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Recensione

Steel Battalion : Line of Contact

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Avatar di Tyrandom

a cura di Tyrandom

Pubblicato il 03/04/2004 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8

Più di un anno fa Capcom partorì un gioco stupefacente, che includeva un controller gigantesco, e vantava un gameplay sofisticato e impegnativo, oltre che una realizzazione tecnica improntata sul realismo esasperato.Steel Battalion (Tekki in Giappone) stupì anche per il fatto di essere un’esclusiva Xbox e per essere arrivato in Occidente, cosa insolita, vista la matrice tipicamente nipponica.Spaziogames all’epoca recensì il suddetto titolo e tra i pochi difetti indicò l’assenza di una modalità multiplayer, sia online che in system link.Resasi conto della mancanza, Capcom annunciò il titolo in questione, mantenendo comunque un certo riserbo sulle sue peculiarità e creando uno stato di attesa febbrile tra i fortunati possessori del mitico mech simulator.Adesso Line of Contact è arrivato, e a scanso di equivoci ricordo che è unicamente giocabile tramite Xbox Live (o cavo system link per incontri domestici tra più Xbox): in altre parole, è la modalità multigiocatore assente nel primo episodio, niente di più e niente di meno; purtroppo (per chi avesse ancora dei dubbi) non troverete nessuna nuova missione da affrontare da soli nella penombra della vostra cameretta.Ma non preoccupatevi: Capcom giustificherà la spesa, se avete amato alla follia il primo episodio e disponete di una connessione ADSL.

Steel Battalion in pilloleConsiglio a tutti di leggere la review del primo episodio, ma per i più pigri è doverosa una piccola premessa: Steel Battalion è un titolo unico, rivoluzionario, sul serio.L’idea di mettere in commercio un simulatore di mech (Vertical Tank, VT per gli amici, ovvero grossi bipedi armati e corazzati) “realistico” è folle quanto geniale, a partire dalla scelta di una sola visuale fruibile, – quella interna- fino alla possibilità di “morire” e perdere il salvataggio; dalla simulazione di aspetti come il ribaltamento del mezzo, al surriscaldamento delle batterie, alla gestione delle armi, del carburante e dei pesi ammissibili. Ma, soprattutto, come non citare il fantastico controller da due leve analogiche, quaranta tasti e una pedaliera con tre pedali in alluminio che ha fatto ormai storia.Il gioco non è propriamente una passeggiata, non è facilissimo da padroneggiare al meglio, soprattutto i primi giorni, e tantomeno da completare… è un titolo senza compromessi: scordatevi MechAssault o simili, d’altronde sul mercato non ci sono alternative.Come tutte le cose rivoluzionarie, anche Steel Battalion ha la peculiarità di non essere proprio un prodotto per tutti e, per questo, chi scrive vuole essere franco su tutti gli aspetti principali, considerato che per averlo nel bundle completo (controller più Steel Battalion più Steel Battalion: Line of Contact) bisogna sborsare circa 200 euro, di certo una cifra considerevole.

StoriaGli eventi si riallacciano agli sviluppi della trama del predecessore: sono infatti trascorsi due anni dalla morte di Gomit Shin e dalla fine del secondo conflitto di Ocean City Island; il duro approccio politico delle forze armate del Pacifico verso le popolazioni locali ha provocato come unico effetto un crescente stato di tensione, vista la linea estremamente rigida che è stata adottata durante gli scontri armati.Altre nazioni hanno condannato l’eccessiva repressione da parte delle forze del Pacifico e il governo instauratosi a Ocean City Island incontra molta resistenza da parte degli abitanti.In un simile clima un’amministrazione provvisoria sotto l’egida degli occupanti decide di dichiarare l’indipendenza nei confronti delle stesse forze armate del Pacifico, con l’appoggio di altri potenti Stati.Prevedibilmente lo sviluppo degli eventi non seguirà una strada diplomatica, sfociando nuovamente in sanguinosi scontri: e qui entreremo in gioco noi, scegliendo la fazione più congeniale.È molto probabile che la storia passi in secondo piano vista la natura del gioco (soprattutto se si ha a che fare per la prima volta con SB, i motivi di interesse sono altri) votata allo scontro sul campo con altri esseri umani, ma a chi ha già giocato al precedente episodio e si è appassionato all’intrigante trama fantapolitica farà indubbiamente piacere prendere parte a un fronte piuttosto che ad un altro.

Let’s play, Sir!Line of Contact si apre con una canonica schermata introduttiva, semplice e rigorosa: tutto è volutamente sobrio e marziale, svelandoci presto le modalità di cui si compone;

Modalità Campaign (“Campagna”): questa è la sessione principale di LoC, molto semplicemente i giocatori (disposti in 2 squadre con limite massimo di 5 VT ciascuna) devono contendersi dei punti battaglia annientando i VT degli avversari o conquistando le basi nemiche, facendo scendere così a zero i punti della fazione opposta.Le regole, molto semplici, sono queste: di volta in volta comunque si possono trovare obbiettivi speciali per fare abbassare il counter dei punti dei nemici o incrementare il proprio.La modalità campagna prevede dei Percorsi (equivalenti alle “partite”), per il cui completamento è necessario superare otto turni (intervalli temporali corrispondenti ad alcuni giorni di battaglia), al termine dei quali sarà possibile avanzare di grado e far proseguire la carriera del nostro alter ego digitale, tramite i punti di richiesta schieramento (grossolanamente assimilabili ai tradizionali punti esperienza).

Modalità Free Mission: qui è possibile intraprendere tre tipi di scontro armato per il semplice gusto di giocare senza troppi pensieri, nel dettaglio:“Conquest”, lo scopo principale è identico alla modalità campagna con la possibilità di utilizzare a piacimento le missioni completate nella sessione principale;“Battle Royale”, il tradizionale e immancabile “tutti contro tutti”, in cui vince l’ultimo sopravvissuto. Potrebbe non sembrare una grossa novità detto così, ma a mio parere è impagabile il fatto di potere eseguire agguati facendosi scudo con interi condomini o colpire chiunque da distanze chilometriche con fucili da 280 mm. senza preoccuparsi di tattiche di squadra o altri vincoli;“Capture the Container”, come facilmente intuibile dal nome, questa opzione è una simpatica variante del canonico “Capture the Flag”; ognuno dei due eserciti deve recuperare un container situato nella base avversaria e portarlo nella propria, la cosa particolare è l’approccio “un poco” diverso da un qualunque Unreal Tournament vista la lentezza e la stazza dei veicoli in campo (alti più di venti metri!)

Le missioni sono nuove, le ambientazioni invece sono in parte “riciclate” visto che gli eventi si svolgono nello stesso continente, ma sempre molto ampie e piene di spunti per un approccio tattico: è importante sapere sfruttare la conformazione del territorio, costituita da altopiani, affossamenti, distese d’acqua (ricordate di non superare la profondità massima o butterete via il mezzo!) e complessi edifici.Non mancano inoltre nuovi VT (dieci, più alcuni segreti) e armi; molto simpatica infine la possibilità, tramite un semplicissimo editor grafico, di potere disegnare i propri loghi da applicare ai mech (a proposito, potete anche sceglierne il colore, mimetico o sgargiante per gli esibizionisti) e scambiarli online con altri giocatori.Il trading online coinvolge anche gli stessi Vertical Tank, i componenti e, per i novelli registi di mech movie, perfino i replay delle partite più emozionanti. Tutto questo aumenta ancora la longevità di un titolo virtualmente infinito: cimentarsi per scalare le classifiche mondiali sarà una bella impresa (ahimè, purtroppo abbondantemente fuori dalla mia portata, ndTyrandom), la varietà non manca assolutamente visto che accontenta sia i tattici che gli “smanettoni” (con le dovute premesse di gioco) grazie alle sue modalità. Peccato che di connazionali se ne incontrino pochi, ma vi posso assicurare che è difficile tornare a casa ogni sera ed esimersi dal rituale di abbassare la luce, accendere l’impianto audio, mettersi le cuffie e buttarsi in un conflitto epocale… una goduria che vorrete protrarre per mesi, per non parlare dello stupore degli ospiti o della comprensibile apprensione dei familiari quando vi vedranno cablati fino al midollo!

Dal punto di vista tecnico…Era facile supporre che l’engine poligonale non venisse ritoccato eccessivamente (come la giocabilità d’altronde), ma non è nulla di grave: all’epoca Steel Battalion era un autentico spettacolo per gli occhi con filtri in grado di restituire un’immagine iperrealistica, una superba gestione dell’illuminazione ambientale con tanto di riverberi sulle armature e soprattutto animazioni fuori dal comune, capaci di rendere estremamente verosimili mostri metallici goffi e pesantissimi…Forse l’utente più smaliziato potrebbe storcere il naso davanti al pop up che si verifica all’orizzonte (colline che spuntano all’improvviso… nel 2004 sarebbe lecito pretendere un draw in di tutt’altro livello) o di fronte a qualche texture in bassa risoluzione o un alberino in 2D, ma davvero, tutto ciò non compromette assolutamente un comparto visivo di grande impatto, che per alcuni dettagli è stato comunque aggiornato, soprattutto relativamente a determinate animazioni.Anche il sonoro non è stato stravolto (visto che era pressochè perfetto), mantenendosi su livelli eccellenti nella restituzione delle armi da fuoco, delle esplosioni e dei rumori prodotti dal VT, con l’aggiunta di alcuni effetti sonori all’interno del cockpit e come sempre un’egregio utilizzo dell’audio posizionale, caratteristica molto gradita come supporto al radar!Dal punto di vista tecnico bisogna dire che è facile riscontrare un po’ di lag in diverse situazioni, non solo negli scontri più concitati: dipende sicuramente dalla qualità della propria connessione, ma in rete ho notato di non essere l’unico a denunciare il problema; può darsi che la terza versione di Xbox Live colmi alcune lacune, ma è un peccato che un titolo del genere non sia stato ottimizzato al meglio. Tuttavia, in ogni caso, neppure questa piccola mancanza pregiudica in maniera pesante il divertimento che SB:LoC è in grado di offrire.

-E’ online, è Steel Battalion, fate voi !

-Impatto audio video ottimo

-Features, VT, mappe e armi inedite

-Scalare le classifiche mondiali o semplicemente fare un match tra amici vi terrà attaccati al controller per tante serate…

-Inutile per chi non può sfruttare Xbox Live o il System Link

-Lievi difetti grafici (pop up in primo luogo) ancora presenti

-Ogni tanto si palesa un fastidioso lag

8.0

È strano il commento che mi accingo a scrivere: probabilmente, a causa del numero ristretto di copie distribuite sul mercato, chi aveva l’intenzione e soprattutto la possibilità di acquistare SB: LoC lo avrà già fatto, per cui, magari, le mie parole serviranno a poco; a chi non è piaciuto il predecessore, poi, dubito che il titolo in esame possa far cambiare idea.

Il voto che ho dato si riferisce al gioco stand-alone, ovvero indica un titolo confezionato con cura, superbo da giocare, appagante e soddisfacente dal punto di vista tecnico, ma con una punta di amaro in bocca: diciamocelo, tutto ciò che c’è in questo disco avrebbe dovuto far parte dell’originale e spenderci invece 60 euro, a un anno di distanza, potrebbe dar fastidio; ma così è, e… alla fine poter rispolverare il bellissimo controller e divertirsi come matti online vi farà presto dimenticare la spesa e l’attesa.

Nel caso del nuovo bundle completo di controller e tutti e due i titoli invece il voto sale non poco, soprattutto per aver ridato la possibilità (a pochi, purtroppo) di recuperare un vero “cult”, ottimo da soli e fantastico in compagnia.

Certo, il titolo non è privo di difetti (soprattutto tecnici, lag in primis), e forse potrebbe scoraggiare l’abilità di certi player d’oltreoceano iperallenati, ma non posso fare a meno di consigliarlo caldamente, tranne forse a chi cerca sempre e solo l’azione più frenetica e meno ragionata.

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