
- Generi: Roguelite
- Data di uscita: 6 maggio 2024 (Early Access), 25 settembre (PC, Switch, Switch 2)
Non capita spesso di trovarsi davanti a un seguito che non solo regge il peso del predecessore, ma riesce addirittura a farlo sembrare il prototipo di qualcosa di più grande. Hades II di Supergiant Games è questo: la dimostrazione che il primo Hades era la prova generale per un’opera che avrebbe potuto spingersi ancora più in là.
Dopo più di un anno di early access, il titolo esce finalmente in versione completa, e la sensazione è quella di trovarsi davanti a un nuovo punto di riferimento per l’intero genere roguelite.
La storia ci ha insegnato che i sequel non sono mai un compito facile: devono innovare senza alienare, ampliare senza tradire, perfezionare senza sterilizzare.
Hades II riesce in tutto questo e forse va anche oltre, con una lucidità e una consapevolezza di design che solo un team come Supergiant poteva permettersi.
Una storia che cresce con te
Il cambio di prospettiva è la prima grande novità. Stavolta non vestiamo più i panni di Zagreus, ma di Melinoë, principessa immortale dell’Oltretomba e sorella del protagonista del primo capitolo. La sua missione è chiara: fermare Chronos, il Titano del Tempo, che ha scatenato il caos e imprigionato l’intera famiglia, compreso il padre Ade.
È una storia che parla di tempo, eredità, scelte e inevitabilità. Ogni sconfitta non è una frustrazione sterile, ma un pezzo di dialogo, un frammento di trama, una scoperta su Melinoë, sugli dèi e sulle conseguenze della guerra cosmica in corso.
Supergiant Games ha reso l’elemento narrativo ancora più centrale, senza appesantire il loop roguelite: dopo decine di run, i dialoghi non smettono di rinnovarsi, i personaggi continuano a evolvere, e la sensazione è di essere parte di un dramma mitologico che cresce con te, run dopo run.
E, proprio come il tempo che si cerca di fermare, la narrazione si piega, si deforma, si ricompone. Alcuni eventi accadono solo dopo aver raggiunto certi boss, altri emergono come conseguenza delle scelte del giocatore. È un racconto modulare e vivo, che premia la curiosità e rende ogni partita significativa, anche quando si muore nella prima stanza.
Il gameplay che non ti lascia andare
Se il primo Hades aveva già ridefinito il roguelite, Hades II alza l’asticella. Melinoë è più agile di Zagreus, più versatile, e il nuovo sistema di magia (la Magick Bar) introduce un elemento tattico che ti spinge a pensare a quando attaccare e quando conservare risorse per le abilità più devastanti.
I potenziamenti degli dèi sono più sinergici che mai. Atena, Zeus, Poseidone e le altre divinità offrono doni che non sono semplici numeri in più, ma che cambiano il modo in cui affronti i nemici. Le combinazioni possibili sono tantissime, e l’equilibrio di design è tale che quasi ogni build può risultare vincente se giocata con intelligenza.
La difficoltà resta impegnativa, ma mai punitiva. I boss sono una gioia da affrontare: letali, spettacolari, sempre coerenti con la loro identità mitologica. E, come nel primo capitolo, dopo decine di sconfitte non si ha mai la sensazione di “rubare” una vittoria: quando vinci, sai che l’hai fatto perché sei migliorato tu come giocatore.
Il level design è più ricco e variato. Ogni regione dell’Oltretomba ha una sua personalità visiva e ludica: nemici unici, trappole specifiche, sfide pensate per costringerti ad adattare la build che avevi scelto. Anche la disposizione delle stanze e i loro obiettivi sono più dinamici: a volte devi liberare prigionieri, altre volte devi resistere a ondate, altre ancora affronti miniboss che possono dare doni rari se sconfitti.
Il ritmo è uno degli aspetti più impressionanti: Hades II riesce a essere frenetico senza mai risultare caotico, e ogni run ha quella curva di tensione che ti porta a dire “ancora una e poi basta”... per tre ore di fila.
Graficamente com'è?
È quasi superfluo dirlo, ma la direzione artistica è ancora una volta una lezione di stile. Supergiant conferma di avere un’identità visiva unica: i personaggi sono sensuali, carismatici, ma mai eccessivi; i fondali sono dipinti digitali che sembrano muoversi; gli effetti magici sono esplosioni di colore che non sacrificano mai la leggibilità dell’azione.
La colonna sonora di Darren Korb è ancora una volta un’opera d’arte: un mix di sonorità mediterranee, rock e sperimentazioni che rendono ogni combattimento epico. C’è un uso del leitmotiv musicale che rafforza il legame narrativo: le musiche si trasformano nei boss fight, esplodono quando sei vicino alla vittoria, si attenuano nei momenti di quiete.
La cosa forse più impressionante di Hades II è la sua capacità di far sembrare “piccolo” il primo capitolo, che già longevo e ricco di segreti. Qui tutto è più grande: più storia, più interazioni, più armi, più nemici, più misteri. Ma non è solo questione di quantità: è questione di coerenza e maturità.
Supergiant non si limita a fare un gioco più lungo: fa un gioco più profondo, più consapevole, che sembra capire perché giochiamo un roguelite e cosa ci spinge a continuare. È come se il team avesse passato l’early access non solo a bilanciare numeri, ma ad ascoltare davvero i giocatori, creando un dialogo con la community che si sente in ogni scelta di design.
Nonostante l’entusiasmo, non tutto è perfetto. Alcune armi richiedono più tempo per “ingranare” rispetto ad altre, e i giocatori meno pazienti potrebbero sentirsi costretti a grindare per sbloccare i loro aspetti migliori. Inoltre, il rischio di ripetitività comincia a farsi sentire dopo la prima decina di ore, anche se mitigato dall’enorme varietà di contenuti.
Sono difetti minori, ma ci ricordano che siamo comunque davanti a un roguelite: è un gioco che vive della sua ciclicità e che chiede dedizione. Se non ami il genere, non sarà questo il titolo che ti convertirà.
Insomma, Hades II è un sequel che non ha paura di osare. È più grande, più complesso, più raffinato, ma soprattutto più vivo. È il miglior roguelite mai creato, e il fatto che esca da un team indipendente rende il risultato ancora più straordinario.
Supergiant Games ha consegnato un’opera che resterà nella storia del medium, e che probabilmente diventerà il metro di paragone per ogni roguelite che uscirà nei prossimi anni.