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Pro
- Buon livello di sfida fin da subito.
- L'idea della combinazione limitata per reliquie ed abilità obbliga ad agire con un po' di strategia.
- Numerosi segreti e collezionabili legati all'universo di Alea e alle sue fiabe struggenti...
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Contro
- ... ma sul fronte narrativo ed estetico si poteva osare di più.
- Per quanto piacevolmente frenetici, gli scontri sono anche abbastanza caotici.
Il Verdetto di SpazioGames
Informazioni sul prodotto

- Sviluppatore: Thunderful
- Produttore: Thunderful
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC , PS5 , XSX , SWITCH
- Generi: Roguelite
- Data di uscita: Estate 2025
C’era una volta un team di nome Zoink che, grazie alla propria creatività e determinazione – e supportato da EA sotto il vessillo degli “EA Originals” – era riuscito a creare un videogioco molto interessante di nome Lost in Random.
Era il 2021 e quel progetto, come raccontato nella nostra approfondita recensione su queste pagine digitali, era una piccola perla grezza, con idee interessanti nel gameplay ed una trama sorprendentemente articolata.
A più di quattro anni di distanza il team è cambiato parecchio, il nome adesso – dopo alcune rivoluzioni interne e la fusione con un altro studio – è diventato direttamente quello di Thunderful Games (editori anche del recente Planet of Lana), mentre di quell’avventura menzionata ci rimane solo un lontano e nostalgico ricordo.
Ricordo che, però, la software svedese ha deciso adesso di riportare in auge proponendo al pubblico Lost in Random: The Eternal Die, progetto narrativamente ispirato al medesimo universo del gioco originale, ma con un inedito gameplay roguelite che segna nel bene e nel male un taglio netto con le sue origini.
Buona idea o si snatura ciò che Lost in Random rappresentava?
Il Dado della discordia
Come anticipato, dal punto di vista della narrazione, Lost in Random: The Eternal Die è un tuffo nello stesso universo dell’avventura uscita nel 2021, ovvero il regno di Alea.
Mantenendo esteticamente lo stesso stile caricaturale e grottesco che lo ha contraddistinto, per quanto meno evidenziato, impersoniamo la regina Aleksandra, spogliata di ogni potere, del trono e imprigionata all’interno di una dimensione tanto oscura quanto letale – tutto a opera del Dado Nero ed il Cavalier Tormento.
L’unica compagna che può aiutarla in questo viaggio di vendetta e di fuga è il dado Fortuna, forte di un antico potere che caratterizza l’intero universo del gioco, di cui non diremo altro ma che viene spiegato tra lore e segreti, man mano che le ore si accumulano sullo schermo.
Nonostante il cambio sostanziale del gameplay di Lost in Random: The Eternal Die, che andremo ad approfondire nella seconda metà della recensione, rimangono alcuni elementi narrativi interessanti e che invogliano il giocatore a scoprire qualcosa in più del mondo di Alea.
Ci sono retroscena legati al regno della protagonista e ai suoi legami affettivi, rapporti con scagnozzi e consiglieri, senza dimenticare informazioni sui dadi magici e la loro influenza nel mondo in cui ci troviamo a scorrazzare.
I riferimenti, ovviamente, sono molto più chiari per chi ha giocato il predecessore, ma riescono a stuzzicare anche i neofiti, oltre che e a delineare con maggiore chiarezza i contorni di una storia piacevole da vivere pad alla mano, per quanto non abbastanza valorizzata rispetto all’effettivo potenziale che poteva esprimere.
Evitando spoiler di ogni sorta, sappiate solo che durante il viaggio in Lost in Random: The Eternal Die incontrerete vari personaggi, tutti ben caratterizzati e pronti ad aiutare, in un modo o nell’altro, a superare i vari ostacoli creati dal Cavalier Tormento.
Come conseguenza potremo decidere quanto dedicarci alle loro storie e i loro bisogni per sbloccare finali alternativi, sempre consultabili da un comodo hub centrale: le loro vicende procedono in parallelo alla voglia di vendetta della regina di Alea, che è pronta a cambiarne sensibilmente la psiche, di tentativo in tentativo.
Parliamo di una piccola evoluzione della protagonista che passa attraverso il confronto (psicologico ed emotivo) con le quattro macro-ambientazioni che fanno da cornice ai vari livelli generati proceduralmente; il confronto si lega anche ai boss a guardia di ognuno degli scenari, tutt’altro che banali e correlati per qualche motivo proprio alla regina Aleksandra...
Combattimenti in loop
Parlando del gameplay di Lost in Random: The Eternal Die, lo stile è quello dei roguelite più classici e blasonati, tra livelli generati in modo procedurale, abilità che si accumulano e svaniscono fino al successivo game over, e non mancano alcuni potenziamenti fissi che invece permettono di ricominciare con un equipaggiamento più all’altezza delle ennesime fatiche.
Parliamo di una formula che, nella sua linearità di fondo, funziona abbastanza bene e risulta ben bilanciata, con un livello di sfida che impegna l’utente fin dalla difficoltà normale, spingendo a concentrarsi ore e ore per raggiungere almeno per la prima volta i titoli di coda.
Buon lavoro anche per le quattro armi presenti e selezionabili dall’hub centrale prima di ogni partita; certo, non sono molte di numero, lo ammettiamo, ma presentano range di attacchi e danni ben differenziati, per offrire al giocatore tattiche e approcci differenti a seconda del proprio stile.
Non solo: si può anche sfruttare il lancio della stessa compagna Fortuna, per arrecare danni ad area incrementali, a seconda del numero restituito dalla faccia del dado. Si tratta di un elemento che favorisce la concatenazione di attacchi abbastanza frenetici e soddisfacenti, anche se bisogna muoversi con un po’ di astuzia tra boss e nemici minori, per capirne punti di forza e debolezza al meglio.
Proprio con i boss principali si hanno, ovviamente, i momenti più frenetici e divertenti di tutto il gioco: dobbiamo ammettere che il team svedese ha svolto un buon lavoro per renderli differenti per stile – e anche per l'approccio richiesto per mandarli al tappeto.
Si rivela poi estremamente interessante l’introduzione di tantissime reliquie – suddivise per grado di rarità – da inserire in una scacchiera in base alle combinazioni di colori presenti, per ottenere così determinati power up rispetto ad altri.
Ogni partita di Lost in Random: The Eternal Die è sempre differente: tra potenziamenti, arene procedurali, boss che cambiano il proprio move-set e carte da combinare a seconda dell’evenienza, le variabili non mancano di certo e rendono ogni sessione unica ed imprevedibile. Il che è anche il grande pregio del gioco.
Peccato per alcuni momenti più confusionari nelle aree con tanti nemici su schermo, e per un input lag che a volte impedisce di effettuare le schivate con i giusti tempi.
Ultimo, ma non per importanza, vogliamo fare una breve menzione per il comparto sonoro e quello artistico, che si pongono in continuità (saggiamente) con quanto elogiato nel capitolo originale – anche se, proprio considerando la natura da roguelite, qui si ha la sensazione che siano elementi lasciati fin troppo in secondo piano.
In termini di puro design, ci aspettavamo maggiore varietà rispetto ai solo quattro biomi presenti, con vari asset utilizzati per riproporre la maggior parte delle aree che danno quel senso di déjà-vu quando si gioca per più ore consecutive.
Proprio considerando tutto il potenziale creativo espresso dall'universo di riferimento, tra l'avventura capostipite e l'ampliamento espresso da The Eternal Die, si poteva osare di più.