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Recensione

Son of Nor

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Avatar di Specialized

a cura di Specialized

Pubblicato il 21/04/2015 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Ci sono voluti quasi cinque anni perché Stillalive Studios completasse i lavori su Son of Nor, ma alla fine, complici una fortunata campagna su Kickstarter e un Early Access su Steam che pare abbia dato parecchie soddisfazioni, eccoci finalmente a testare questo originale e ambizioso action in terza persona ambientato in una specie di mix tra Antico Egitto, Indiana Jones, Stargate e Outcast. Paragoni altisonanti, ma sono proprio questi i primi titoli che vengono in mente dopo un’oretta di gioco con Son of Nor, che potete acquistare su Steam a 16,99 euro e (se l’avete in casa) godervi con un bel Oculus Rift. Per di più il piccolo team austriaco non ha lasciato nulla al caso, inserendo anche una modalità co-op per la storia principale e una PvP. Purtroppo, al momento di scrivere (il gioco è uscito il 31 marzo), la lobby per trovare compagni con cui giocare è ancora desolantemente vuota e quindi non abbiamo potuto provare nessuna delle due opzioni multiplayer.
Vieni che ti alzo
Poco male visto che l’esperienza in singolo è comunque degna di nota. Il bello di Son of Nor, incentrato su una secolare lotta tra umani e la razza dei Sarahul (i cattivi del gioco), è che fin da subito abbiamo a disposizione gran parte dei poteri offerti dal gioco. Non aspettatevi infatti combattimenti all’arma bianca, con armi da fuoco o con archi e frecce, bensì un sistema di poteri speciali e magie che porterà il nostro alter ego ad affrontare i nemici e i puzzle del gioco senza imbracciare alcun oggetto. Un esempio? Con la telecinesi possiamo sollevare da terra una gran numero di oggetti e scaraventarli contro i nemici, mentre con il terraforming (chi si ricorda di Fracture?), si possono controllare porzioni sabbiose del terreno per alzare cunette o creare delle buche. Le prime servono per ripararci da eventuali attacchi con le frecce e per raggiungere passaggi altrimenti troppo alti, mentre con le secondo possiamo passare sotto a certi oggetti oppure scavare una buca sotto i piedi dei nemici mentre questi ci stanno attaccando. Con la telecinesi dobbiamo risolvere anche semplici puzzle per spostare oggetti e aprire porte e passaggi, ma anche sollevare in aria un Sarahul e gettarlo in un burrone senza così dover prenderci la briga di attaccarlo. Il tutto è controllato facilmente da un cursore sensibile al contesto controllato tramite mouse e tastiera, anche se abbiamo preferito affidarci al pad di Xbox 360 con risultati altrettanto convincenti. Il sistema di fisica è davvero ben fatto anche se poco realistico (vedere certi voli dei nemici fa quasi sorridere), ma non capita tutti i giorni di giocare a un titolo sviluppato da un team così piccolo dove si entra in una stanza e si possono sollevare da terra con la telecinesi tutti gli oggetti presenti.
L’interfaccia che non c’è
Oltre a questi poteri abbiamo a disposizione ulteriori magie dominate da classici elementi come il vento, il fuoco e l’essenza che funzionano con ricariche di appositi cristalli e che, grazie a certe combinazioni, possono dare vita a scontri davvero pirotecnici e spettacolari. Il fatto poi che non si debba imbracciare nessuna arma e che il combattimento ravvicinato equivalga a morte certa fa di Son of Nor un action-adventure davvero particolare, originale e godibile. La stessa interfaccia, praticamente priva di elementi (la salute è indicata dallo schermo che diventa sempre più rosso mano a mano che perdiamo salute), è un altro elemento che non vediamo spesso in queste produzioni e i vari puzzle che si alternano nel mondo di gioco sono per lo più simpatici e non troppo impegnativi, anche se ne abbiamo risolti almeno 4 o 5 andando un po’ a casaccio visto che non c’erano indizi su come procedere. Per il resto, con circa una decina di ore di longevità a livello medio (senza però contare il multiplayer), si esplora questo mondo tra passato e futuro risolvendo missioni, combattendo contro i nemici e creando un po’ di sana distruzione (si possono anche abbattere piccoli edifici con i nostri poteri).
Ottimizzare please
Un mix davvero intrigante che deve però scontrarsi con alcuni difetti, comunque non particolarmente gravi. L’esplorazione, almeno nella prima metà del gioco, è piuttosto limitata e l’andamento del gioco risulta molto lineare e “incanalato”, soprattutto negli interni (si veda ad esempio il primo tempio). Il quadro grafico passa da alti indiscutibili (tutta la gestione della fisica e la distruttibilità degli oggetti) a bassi altrettanto clamorosi, ben visibili nelle animazioni, nel character design e in un aspetto generale poco rifinito ma in fondo comprensibile visti i valori produttivi in gioco. Ci sono poi alcuni problemi di ottimizzazione del motore grafico, con alcuni rallentamenti improvvisi e un frame-rate comunque balbettante ottenuti da un PC che non ha avuto problemi con Battlefield Hardline e Assassin’s Creed Rogue, giusto per citare due titoli molto recenti. Insomma, non tutto è perfetto e non ci aspettavamo francamente il contrario, ma contando il grande impegno profuso dal team austriaco in questa sua prima creazione non ce la sentiamo di criticare eccessivamente questi difetti, alcuni dei quali (come l’ottimizzazione) saranno certamente risolti o migliorati con prossimi aggiornamenti. 

– Gameplay originale

– Molte cose da distruggere

– Bella ambientazione

– Ottima gestione della fisica

– Mondo di gioco piuttosto lineare

– Grafica molto altalenante

– Motore grafico poco ottimizzato

7.0

Se si cerca un action-adventure in terza persona dalla bella ambientazione con un gameplay originale, una grande attenzione alla fisica, tanti poteri e magie elementali, Son of Nor potrebbe rivelarsi una scelta azzeccata, visto anche il prezzo invitante. Non tutto è riuscito (livelli un po’ troppo lineari, grafica altalenante, fluidità da ottimizzare, qualche puzzle astruso di troppo), ma come gioco di esordio Stillalive Studios non ha deluso ed è un vero peccato non essere riusciti a provare il multiplayer a causa della scarsità di giocatori. Magari però tra qualche settimana le cose cambieranno… o almeno lo speriamo.

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