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Recensione

Serious Sam: Double D

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Avatar di musehead

a cura di musehead

Pubblicato il 28/09/2011 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Hanno assoldato un immenso esercito di kamikaze urlanti pronti a sacrificare la propria vita, ridotto in schiavitù milioni di animali per trasformarli in soldati, costruito orribili mostri biomeccanici per distruggere ogni cosa, resuscitato morti per compiere atti di assoluta malvagità. 

C’è solo un uomo in grado di punire tali malfattori: Sam il Serio. 
C’è solo un’arma in grado di sconfiggerli: una violentissima overdose d’ignoranza! 
Bentornato, Sam. Seriamente! 
Ci è mancato. Vuoi perché sono passati ben sei anni dal secondo episodio, vuoi perché proprio quest’ultimo deluse qualcuno o ancora perché il grande maestro di Sam, Duke Nukem, si è fatto trovare in discutibili condizioni. Se la lunga attesa per il terzo capitolo della serie verrà ripagata lo sapremo tra qualche settimana, per ora non possiamo che gustarci l’iniziativa del publisher che ha incaricato tre “indie team” di sviluppare altrettanti spin-off di Serious Sam. In questa sede ci occupiamo di Double D, realizzato dalla Mommy’s Best Games e venduto unicamente tramite canali digitali. 
Per quanto rappresenti l’aspetto di gran lunga più trascurabile di qualsiasi avventura di Sam, cerchiamo di capire qualcosa della sceneggiatura. “Il Serio” è reduce da una qualche battaglia in giro per l’universo, ma un certo numero di “Mental”, suoi nemici giurati, sono sopravvissuti e fuggono in cerca di nuovi danni da procurare all’universo. 
Purtroppo, anche stavolta sono finiti in giro per lo spaziotempo e l’unica maniera di eliminarli è viaggiare per le varie epoche temporali, passando dall’antico Egitto al periodo giurassico, per concludere in una spettacolare Pompei.I Mental sono guidati dal generale Maxilla, un umanoide dotato di buone facoltà intellettive, come sottolineato dal sempre più arguto Sam, secondo il quale lui è il capo semplicemente perché è l’unico in grado di parlare. Proprio la loquacità del generale costituirà un buon catalizzatore di divertimento, dato che lo troveremo a ragionare a più riprese col suo esercito di dementi, non cavando mai un ragno dal buco. 
A farci da guida per tutto il percorso ci sarà Nettie, la nostra fidata IA che ci illustrerà puntualmente tutto il da farsi. Pur essendo un’entità informatica, è l’unico personaggio con un po’ di sale in zucca di tutta l’allegra combriccola, e tra un sospiro e l’altro si impegnerà per dare un briciolo di razionalità agli avvenimenti.  
A qualcuno piace stupido 
Quando c’è da tritare alcune centinaia di nemici per livello, l’aspetto goliardico può risultare un plus accattivante, dato che qualche trovata umoristica torna utile per spezzare la monotonia dell’azione, e sono proprio il nonsense generale e la frenesia della lotta a fare da fil rouge, collegando questo esperimento con i precedenti capitoli di Serious Sam. Il genere stavolta è quello dei run’n’gun.I più celebri esponenti della categoria sono indubbiamente Contra e Metal Slug, con il primo a sublimare i connotati della categoria ed il secondo ad “alzare i toni”, imponendo ritmi più serrati derivanti da un sovrappopolamento di nemici su schermo. Double D, tuttavia, si ispira maggiormente ad un titolo assai meno noto, che forse accenderà una lampadina solo in alcuni utenti del vecchio DOS: Abuse, sviluppato dai Crack Dot Com e pubblicato dalla leggendaria Origin, che proponeva un sistema di controllo mouse e tastiera che permetteva indipendenza tra direzione di fuoco e di movimento, che risulta assolutamente identico a quello dello spin-off in esame.Pur riprendendo lo schema bidimensionale e lo scorrimento prevalentemente orizzontale dello schermo, ai titoli citati Double D tenta di accostare alcune caratteristiche riscontrate negli episodi canonici di Serious Sam, come la vastità delle arene di combattimento ed il numero smodato di avversari che “respawnano” quasi senza sosta. 
Kamikaze e signora 
Il “bestiario” contempla buona parte degli antagonisti conosciuti negli episodi passati, tra cui i famelici Gnaar, gli scheletrici Kleer, i giganteschi Meccanoidi ed i vari soldati. Su tutti, incoronato come uno dei cattivi più fuori di testa (in tutti i sensi) di sempre, c’è lui, il kamikaze decapitato urlante: non ha una bocca ma fa un baccano pazzesco, ha due bombe impiantate al posto delle mani e non fa altro che rincorrerci (vedendoci benissimo anche senza occhi). Se non è un capolavoro di character design questo… 
Il team Mommy’s Best Games ci ha messo anche del suo, presentandoci villain originali: la Femikaze è la versione, appunto, femminile del kamikaze urlante, ma più veloce e grande (e con “un bel paio di bombe”, parafrasando il generale Maxilla); troviamo poi degli scimpanzé biomeccanici capaci di volare e lanciare banane esplosive; i più arditi, ma davvero troppo fuori contesto, sono degli hot-dog giganti infarciti di vuvuzelas (!!!) che fanno con le onde sonore.A tutta la comitiva si aggiungono, infine, i consueti boss di fine e metà livello, piuttosto apprezzabili, soprattutto quello finale.Le novità abbracciano anche il reparto dei gadget, fra i quali vi è il connettore di armi, ossia l’elemento più caratterizzante dell’intera produzione: raccogliendone diverse unità lungo i livelli, avremo la possibilità di combinare fino a sei armi costruendo un obbrobrio meccanico dalla potenza di fuoco devastante. Ha il suo peso anche sul fronte strategico, dato che al giocatore spetta l’elaborazione della combinazione più efficiente, situazione per situazione: per esempio, lanciafiamme e motosega saranno validissimi per gli assalti nelle gallerie, mentre un insieme di lanciarazzi e lanciagranate rappresenterà la via più veloce per disfarsi dei nemici resistenti in campo aperto. 
Peculiare è anche un jump pod, disponibile abbastanza presto nel gioco, che lanceremo sul terreno con il tasto destro del mouse. Ci consentirà di saltare più in alto, ma potrà tornare utile anche nei combattimenti dato che funziona anche sui nostri avversari: basterà posizionarcelo di fronte e tutti quelli che cercheranno di assalirci faranno un bel salto, magari finendo giù nel burrone alle nostre spalle… 
Lo stile indie? Si ama o si odia 
Quando è stato chiesto alla Mommy’s Best Games di realizzare questo spin-off, di sicuro nessuno si aspettava una primizia tecnica. Il reparto grafico di Double D, infatti, è umile, per quanto perfettamente aderente al progetto. Gli scenari sono costituiti da un numero variabile di strati di parallasse che scorrono, restituendo una sensazione di tridimensionalità pur operando in un 2D integrale, fra l’altro con ottima fluidità anche su sistemi poco performanti. Le mappe sono costituite piuttosto vistosamente da tasselli che si ripetono con eccessiva frequenza, talvolta con risultati molto discutibili, come nel livello del giurassico. Anche la qualità delle animazioni è al minimo sindacale: gli sprite sono costituiti da parti indipendenti che, per dare l’effetto del movimento, puntano più sulle rotazioni che su fotogrammi d’animazione. Si tratta certamente di scelte stilistiche piuttosto che di limiti creativi, atte a sottolineare la matrice indie della produzione, di conseguenza molto dell’apprezzamento dipenderà dalla vostra simpatia verso questa corrente, ma non c’è dubbio che alcuni passaggi, come il già citato giurassico o alcune sezioni sotterranee, siano artisticamente criticabili.Il reparto audio presenta l’immancabile accompagnamento rock/metal che cerca, inutilmente, di fare più rumore degli effetti sonori, assolutamente dominanti. La maggior parte di essi è direttamente mutuata dai precedenti Serious Sam, con novità relative solo ai nemici di nuova concezione. Rispetto al passato, Double D presenta dei siparietti costituiti da dialoghi tra Sam e la sua IA e tra il generale Maxilla e il suo esercito, ma non esiste un doppiaggio, soltanto dei mugugni generici ma simpatici. 
Il bel gioco dura poco 
Di grandi difetti Double D ne ha solamente uno: la longevità che soffre la presenza di soli tre livelli, per nostra fortuna abbastanza estesi. Ciò si ripercuote direttamente sulla giocabilità, che si avvale di un livello di difficoltà subito elevato che ci costringerà a ripetere numerose volte ogni passaggio e ad abusare del tasto per il salvataggio rapido, a meno che non si decida di affrontare l’avventura al più basso grado di sfida. Era uno stratagemma molto utilizzato nell’era 8/16-bit, quando la ristrettezza delle memorie impediva la successione di molti stage, ma che oggi appare piuttosto inopportuno: Double D non costa meno di altri action game similari ed altrettanto debitori verso il passato del videogaming, i quali tuttavia garantiscono un’esperienza più duratura.Un vero peccato, perché l’universo di Serious Sam sembra molto adatto al run’n’gun “furioso”, nonostante sia da verificarne la godibilità in un prodotto più longevo. Il connettore di armi porta freschezza in un genere nel quale è difficile innovare, oltre a conferire all’azione un elemento di ulteriore demenza. Il level design, inoltre, offre spunti originali come sezioni da affrontare in collaborazione con la fauna locale o corsi di lava da superare camminando su un letto di nemici precedentemente abbattuti.L’amaro in bocca, insomma, nasce soprattutto dalla chiusura prematura dei giochi: data la qualità dell’azione, gli altri difetti sarebbero stati facilmente perdonati.

HARDWARE

Requisiti minimi:

OS: Windows XPCPU: Pentium D 3.0 GHz/Athlon X2 TK-53Video: GeForce 8600GT/Radeon HD 6450RAM: 1.5 GBSpazio libero su disco: 150 MB

MULTIPLAYER

Non previsto

– Il connettore di armi è geniale!

– Demenziale al punto giusto

– C’è tutto lo spirito degli originali

– Troppo corto!

– Curva d’apprendimento ripida

– Nuovi nemici non sempre riusciti

7.0

Serious Sam: Double D è una rapida escalation di sparatorie condite da un umorismo demenziale che farà la gioia dei grandi appassionati della serie. Il genere run’n’gun, inoltre, calza molto bene agli stilemi dei predecessori e l’introduzione del connettore di armi arricchisce notevolmente la qualità del gameplay. L’origine “indie” del titolo è palese nella grafica, la quale soffre, tuttavia, di frangenti poco lusinghieri anche per chi ama questo stile. L’handicap peggiore della produzione è in ogni caso rappresentato dalla longevità, che con i suoi tre livelli risulta deficitaria anche rispetto a giochi di medesima categoria e fascia di prezzo.

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