Recensione

The Wolf Among Us: A Crooked Mile

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a cura di FireZdragon

Il Verdetto di SpazioGames

6

Recensire una serie periodica non è mai un compito semplice. Ci si trova spesso invischiati in storie lasciate in sospeso con personaggi che maturano e crescono proprio durante gli accadimenti, e spesso si finisce per dare un giudizio troppo affrettato sui protagonisti.Arrivati al terzo capitolo di The Wolf Among Us però la nostra sensazione è quella di un brutto stallo nella narrativa, un momento di stanca di Telltale che non riesce a iniettare in questa serie la stessa passione vista in The Walking Dead.Il problema è da ricercarsi però in diversi aspetti, dai protagonisti che via via si stanno appiattendo ad una storia che non solo non decolla ma addirittura torna sui suoi passi rallentando, proponendoci un episodio quasi superfluo, che apre e chiude diverse porte ma non lascia traccia del suo passaggio.

Sassi nello stomacoDurante le primissime ore di gioco di Faith, il nostro Bigby ci aveva catturato, il suo personaggio era stato presentato ottimamente e, anche se erano moltissimi i punti di domanda che si celavano dietro le creature di Fabletown (soprattutto per i non fan della serie a fumetti), Telltale era riuscita nell’incipit ad inquadrare un personaggio piuttosto turbato, guidato dagli istinti ma anche consapevole delle sue azioni. Con il prosieguo della storia, tuttavia, questi momenti di introspezione stanno svanendo e ci troviamo per le mani un protagonista che rimbalza come una pallina del flipper impazzita tra le povere location del gioco, saltando da un dialogo all’altro in maniera forzata e forsennata, quasi a voler cercare di dare maggior profondità alla sua figura solo attraverso le parole.I momenti di relax e di calma visti nel primo capitolo sono quasi spariti del tutto e il giocatore viene continuamente trascinato per i capelli da una trama che non accenna a rallentare. Il problema più grosso di The Wolf Among Us, e di questo terzo capitolo in particolare, è proprio la fretta quasi esacerbata della narrazione, che non lascia tempo di riflettere sulle proprie azioni né tanto meno sulle scelte da intraprendere.Tutti i temi trattati e i personaggi vengono solo sfiorati ancora una volta dalla storia e difficilmente il giocatore riuscirà ad affezionarsi a qualcuno di essi. A reggere baracca e burattini quindi non è il protagonista, ma fortunatamente è una Snow che finalmente vive di vita propria, e dopo il colpo di scena del secondo episodio finalmente rappresenta una figura a sé stante, indipendente e finalmente slegata quasi del tutto da Bigby,Snow diventerà il nostro braccio destro in questa occasione, elevando di rango il personaggio e mettendola sotto una nuova luce che sinceramente abbiamo apprezzato. Non si può dire lo stesso per gli altri personaggi, principali e secondari, sempre nascosti nell’ombra di un’ubriacatura molesta o di un momento di nebulosa follia incapace di far emergere il loro vero ego.

In fondo al pozzo dei desideriA complicare e a peggiorare il tutto ci si mettono come sempre le dannatissime fasi di investigazione che, capitolo dopo capitolo diventano sempre più semplici e inutili.Il titolo Telltale non sembra proprio avere la stoffa per divenire un’avventura di quelle profonde e le meccaniche messe in mostra trasformano i momenti clou dell’intero gioco, quelle stesse sezioni che dovrebbero portare alla luce aspetti significativi della trama e svelare i colpi di scena importanti, in semplici attimi morti ove la lentezza dell’azione, le enormi icone a schermo e la palese mancanza di contenuti all’interno delle aree di ricerca, trasformano il tutto in banali momenti morti, in perdite di tempo.Abbiamo un terzo capitolo che parte con un indizio forte sull’assassino che stiamo cercando, ma che rende palese dopo pochi attimi la sua innocenza, forzando il giocatore a proseguire nell’avventura in un determinato modo, sebbene questo riesca a capire benissimo dove il gioco vorrà andare a parare. Sono proprio le scelte multiple quindi ad avere significato e a farci chiedere quale peso in realtà potranno mai avere tutte quelle azioni compiute in precedenza e quelle decine di dialoghi con i personaggi secondari che non sembrano venir minimamente prese in considerazione dagli sviluppatori. The Walking Dead riusciva in questo a dare davvero l’idea che il giocatore avesse pieno potere sulle decisioni da prendere, anche se queste in realtà stavano già seguendo un plot ben preciso.La nostra impressione è invece che Telltale non riesca in questa serie ad ottenere lo stesso risultato, con tanti momenti scontati e prevedibili con largo anticipo. Qualche buon colpo di scena ovviamente non manca, ma è davvero troppo poco per non ancorare anche questo capitolo a una risicata sufficienza. Non ci resta che attendere il penultimo atto della serie e sperare che l’arrivo di un nuovo antagonista, a quanto pare questa volta capace di tenere testa a Bigby, risollevi il destino di tutta la storia.

– Snow prende finalmente spessore

– Un nuovo antagonista tutto da scoprire

– Capitolo tutto sommato superfluo

– Lo sviluppo interiore di Bigby è pressoché nullo

– Proprio non digeriamo le fasi di investigazione

6.0

Ad eccezione di qualche piccolo colpo di scena, A Crooked Mile non convince e lascia il giocatore insoddisfatto per quasi tutta la durata del capitolo. Solo nei minuti finali un barlume di luce tocca la produzione, forse però troppo flebile per illuminare l’intera serie. Negli ultimi due capitoli ci aspettiamo una vera e propria esplosione di Bigby e dei comprimari, sperando al contempo di vedere una narrativa decisamente più forte e decisioni che riescano seriamente ad influenzare la trama, o quantomeno a farcelo credere.

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