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Recensione

Winning Eleven 3 Final Version

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Avatar di Tsubasa

a cura di Tsubasa

Pubblicato il 06/12/2005 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

9.2

Fa un po’ sorridere rigiocare a questo Winning Eleven 3 Final Evolution e pensare che, all’epoca, fosse decantato come una simulazione. Non perchè non fosse simulativo, tutt’altro! Solo che, abituati al tecnicismo esasperato di Pro Evolution Soccer 5, il vecchio dinosauro di KCET (Konami Coputer Entertainment Tokyo) pare un gioco semplice, intuitivo ed immediato.Fa ugualmente sorridere entrare nei menu dei pre partita e notare, accanto ai nomi dei giocatori al posto delle canoniche freccette colorate, delle faccine più o meno saltellanti ad indicare la forma fisica del giocatore.Non vi starò a tediare con le mille versioni del calcio Konami (per la storia della saga vi rimando all’ottimo speciale, seppur vecchiotto, dedicato alla saga di Winning Eleven): vi basti sapere che WE 3 Final Evolution si colloca temporalmente dopo International Superstar Soccer Pro ’98 e ne costituisce una versione riveduta e corretta (ed aggiornata). Si tratta, come tutti i WE, di una versione del gioco destinata unicamente ai giocatori del sol levante. Ed è un peccato, un vero peccato, perchè si tratta probabilmente di una delle versioni più giocabili dell’intera saga. Lo so cosa starete pensando “Anni ed anni di evoluzione videoludica e ci vieni a dire che WE 3 è meglio del 9! Tsubasa, facci un favore: cambia spacciatore!”. In realtà la cosa è più sottile. L’ultimo nato in casa Konami è certamente l’apice della simulazione nonchè fonte di appagamento (oltre che di libido) per gli amanti della simulazione ma, a parer mio, si è perso quel concetto che è stato alla base della nascita dei videogiochi ed è ormai da molti dimenticato: l’immediatezza.

PrepartitaSì, perchè è dal punto di vista dell’immediatezza questo punto di vista che WE 3 si fa apprezzare e godere. Schermate semplici, statistiche esaurienti ma senza troppe variabili, tenere faccine che saltellano sullo schermo ed un gameplay estremamente intuitivo ma al tempo stesso realistico. Ma forse è il caso di parlarvi del gioco vero e proprio. Tanto per cominciare si gioca con le squadre nazionali aggiornate ai mondiali di Francia ’98: i nomi sono ufficiali, sì, peccato che siano in ideogrammi giapponese. Con un po’ di sana pazienza potrete sistemarli a dovere. I tornei disponibili sono quelli classici, ovvero i mondiali, le varie coppe regionali (Coppa d’Africa, Coppa America, Europei e via discorrendo) in mitico All Star Match, dove potremo disputare la fida tra Europa e Resto del Mondo. Per quanto riguarda le opzioni di pre-partita siamo nel giusto mezzo: quanto di voi, giocando a Winning Eleven 5, 6, 7, 8, 9 guardando la quantità biblica di statistiche che formano ogni giocatore, sono stati coti da nausea, vomito, cefalea ed emorroidi? Se siete tra queste persone, WE 3 è il gioco che fa per voi. Eh sì, perchè appena entrati nel menù di pre-partita sarete accolti da una simpatica interfaccia dove, accanto al nome di ogni giocatore, vedrete una simpatica faccina che potrà assumere svariati colori e forme. Sarà grigia e triste se il vostro giocatore è stanco e fori forma, sarà invece sorridente e saltellante se il vostro giocatore sarà in perfetta forma. Per quanto riguarda le statistiche dei giocatori non dovrete preoccuparvi, avrete a disposizione non più di dieci voci per giocatore: il tutto contribuisce a darvi l’idea di chi state mettendo in campo anche se di calcio ne capite proprio poco (come il sottoscritto abituato a giocare col Gamba Osaka). E le tattiche (diranno i più maliziosi)? Ci sono, ci sono: basta premere Select e possiamo assegnare ai tasti L2 ed R2 due tattiche. Semplice, no?

Shuto! Goru! Roberuto Baggio!Ma il godimento, quello vero, arriva una volta entrati in campo. Il metodo di controllo è quello classico di tutti i Winning Eleven, con i tasti frontali deputati al passaggio, cross, passaggio in profondità e tiro e con i laterali R1 ed L1 impiegati nella corsa e cambio di giocatore. E poi? E poi basta: se escludiamo la possibilità di eseguire pallonetti e passaggi uno-due mediante l’uso combinato di L1 e dei tasti frontali i controlli finiscono qui. Scordatevi tutte le altre cose complicate che è possibile fare con i recenti capitoli della serie Konami. Ma iniziato a giocare, credetemi, non rimpiangerete affatto questa semplicità: il controllo della palla è perfetto, i cambi di direzione sono veloci, la reattività è fuori dalla norma. L’immediatezza fa da padrona e, con i controlli disponibili, si può fare praticamente di tutto e senza sforare nell’irrealismo né in risultati tennistici. Chi ha giocato a ISS Pro 98 sa di cosa parlo. Inoltre è apprezzabile il notevole miglioramento rispetto a suddetto titolo: nonostante graficamente sia molto simile il gameplay è leggermente cambiato rendendo il dribbling, tallone d’Achille di ISS Pro 98 poichè troppo semplice da eseguire, più difficile e quindi l’esperienza di gioco più realistica. Certo, tecnicamente è quello che è, da una Playstation era difficile ottenere di meglio. Ciononostante sono ammirevoli le animazioni e la collisioni dei giocatori, praticamente perfette. Per non parlare dello sforzo dei programmatori nel far assomigliare tanto i giocatori (vedi Batistuta, Zamorano, Ronaldo) quanto le casacche delle squadre alle loro controparti reali. Non mancano i tocchi di classe: provate ad affrontare il Paraguay e a commettere fallo da fuori area, verrà il portiere Chilavert a battere le punizioni. Oppure giocate con la Romania: una volta supera tutto il girone di qualificazione dei mondiali come accadde in Francia 98 troverete i vostri giocatori tutti con i capelli ossigenati.Ma questi sono dettagli, chicche per l’epoca ma cose che ormai sono nello standard: quello per cui Winning Eleven 3 Final Evolution è ancora meritevole d’attenzione è il gameplay estremamente intuitivo ed immediato che, per alcuni, è preferibile al tecnicismo estremo degli ultimi capitoli made in Konami.L’unico difetto, se vogliamo, sono i menu in giapponese ma non essendoci la master League le opzioni sono davvero poche per cui è piuttosto difficile perdersi tra gli ideogrammi.

– Immediato

– Realistico

– Roberto Baggio nell’Italia

– Non ha la Master League

9.2

Winning Eleven 3 Final Evolution è uno dei migliori capitoli della saga di Konami. Non vanta il realismo delle ultime produzioni, ne l’eccessiva fisicità nei controlli, ne tanto meno l’introduzione delle squadre di club con le loro Master League. Ma risulta ugualmente (a tratti maggiormente) appagante dei suoi sequel grazie all’estrema immediatezza abbinata al realismo. Se siete amanti delle simulazioni ma non disdegnate l’azione di gioco intuitiva, se vi piace PES 5 ma preferireste un approccio più semplice ed immediato WE 3 è il gioco che fa per voi.

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