Chants of Sennaar | Recensione - Unire i popoli attraverso la parola
Chants of Sennaar pesca dal mito della Torre di Babele e propone un'avventura affascinante e ricca di enigmi da risolvere: vediamo la recensione.
a cura di Marino Puntorieri
Redattore
In sintesi
- Un puzzle game basato sul decifrare antichi linguaggi e riconnettere le varie popolazioni
- Storia ispirata e coinvolgente da seguire
- Alcune sezioni risultano tuttavia meno ispirate di altre
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Rundisc
- Produttore: Focus Entertainment
- Distributore: Focus Entertainment
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC , SWITCH
- Generi: Avventura
- Data di uscita: 5 settembre 2023
La capacità di mettere insieme pensieri e intenzioni da comunicare al prossimo rappresenta la più antica forma di collaborazione tra gli uomini, utilizzata come puro stratagemma fin dagli albori per unire le forze e sopravvivere alle avversità. Quando manca la parola – e si lascia spazio alla confusione – nascono i dubbi, così come le paure figlie di quell’incomprensione che rischia di sfociare nell’odio più cieco.
Non è per nulla facile realizzare un gioco attorno a una tematica così delicata e profonda, eppure Chants of Sennaar si focalizza proprio sul ruolo della parola come strumento per unire, cercando di offrire un’esperienza di pura fantasia, ma capace di lasciare spazio a non poche riflessioni tremendamente attuali.
Il tutto, con l’obiettivo – per nulla scontato – di realizzare un’esperienza il più possibile accessibile, in netta contrapposizione con una narrazione abbastanza complessa da gestire, senza le opportune indicazioni.
Abbiamo avuto l’occasione di approfondire la conoscenza con la versione completa di Chants of Sennaar per PC, grazie alla quale abbiamo fatto luce su un lavoro estremamente coinvolgente, nonostante numerosi limiti strutturali. Ma andiamo con ordine.
La leggenda della Torre
La storia di Chants of Sennaar pesca a piene mani dal mito della Torre di Babele, in un mondo dove diversi popoli sono costretti a vivere su differenti piani di una gigantesca torre senza riuscire a capirsi a vicenda.
Gli umani sono così costretti a sopravvivere ciascuno solo con le proprie conoscenze e le proprie credenze sui rispettivi vicini: il confine tra miti e leggende, ciò che è vero o falso, diventa sempre più labile e di difficile interpretazione.
In questo mondo intricato e pittoresco fin dalle prime battute di gioco, impersoniamo un ignoto e apparentemente comune viandante intento proprio a risalire i vari piani dell’intricato labirinto verticale, con l'intento di scoprire i segreti che contraddistinguono i popoli presenti.
La trama in Chants of Sennaar segue un percorso di base abbastanza lineare, ma che permette al giocatore di prendersi tutto il tempo per esplorare e godere di tutto il fascino presente nel mondo di gioco realizzato dal team di Rundisc.
Nelle circa dodici ore necessarie per completare l’avventura di Chants of Sennaar, tra rompicapi, puzzle ambientali e misteri da portare alla luce, non ci siamo quasi mai imbattuti in tempi morti, mentre il team con sede a Tolosa ha deciso saggiamente di focalizzarsi sul proporre un ritmo di gioco abbastanza equilibrato – tra fasi più calme ed altre sorprendentemente concitate.
Nello specifico, a seconda della necessità di decifrare i simboli scoperti, man mano che si incontrano le differenti culture, l’avventura viene valorizzata da un’esplorazione sorprendentemente naturale, dove il giocatore viene genuinamente invogliato a seguire teorie e misteri in ogni angolo delle mappe presenti.
Intrigante, in questo frangente, la caratterizzazione dei cinque popoli presenti, ben contraddistinti tanto nell’estetica quanto nella mentalità, in grado di definire usi e costumi di ogni cultura in modo unico e piacevolmente di impatto.
Proprio per questo motivo abbiamo apprezzato tantissimo la possibilità, attraverso sparuti punti che fungono da teletrasporto tra i livelli, di poter aiutare i popoli a comunicare tra loro per tornare a collaborare, vedendo anche le – piccole – conseguenze direttamente su schermo.
Se proprio dovessimo trovare qualche inciampo nella narrazione di Chants of Sennaar, avremmo preferito qualche sforzo ulteriore per proporre personaggi secondari e di contorno un minimo più dettagliati, non lasciando così l’onere di far breccia nel cuore degli utenti esclusivamente alle (pur bellissime) ambientazioni.
Una parola divide, due uniscono
Dal punto di vista del puro gameplay, Chants of Sennaar è un’avventura che fa della risoluzione di puzzle via via più intricati il cuore dell’intera esperienza. Il tutto viene concretizzato lasciando spazio all’iniziativa del giocatore sul tenere traccia, tramite appunti, di varie ipotesi legate al significato dei simboli, man mano che vengono scoperti durante l’esplorazione.
Il significato effettivo dei vari codici linguistici può essere confermato solo quando in un comodo quaderno il nostro protagonista riesce a unire gli (apparentemente) illeggibili simboli con i rispettivi disegni; un’opzione che risulta tanto semplice da apprendere quanto profonda da padroneggiare, nelle sessioni di gioco più avanzate.
Questo elemento di gameplay è valorizzato grazie a un layout di menù e interfacce di gioco molto chiaro ed esaustivo, dove si segnala la possibilità di utilizzare la tastiera per memorizzare le numerose ipotesi sui vari codici e usufruire così dei dati raccolti comodamente in ogni occasione (segnaliamo che potete godervi il gioco anche sfruttando un controller come questo disponibile su Amazon).
Proprio la varietà dei puzzle presenti è un altro punto di forza di Chants of Sennaar, poiché lasciano una discreta autonomia al giocatore su come muoversi nelle varie ramificazioni di strade, bivi e scorciatoie distribuite su uno stesso piano.
In realtà, proprio per questo motivo abbiamo riscontrato alcuni limiti che minano la naturalezza e la genuinità dell’esplorazione di Chants of Sennaar.
In diverse occasioni, in sostanza, siamo riusciti a proseguire affidandoci al puro caso, lasciando da parte i più cervellotici ragionamenti sul come unire determinati puntini circa le azioni da compiere. Il rischio, in questi – sparuti – casi, è di passare anche una manciata di ore senza avere chiara la direzione da seguire o l’azione da intraprendere per sbloccare una nuova area, il che in parte vanifica gli sforzi della software house di realizzare un’esperienza appagante e dall’equilibrato livello di sfida.
Come se non bastasse, il team ha implementato alcune brevi sezioni stealth e platform che inframezzano la classica esplorazione e risoluzione dei vari enigmi di gioco.
Si tratta di meccaniche molto basilari che convincono più nella teoria rispetto alla pratica e, soprattutto nel primo caso – con alcuni momenti dove saremo chiamati a infiltrarci a destra e sinistra sfruttando un’abbozzata meccanica di copertura –, risultano poco rifinite. Il tutto porta vivere su schermo situazioni che pongono l'accento su un'IA piuttosto piuttosto maldestra, davanti alla quale è impossibile non storcere il naso.
Ultimo, ma non per importanza, ci teniamo a spendere ulteriori due parole di elogio per il comparto artistico di Chants of Sennaar, risultato di un oculato sforzo creativo per realizzare luoghi e popoli, con usi e costumi differenti, in modo estremante caratteristico e peculiare. Un lavoro supportato da una squisita palette cromatica e da arrangiamenti sonori che aumentano egregiamente il coinvolgimento in ciò che si osserva su schermo.
Voto Recensione di Chants of Sennaar | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Ambientazione ricca di fascino
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I vari popoli sono ben caratterizzati attorno a differenti codici linguistici
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Ottima varietà di enigmi e puzzle...
Contro
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... ma in diversi casi manca chiarezza sulla strada da intraprendere
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Le fasi stealth non convincono appieno