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Recensione

WRC 3

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Avatar di Ctekcop

a cura di Ctekcop

Pubblicato il 11/10/2012 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Il genere videoludico dei rally ha vissuto durante questa generazione una opinabilissima crisi, eccezion fatta per gli ottimi Dirt di Codemasters, capaci di reinventare il marchio Colin Mcrae. Serie come V-Rally o Sega Rally si sono perse per strada o si sono snaturate mentre sono contemporaneamente venuti a mancare i simulatori più duri e puri in stile Xpand Rally o Richard Burns Rally. I fasti dei capitoli legati alla licenza ufficiale WRC dei tempi PS2 sono ormai lontani. 

Eppure nonostante ciò, o più probabilmente proprio in virtù di questo vuoto da colmare nel mercato, da un paio d’anni a questa parte gli italianissimi Milestone, specialisti dei giochi di guida, hanno cercato di riportare in auge quello che un tempo era il sottogenere maggiormente in voga dei giochi di guida. WRC giunge quindi alla sua terza edizione portando in dote con sé la licenza ufficiale del mondiale di rally 2012. Insulso aggiornamento o vero passo in avanti rispetto alle edizioni precedenti? Scopriamolo insieme.
L’odore del cambiamento
Accolti da una voce femminile ci si rende subito conto di come WRC3 voglia portare una ventata di aria fresca nella serie abbandonando i menu puliti e precisi che lo avevano caratterizzato in favore di altri molto più vistosi, che ricordano quelli di MUD, altro titolo della casa milanese.
L’offerta ludica risulta rinnovata, almeno nelle intenzioni. Si può prendere parte a singole prove speciali, interi rally o iniziare un lungo campionato. La carriera vera e propria coincide con la modalità Road to Glory dove lo scopo è completare gli eventi delle sette zone del mondo sbloccandone di nuovi procurandosi nuove auto e relativi potenziamenti, livree e sponsor. A interrompere la monotonia di queste prove ci pensano eventi speciali come le sfide testa a testa e sparute ma piacevoli minigiochi di guida alternativi. Apprezzabile il radicale taglio di modalità inutili e senza senso rispeto alla versione 2011.
Per quel che riguarda il multiplayer locale non è presente lo split-screen ma in pieno stile rallystico ci si può alternare con altri tre amici sfruttando l’opzione sedia rovente. L’online consente invece di sfidare fino a un massimo di altri 16 giocatori rappresentanti dai loro ghost. Si può facilmente partecipare a una gara rapida, dove poi votare il circuito, o magari creare o cercare una stanza più adatta alle proprie esigenze con specifici rally o campionati interi accompagnati da vetture di una data categoria.
Da constatare il pressochè totale riciclaggio di contenuti dalla precedente edizione: di certo non un problema per chi si avvicina per la prima volta a questa serie ma molti potrebbero non aver voglia di rivisitare i medesimi circuiti con le stesse vetture.
Fisica portami via
Gli ormai consueti diari di sviluppo hanno cercato di convincerci che il modello di guida di WRC sia praticamente perfetto risultando superiore in tutto e per tutto a quello di WRC2. Non è proprio così infatti per quanto diverso ed effettivamente migliorato lascia adito a qualche ombra e/o critica.
Si tratta di un’ambigua via di mezzo tra arcade e simulazione, tanto di moda oggi. Non mancano gli aiuti alla guida, come ABS, controllo di trazione, di stabilità, cambio manuale, servofreno e un più o meno cospicuo numero di rewind per rimediare ai propri errori. Per fortuna sono tutti disattivabili. Ottima la possibilità di regolare separatamente la difficoltà dell’IA e i relativi tempi da battere.
Il modello di guida sembra inizialmente funzionare. Per fare il tempo è doveroso ascoltare attentamente il sempre puntuale navigatore per impostare la curve nella maniera più consona così da seguire la traiettoria corretta. Occasionalmente si deve anche dosare il gas sopratutto senza aiuti e ancor di più una volta che si ha tra le mani uno dei temibili mostri sovralimentati degli anni ’80. Con le 2WD, le Gruppo N o le Super2000 il pedale dell’acceleratore rimane pigiato aggressivamente per la maggior parte del tempo. In poco si impara a togliersi soddisfazioni pennellando tornanti col freno a mano, tagliando aggressivamente le chicane, derapando nelle curve più strette e brusche.  I circuiti solamente ispirati a quelli reali vantano un design del tracciato spesso e volentieri entusiasmante e divertente.
Ciò che funziona meglio è senza dubbio l’assetto. Le eventuali modifiche non solo infulenzano correttamente il comportamento della vettura, entro certi limiti ovviamente, ma è addirittura presente un assetto consigliato sempre efficace e coerente col tipo di circuito e superficie che si sta per affrontare. Per esempio sul tortuoso asfalto tedesco vengono proposte sospensioni estremamente rigide e una vettura bassa mentre sui percorsi sterrati, sopratutto se in presenza di salti, si ha a che fare con un assetto complessivamente più morbido e una vettura più alta da terra. La resa di sottosterzo e sovrasterzo, dipendentemente dalla tipologia di vettura, dall’assetto scelto e fondo stradale, è senza dubbio ottima.
Rimangano alcune incongruenze. I diversi terreni non sembrano resi adeguatamente per quel che riguarda il tipo di aderenza che possono offrire, risultando tutti troppo simili: su asfalto manca quel grip sicuro in grado di rendere le vetture rapide, agili e nervose, mentre sulla neve sembra semplicemente di avere a che fare con terra o ghiaia di colore bianco. In generale le vetture sembrano tutte un po’ troppo leggere e scivolose anche quest’anno.
Non convice appieno nemmeno il sistema di gestione delle sospensioni e di gestione delle asperità. I trasferimenti di carico, sia longitudinali che trasversali, sono ben fatti al punto che sopratutto con le vetture più attempate è tutt’altro che difficile perdere contatto con le ruote interne in particolar modo se vi è un oggetto che può fungere da catapulta come per esempio un marciapiede. Ciò che da fastidio però è notare come un asfalto apparantemente pieno di buche e rughe sia in realtà sostanzialmente piatto e impercettibile a livello di feedback, sopratutto in termini di lavoro visivo delle sospensioni. Però sul pavè, anch’esso in realtà perfettamente piano, il pad vibra. Il paradosso arriva nel momento in cui si ha che fare con i salti, dove le sospensioni si comprimono a dovere al momento dell’atterraggio, o con rapide contropendenze poligonali che dimostrano come in realtà il modello delle sospensioni funzioni. Avrebbe fatto comodo un qualche sistema simile a quello già visto in MUD  per donare tridimensionalità alle strade sterrate, fangose o innevate.
A chiudere il cerchio un effetto pendolo che entra in gioco quasi esclusivamente per metterci in crisi durante le chicane prese troppo velocemente. Difficilmente può essere sfruttato a proprio vantaggio per impostare correttamente una curva come fanno i veri piloti di rally e rappresenta di rado un problema di cui curarsi sul finire di una derapata estrema cui potrebbe seguire un improvviso aumento di aderenza e il successivo innescarsi del repentino trasferimento di peso.
Dove sono finiti i maghi della grafica?
C’era un tempo, lontano lontano, in cui i giochi di Milestone erano i più impressionanti e spettacolari sulla piazza. Ora purtroppo non è più così: WRC3 non può fare altro che difendersi da una concorrenza più che mai agguerrita nonostante gli sforzi compiuti e i netti miglioramenti raggiunti.
Se paragonato direttamente a quello del precedente capitolo, l’impatto grafico dei circuiti è decisamente meno spoglio. Sullo sfondo tuttavia abbondano ancora elementi poco dettagliati e texture in bassa risoluzione mentre almeno a media distanza, forti dei feedback e delle critiche ricevute in passato, gli sviluppatori hanno cercato di abbondare con la vegetazione. Eppure di rado ci si imbatte in scenari capaci di stupire, impressionare o lasciare a bocca aperta per la loro maestosità i quali dovrebbero abbondare in un gioco di rally. Decisamente positivo invece il lavoro compiuto sui modelli poligonali delle auto come al solito esatte riproposizioni delle loro controparti reali anche negli interni oltre che nella carrozzeria. Da sottolineare anche il modello dei danni più che decente con la possibilità di perdere pezzi come paraurti e parafanghi, creare crepe nel parabrezza, rovinare inesorabilmente il cofano motore che inizia a saltellare pericolosamente. Manca giusto un’adeguata deformazione della lamiera tutt’ora rarissima nel panorama dei racing game che dispongono di vetture su licenza. Si possono effettuare dei cappottamenti, tutt’altro che rari nei veri rally, anche se spesso la situazione si risolve in maniera abbastanza ridicola e grossolana. Buoni i riflessi della carrozeria e, forse un po’ meno, quelli delle pozzanghere. Anche le ombre fanno la loro discreta figura mentre latita un sistema di illuminazione convincente in grado di far percepire adeguatamente il passaggio dal buio alla luce e viceversa in occasione di gallerie e sottopassaggi. Anche gli effetti particellari deludono in particolar modo durante i replay dove palesano tutta la loro pochezza. Decisamente apprezzabile la realizzazione della pioggia che pur non scendendo copiosamente lascia numerose gocce d’acqua visibili chiaramente sulla carrozzeria e sul parabrezza. Peccato per la mancanza delle condizioni meteo dinamiche ma sembra davvero di chiedere troppo. Il tutto procede con un frame-rate solido.
Buono anche il comparto audio con rombi dei motori diversi per ogni auto, in particolar modo esaltante il sibilo acuto tipico dei motori turbo, e effetti vari quali lo stridio delle gomme o i botti degli urti più bruschi. Degne di lode le piacevoli musiche di sottofondo dei menù di genere elettro-rock, drum and bass e dubstep.
Ottimo il comparto online che dal punto di vista tecnico risulta essere assolutamente godibile per niente afflitto da particolari problemi di fluidità o sincronizzazione a differenza di quanto accadeva con i precedenti capitoli. Peccato non aver colto l’occasione per innovare in qualche modo andando oltre le leaderboards e la gare contro i fantasmi.

– Licenze ufficiali del mondiale rally 2012

– Godibile da tutti

– Online finalmente solido

– Grafica ancora sottotono per quanto migliorata

– Modello di guida che non sa nè di carne nè di pesce

7.0

L’ultima fatica di Milestone, WRC3, è un buon gioco di guida che a conti fatti, nonostante i tentativi di perfezionarsi, non si discosta poi così tanto dalle precedenti opere rallystiche dello studio milanese. Non convincono appieno, per quanto rappresentino dei passi in avanti, la grafica sofferente e il modello di guida controverso. Quest’ultimo sembra pensato appositamente per divertire un pubblico ampio, magari con la solida componente online, anziché per appagare i palati degli amanti delle simulazioni.

Per i prossimi eventuali capitoli urge una seria ventata di aria fresca e rinnovamento, e magari un difficilmente auspicabile cambio di direzione.

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