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Recensione

The Samaritan Paradox

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Avatar di Francesco Ursino

a cura di Francesco Ursino

Pubblicato il 04/05/2014 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8

Quando si parla di “vecchia scuola”, nei videogiochi, spesso ci si riferisce al livello di difficoltà della sfida proposta: sono in molti a concordare sul fatto che i giochi di una volta fossero più complicati, spesso frustranti, ma al tempo stesso molto soddisfacenti. Allo stesso modo, quando si parla di vecchia scuola nelle avventure grafiche, ci si riferisce a titoli che riuscivano a bloccare il giocatore su un particolare enigma logico per molto tempo; i più “professionali” si arrovellavano il cervello finché non riuscivano a trovare la soluzione, mentre i meno pazienti andavano a sbirciare qualche guida.La dinamica attuale di questo tipo di videogiochi, seguendo il trend segnato da altri generi, si è evoluta verso una difficoltà minore, e questa scelta sembra aver incontrato un certo favore tra il pubblico, soprattutto se si considera il successo della serie di The Walking Dead. E’ per questo che, quando si ha tra le mani un’avventura old-school come quella che ci accingiamo a recensire, ovvero The Samaritan Paradox, la sensazione è quella di tornare un po’ indietro nel tempo. Vediamo cosa ha da offrire, allora, questa produzione targata Faravid Interactive, nome dietro al quale si cela il solo sviluppatore svedese Petter Ljungqvist.

Codici, codici everywhereProposta su Steam in versione Linux e PC al prezzo di € 8,99, The Samaritan Paradox è un’avventura grafica bidimensionale in cui si seguiranno principalmente le vicende di Ord Salamon, un crittologo sull’orlo della depressione, e di Jonatan Bergwall, enigmatico scrittore. Quest’ultimo, suicidatosi da poco, ha lasciato un codice da decifrare che contiene un messaggio per sua figlia, Sara, la quale solo casualmente entrerà in contatto con Ord. E’ dall’incontro tra i due che partirà la vicenda vera e propria, la quale più andrà avanti e più si riempirà di interrogativi sulla sorte dello scrittore. Sembra infatti che Jonatan abbia lasciato in dono alla figlia un ultimo libro, i cui capitoli sono però nascosti. Sarà ripercorrendo la storia della protagonista del romanzo, ovvero Freja, che la vicenda scioglierà tutti i suoi nodi: quello che all’inizio sembra essere il suicidio di uno scrittore istrionico, allora, potrebbe rivelarsi essere qualcosa di molto più complesso.Dobbiamo dire che l’intreccio di The Samaritan Paradox sembra essere congegnato ottimamente, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione di alcuni personaggi; pur senza scendere troppo nei meandri della trama, è giusto dire che il titolo permetterà di prendere il controllo di più protagonisti, Ord e Freja, all’interno di due ambientazioni completamente differenti. E’ soprattutto la figura di Jonatan, in effetti, quella che risulterà più interessante fin dalle prime fasi. Pur non essendo fisicamente presente sulla scena, infatti, il personaggio in questione sarà presente praticamente in ogni istante di gioco, visto che attraverso gli indizi da lui lasciati nelle varie ambientazioni si risalirà al messaggio che lo stesso ha voluto tramandare alla figlia. Il compito di completare l’identità di questo personaggio misterioso viene assolto dal racconto degli altri personaggi secondari, che non mancheranno di esprimere le proprie opinioni su questo vulcanico scrittore, nonché dalla figlia, spesso la più severa nei giudizi.Come si può vedere, dunque, la narrazione gioca un ruolo abbastanza importante in The Samaritan Paradox, proponendo una sorta di giallo che, almeno per i giocatori che riusciranno a venire a capo velocemente degli enigmi logici proposti, riuscirà a proporre una storia interessante e discretamente intrigante.

Tanto difficile quanto appagante?Il carattere old-school di questa avventura, come facilmente intuibile, deriva soprattutto dal livello degli enigmi proposti: crediamo di non sbagliarci quando affermiamo che The Samaritan Paradox è una delle sfide punta e clicca più ostiche degli ultimi tempi, soprattutto per quanto riguarda la risoluzione di alcuni puzzle. Fin dall’inizio, infatti, il titolo lascerà il giocatore da solo: non ci saranno aiuti che evidenzieranno gli hotspot (anche se la difficoltà generale dal titolo non dipende certo da questo aspetto), né un qualsivoglia sistema di aiuti e indizi che ormai spesso accompagna gli avventurieri dotati di mouse. Tutto quello che il giocatore dovrà fare per proseguire nella vicenda, dunque, è leggere attentamente tutte le informazioni scaturite da dialoghi e riflessioni, raccogliere ogni oggetto presente su schermo, e cercare di capire come utilizzare il contenuto dell’inventario a proprio vantaggio. La risposta a un qualche enigma, in The Samaritan Paradox, spesso sarà presente sotto gli occhi del giocatore per diverso tempo, prima che questi possa comprenderla: si tratterà, ripetiamo ancora una volta, di fare estrema attenzione a tutti gli elementi presenti nelle varie schermate, e a volte di avere un po’ di fortuna.

In ogni caso, al di là della pura e semplice circostanza fortunata, elemento che può presentarsi in ogni avventura grafica, è bene ribadire che ci sarà sempre modo di venire a capo degli enigmi ragionando per bene sulle informazioni raccolte; di sicuro si tratta di un’attività che non piacerà a ogni tipo di giocatore, ma la sensazione è che gli amanti delle avventure grafiche toste troveranno nel titolo Faravid Interactive una sfida da non sottovalutare.Dobbiamo pur dire che, alle volte, la risoluzione degli enigmi si basa su episodi un po’ al limite: più che l’utilizzo degli oggetti, quello che a volte fa alzare qualche sopracciglio è la logica che si cela dietro la soluzione di alcuni puzzle; la sensazione, quindi, è che alle volte si sia cercato di creare enigmi complicati proponendo delle vie d’uscita un po’ troppo fantasiose, o che comunque non vengono subito in mente. Si tratta di una caratteristica, va detto, tipica di molte avventure grafiche, ma che in titolo dalla difficoltà medio-alta inevitabilmente ha un certo peso. Continuiamo la nostra disamina delle dinamiche di gioco spostandoci su un livello un po’ più pratico: ci riferiamo, infatti, all’analisi dell’interfaccia grafica, elemento che ci consente di parlare anche della gestione dell’inventario e dell’interazione con i vari oggetti.Questi elementi saranno visibili in ogni momento sulla grande barra presente sulla parte inferiore dello schermo: il loro numero sarà sempre discreto, e c’è da dire che più volte il gioco chiederà di combinare tra di loro le cianfrusaglie raccolte dal giocatore. E’ in questa sezione, inoltre, che il giocatore potrà accedere all’agenda personale di Ord, la quale contiene preziose informazioni sui personaggi incontrati, nonché sui temi di maggiore interesse. Queste stesse voci, peraltro, potranno essere utilizzate durante i vari dialoghi con gli altri personaggi, e si arricchiranno di significato col prosieguo dell’avventura.L’interfaccia grafica mostra qualche difetto, invece, quando si pensa ad alcune scelte stilistiche che potrebbero rendere l’esperienza di gioco meno piacevole. Ci riferiamo a piccoli particolari, come alle due icone che permettono di salvare e caricare una partita, dal significato sostanzialmente poco chiaro e che potrebbero causare confusione, e alla stessa icona che permette di uscire dal gioco, un po’ nascosta all’interno di un menù che a volte da l’impressione di essere leggermente criptico.

Visioni dal passatoLa grafica di The Samaritan Paradox riprende alcune scelte che sembra siano molto popolari tra gli sviluppatori di avventure grafiche recenti: parliamo, infatti, di un aspetto che si rifà alle produzioni vecchie ormai di anni, e che già altre realtà affermate hanno adottato con un certo successo (il riferimento alle produzioni Wadjet Eye Games sembra più che mai puntuale). La scelta di questa particolare veste grafica può piacere o meno, ma non incide più di tanto sulla fruizione dell’avventura, che risulta invece sufficientemente gradevole e quasi mai priva di quella definizione necessaria, ad esempio, a scovare un qualche oggetto da raccogliere. Insomma, considerato il carattere della produzione, decisamente priva di un grande budget, la scelta di affidarsi a una grafica di questo tipo concilia presumibilmente la necessità di non spendere troppo con la voglia di proporre comunque un aspetto grafico che nonostante tutto è ancora in voga nel genere. Purtroppo, come visto nel paragrafo dedicato al gameplay, questa particolare scelta stilistica porta a dei menu che a volte potrebbero non essere così chiari da comprendere, almeno durante i primi istanti di gioco.Per quanto riguarda il comparto audio, invece, merita un plauso l’aver voluto aggiungere un doppiaggio in inglese di discreta qualità, che di certo aiuta a dare una maggiore profondità all’intera vicenda. La perfomance degli attori non si segnala per particolari picchi qualitativi, ma svolge il suo lavoro. Al doppiaggio, poi, si accompagnano alcune musiche di sottofondo sufficientemente piacevoli, realizzate da Lannie Neely III.Segnaliamo poi la presenza della localizzazione italiana dei testi, che di certo aiuterà i meno pratici della lingua inglese a comprendere meglio la vicenda, sebbene alcuni piccoli particolari non siano stati interamente tradotti (per esempio l’elenco delle voci raccolte dal protagonista nella propria agenda). Si tratta, comunque, di sparute linee di testo che non inficiano il buon lavoro svolto.

– Enigmi sempre impegnativi e stimolanti…

– Storia interessante

– …sorretti saltuariamente da una logica un po’ fantasiosa

– Qualche incertezza nell’interfaccia grafica

8.0

Enigmi tosti e una storia intrigante: questi, in sintesi, sono gli ingredienti che si segnalano maggiormente dall’analisi di The Samaritan Paradox, avventura grafica che darà filo da torcere anche agli avventurieri più navigati.

La natura dei puzzle, talvolta, potrebbe risultare fantasiosa o forzata, ma non c’è dubbio che nel panorama di avventure odierne la produzione Faravid Interactive rappresenta una sorta di ritorno alle origini, sia dal punto di vista del gameplay che della grafica: quest’ultimo elemento, d’altra parte, riprende soluzioni già viste in recenti produzioni indipendenti.

Si tratta di un titolo, dunque, consigliato solo a un certo tipo di avventuriero, magari esperto e pronto a spendere del tempo nel cercare di superare un determinato enigma; chi cerca un’esperienza maggiormente veloce e semplice, forse, farebbe meglio a rivolgersi ad altre avventure grafiche recenti, o magari a dare prima una rapida occhiata alla versione dimostrativa del titolo, disponibile sul sito ufficiale della produzione stessa.

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