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Recensione

Trauma Center

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Avatar di rspecial1

a cura di rspecial1

Pubblicato il 19/11/2005 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.7

Il mondo dei videogiochi è da sempre un continuo riciclaggio di vecchi classici, generi visti e stragiocati che ci vengono propinati dalle società, ogni volta con una grafica migliore o con piccole novità. Non c’è da stupirsi, quindi, che con l’introduzione del Nintendo DS e le sue peculiarità, il successo di vendite sia enorme e superi di gran lunga quello delle rivali…la gente vuole qualcosa di nuovo, ed il touch screen ci porta a concepire modi innovativi di gioco, mai pensati prima d’ora. Trauma Center è proprio ciò che il mondo videoludico richiede oggi, una boccata di aria fresca, un segno che ci fa capire che non tutto è stato inventato, fatto o ideato, e che molto si può ancora fare per stupirci e divertirci. Per ora ringraziamo Nintendo.

La Clinica dell’Amore…Quanti di voi hanno sognato di essere un dottore famoso e molto bravo? Penso pochi, i calciatori guadagnano di più e girano con delle ragazze che sono la fine del mondo. Ma se vi dicessi che quello che interpreterete in Trauma Center non è un semplice dottore, ma una persona dotata di poteri speciali, che dovrete aiutare nel tentativo di salvare il mondo? Ok, salvare il pianeta è cosa di tutti i giorni ormai, lo hanno fatto tutti, dai porcospini agli idraulici, quindi perché fare discriminazione lasciando fuori dai giochi la categoria medica? Nei panni del Dr. Derek Stiles dovrete cercare di salvare i pazienti dell’Hope Hospital dai vari problemi che li affliggeranno: non temete, non avrete bisogno di sapere nulla su anatomia o altre materie mediche, il titolo è molto arcade e quindi accessibile a tutti, seguendo uno stile molto simile ai puzzle games. I programmatori della Atlus hanno deciso di inserire il gioco in una storia ben precisa, dove il tutto viene narrato da sequenze degne degli anime televisivi e in cui le missioni sono costituite proprio dai casi dei vari pazienti. Il sistema di controllo è semplicissimo e basato completamente sull’utilizzo del nostro fidato pennino (le dita sono troppo grosse per eseguire operazioni chirurgiche complesse come quelle del gioco), che avrà la funzione di vari strumenti a seconda di quale oggetto selezioneremo tra quelli a nostra disposizione (inutile elencare bisturi e medicinali vari, che potrete trovare sull’apposita colonna del touch screen, tra cui anche accessori miracolosi di pura fantasia). Essendo un videogioco, avrete a vostra disposizione un limitato tempo per eseguire l’operazione e, se lo farete scadere, il vostro ammalato passerà dal lettino dell’ospedale ad una bella bara di legno…cosa negativa per voi (oltre che per lui). Le missioni che il titolo ci proporrà, spazieranno da semplici operazioni di chirurgia a veri interventi in cui bisognerà rimuovere tumori o salvare i malcapitati da infezioni di diverso genere, il tutto guardando sempre l’orologio ed utilizzando lo strumento adatto alle occasioni che si presenteranno (cosa fondamentale per il buon esito del tutto). Come in ogni gioco, poi, più proseguirete nella storia e più le missioni (operazioni) diventeranno difficili e richiederanno sempre più velocità e precisione. In vostro aiuto, però, ci saranno anche varie opzioni extra, come la possibilità di rallentare il tempo per effettuare tutto con più calma, fondamentale, quando nei livelli più avanzati vi ritroverete con i pazienti più sfigati che avranno più di un problema da risolvere.

Datemi un Bisturi e Salverò il Mondo.Anche se i ragazzi della Atlus si sono impegnati realizzando una bella storia bisogna sottolineare come difficilmente riprenderete la modalità principale per rigiocarla, una volta terminata. Oltre ad essere piuttosto corta, è anche molto ripetitiva nelle azioni da eseguire. Proprio per ovviare a questo problema è stata inserita la modalità sfida, nella quale lo scopo principale sarà quello di battere i vostri record nelle varie operazioni sbloccate. Inutile dire che questo eleva la longevità del titolo di molto, anche se tutte le mosse a vostra disposizione, da eseguire con il pennino, non sono moltissime (qualche zigzagamento qua e là, zoomare e contro zoomare alla ricerca di tumori, risucchiare il sangue o robaccia ingerita dal nostro paziente..comunque, i movimenti sono pochi), il fattore sfida e il desiderio di primeggiare nel ranking globale prevalgono sempre. Per il resto Trauma Center non presenta nulla di particolare da segnalare, tanto, già di per sè, risulta originale e godibile così com’è, senza troppe opzioni secondarie, che avrebbero sì aumentato la longevità, ma anche snaturato la “magia” trasmessa dal titolo, capace di catturare il giocatore con la sua meccanica e gameplay, tenendolo attaccato al Nintendo Ds, alla ricerca della tanto agognata S, come voto per ogni missione.

Un Anime…Tecnicamente non c’è veramente molto da dire: sul monitor in alto, infatti, vedremo scorrere la storia realizzata in stile anime, bella e colorata con disegni di alta qualità, mentre la parte del touch screen è costituita dalla grafica in-game. Grafica essenziale, con pochi poligoni ma ben colorati e con texture di qualità, ma che, per la natura stessa del gioco, non stupisce o colpisce più di tanto il giocatore. Il sonoro non rappresenta neanche un punto esaltante della realizzazione tecnica, con qualche frasetta campionata bene ma che si limita a poche esclamazioni ed effetti sonori blandi e poco convincenti. Le musiche, invece, sono realizzate bene e si adattano alla tipologia del titolo in questione, mettendo in agitazione il giocatore con il loro ritmo incalzante durante le operazioni più concitate.

– Gameplay immediato

– Divertente

– Grafica e sonoro da GBA

– Ripetitivo

7.7

Trauma Center si presenta con una realizzazione tecnica mediocre ed una longevità non eccezionale, ma con un gameplay solido e divertente che incollerà i possessori della piccola console Nintendo ai due monitor. E’ sicuramente consigliato a tutti quelli che cercano esperienze di gioco nuove ed innovative o un divertimento sfrenato costituito da puzzle che metteranno al lavoro la materia grigia e poco caratterizzati da aspetti secondari come grafica o sonoro.

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