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Recensione

Tearaway Unfolded

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Avatar di Pregianza

a cura di Pregianza

Pubblicato il 03/09/2015 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8

Dev’essere curioso visitare gli studios dove i Media Molecule danno vita alle immagini che frullano nei loro cervellini. Uno se li immagina quasi fiabeschi, con pareti in marzapane, statue di magiche creature e origami capaci di prender vita e accompagnare i visitatori nelle passeggiate. Il fatto che si tratti di un freddo ufficio con qualche nota di colore data da pupazzi e decorazioni è tristemente più realistico, ma pare importare poco a questo team, perché ormai è evidente che la magia delle fiabe è tutta nella loro mente.
L’ultima dimostrazione del loro estro si chiama Tearaway Unfolded e non è una novità, a volerla dir tutta, bensì un brillante giochillo pensato per Playstation Vita e riadattato per Ps4. Dopo averlo provato, però, definirlo “port” ci sembra davvero riduttivo. Vediamo perché.
Fiabe di carta
Anche quando lo si osserva da una prospettiva orientata verso i più piccini, Tearaway riesce a discostarsi parecchio dai tipici prodotti per i videogiocatori più giovani. La storia che fa da motore trainante, ad esempio, è estremamente semplice, al punto da far apparire l’opera dei Media Molecule una sorta di equivalente interattivo delle fiabe illustrate. Ci spieghiamo meglio: esattamente come nella controparte per PsVita, in Tearaway voi interpretate… voi. O meglio, il “tu”, perché è proprio con questo pronome singolare che le due voci narranti si riferiscono al giocatore per tutta l’avventura, ed è lui, con le sue azioni, a trasformare il mondo di gioco. Non esplorerete questa misteriosa location con una visuale in prima persona tuttavia, ad aiutarvi ci sarà un pucciosissimo messaggero di carta con cui formerete un forte legame dopo l’apertura di uno squarcio tra tale universo e quello reale. Il vostro obiettivo finale? Raggiungere lo squarcio sopracitato, per consegnare un messaggio.
Tutto qui. Davvero, non c’è altro al di fuori di una misteriosa forza maligna che riempie il mondo di avversari chiamati “cartacce” capaci di togliere il colore a ciò che li circonda. È evidente pertanto che gli sviluppatori abbiano voluto evitare qualunque virtuosismo narrativo per concentrarsi esclusivamente sull’impatto artistico del mondo. Ottima scelta, visto il risultato finale.
Ciò che Tearaway offre è infatti una delle ambientazioni più vibranti e ispirate che abbiamo mai visto, già capace di stupirci nella sua versione Vita, ma su Ps4 ancor più strabiliante. L’illusione del mondo cartaceo qui è vicina alla perfezione. Osserverete alberi pieghevoli muoversi nel vento, animali e curiosi abitanti composti da colorati pezzettoni di cartone, intere montagne ed edifici enormi fatti di fogli più o meno resistenti alle intemperie. L’effetto è splendido e il passo avanti rispetto alla portatile Sony davvero sensibile, non solo a livello grafico. I livelli sono infatti all’incirca gli stessi del predecessore ma rifatti in toto, allargati e nettamente più ricchi di dettagli. Il titolo non è stato semplicemente rimasterizzato, i suoi asset sono stati recuperati, ritoccati in modo pesante, e riutilizzati per creare una variante ambiziosa e spettacolare.
Nuova console, nuovi controlli
I cambiamenti, in Tearaway Unfolded, non si limitano peraltro ai ritocchi estetici e alla scala aumentata: il gameplay si è infatti trasformato. Come ben saprete, il primo Tearaway era strutturato completamente attorno ai comandi della Playstation Vita, ne utilizzava dunque di continuo il touchpad posteriore, il touchscreen, e le altre funzionalità, per variare a dovere il gameplay. Tali trovate erano in larga parte inapplicabili a Playstation 4, quindi gli sviluppatori hanno scelto di modificare il sistema di controllo per sfruttare al meglio le funzionalità del Dual Shock 4. Prima le cartacce venivano eliminate a suon di ditate virtuali? Ora potrete ipnotizzarle con la luce frontale del controller e farle cascare in un burrone, o eliminarle grazie a pericoli vicini. Prima si disegnava col touchscreen? Adesso si usa il touchpad. E così via, con tanto di piattaforme elastiche che il touchpad attiva con una leggera pressione, vento direzionabile con lo scorrere di un dito, proiettili che il vostro alter ego può raccogliere per scagliare dallo schermo in un secondo momento, e altre chicche che si sposano alla perfezione alla nuova natura del titolo.
Il lavoro svolto, insomma, è impressionante, un rimodellamento che per certi versi avrebbe potuto portare persino a un seguito diretto. Ma stavolta capiamo i Media Molecule: riproporre la loro opera, non giocatissima, su una console con una base installata come quella di Ps4, è un modo come un altro per diffondere il verbo. Come detto all’inizio, Tearaway Unfolded è ben più che un semplice port, e sta talmente bene sulla nuova piattaforma da sembrar congegnato per lei.
La poesia visiva del gioco, ad ogni modo, non riesce a oscurare del tutto il suo difetto primario, rimasto invariato col passare del tempo. Parliamo ovviamente della difficoltà, estremamente bassa e pensata per rendere Tearaway Unfolded godibile per i giocatori inesperti. In quanto fiaba interattiva Tearaway non vi chiede altro che perdervi nei suoi splendidi paesaggi, e scorre senza problemi dall’inizio alla fine. Il livello di sfida dei salti, dei puzzle e degli scontri è sempre minimo, e non porta mai il giocatore a distogliere lo sguardo dalla bellezza che lo circonda per concentrarsi sull’azione. Perfetto se siete un padre che ama giocare con pargolo in braccio, avete figlioli desiderosi di scoprire quanto bello può essere un videogioco, o fate parte di quella categoria di persone che apprezzano il comparto artistico più di qualunque altra cosa, ma non altrettanto idilliaco per chi ama videogame impegnativi. Tenetelo bene a mente prima di buttarvi sul disco.
Non si può invece criticare il comparto tecnico del gioco, meraviglioso. Si vede che Tearaway Unfolded è composto da pochi più poligoni rispetto alla manciata che dava forma alla sua base su Vita, ma questi sono usati alla perfezione e trasformano la televisione in una finestra su un mondo che potrebbe far andare in brodo di giuggiole qualunque amante degli origami. Buona parte degli elementi di Tearaway è stata creata realmente con la carta prima di essere inserita nel gioco, e si vede, facendo ancora più effetto quando si nota la fludità del motore, intervallata da rarissimi e brevi scatterelli che non inficiano in alcun modo l’esperienza (e coincidono il più delle volte con dei caricamenti). Sfiziosissimo inoltre l’uso della fotocamera, che si ottiene praticamente subito e permette non solo di ridare colore ad oggetti e personaggi, ma anche di vagare per il mondo in prima persona e di scattare foto con vari filtri salvabili o creare gif animate carinissime.
Altrettanto curiosa infine è la companion app dedicata al gioco, con cui è possibile ritagliare oggetti per personalizzare il mondo in modo molto più preciso rispetto a quanto fattibile con il touchpad, o addirittura sostituire le texture con foto appena fatte. E non fatevi venire strane idee, rovinare il mondo di Tearaway con qualche porcata sarebbe davvero un peccato mortale. 

– Artisticamente splendido

– Gameplay trasformato per adeguarsi a Ps4 e al Dual Shock

– Lavoro notevole fatto sul gioco, sia a livello tecnico che strutturale

– Adatto a tutti

– Molto, ma molto facile

8.0

Il lavoro svolto dai Media Molecule su Tearaway Unfolded è stato tale da trasfomare completamente un gioco già di per sé molto ispirato. Questa sorta di remake del primo Tearaway si adatta alla perfezione a Ps4, e riesce ancora a stupire con le sue meraviglie, le sue originali trovate e il suo ispiratissimo mondo di carta. Un gioco per grandi e piccini, in cui vi perderete per ore. Solo non aspettatevi una sfida, non è per mettere a dura prova i vostri riflessi che è stato sviluppato.

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