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Recensione

Royal Revolt II

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Avatar di Stefania Sperandio

a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Pubblicato il 13/04/2014 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

È passato più o meno un anno e mezzo da quando, in queste stesse pagine, abbiamo parlato di Royal Revolt!, brillante titolo strategico mobile realizzato dai ragazzi di flaregames, capace di intrattenere in maniera immediata, gratificante e ben calibrata – il tutto, con una spesa di 0€.
Dopo il successo del primo episodio, i developer hanno quindi deciso di riprovarci, regalando al giovane re, ora nuovamente a capo delle sue terre, delle nuove avventure. Ora che non ci sono più malvagi parenti da scacciare e frontiere entro le quali ristabilire la propria bandiera, tutto ciò che il giovane sovrano deve fare è regnare. Senza se e senza ma. Royal Revolt II ci chiede di fare proprio questo.
Dentro le porte del mio regno
Mentre il precedente capitolo, quindi, ci poneva innanzi ad una serie di battaglie su campi progettati dagli sviluppatori, dove dovevamo gestire la nostra truppa per buttare giù la fortezza nemica, in questo secondo episodio la minestra cambia: adesso, siamo noi stessi a dover difendere le nostre terre dagli assalti nemici, e contemporaneamente a dover andare in giro per i possedimenti altrui, a caccia di ricchezze da ricondurre a casa come bottino.
Il sale di Royal Revolt II, e ciò che lo distingue profondamente dal suo predecessore, è il fatto che si tratti di un gioco always online: le persone di cui dovete respingere gli attacchi, e anche quelle a cui dovete sottrarre gli averi faticosamente conquistati, sono infatti reali, sono altri giocatori impegnati a costruire il loro regno al meglio delle possibilità. Questa scelta compiuta da flaregames ha, come facilmente prevedibile, i suoi pro e i suoi contro.
Cominciamo con un pro: gestire il proprio regno è divertente, almeno a primo impatto. Il gioco ci pone innanzi alla schermata delle strutture che lo compongono, come la sala del trono, la caserma, la torre della magia, l’officina delle invenzioni, le fattorie che generano il cibo, la porta che apre le mura e così via. Ognuna delle strutture può essere sviluppata e migliorata a nostra discrezione, portando ovviamente a dei vantaggi: potenziare la caserma ci consentirà di avere un esercito più forte, aumentare le fattorie ci farà avere cibo a sufficienza per contare su un esercito efficiente, mentre sviluppare la sala del trono consente di far avanzare a livelli successivi tutte le altre strutture. Ognuno degli edifici ha un suo perché all’interno della mappa del gioco, e si relaziona in maniera intelligente con lo sviluppo degli altri.
Così, una volta deciso nella schermata principale a quali lavori vogliamo dare il via, entriamo nella fase facebookiana del gioco: ogni potenziamento necessiterà infatti di un tempo variabile per essere portato a compimento (si va, ad esempio, dai cinque minuti alle ventiquattro ore), e sarà quindi necessario attendere un bel po’ prima di vedere messi a frutto i propri sforzi. Attendere, certo, o pagare con moneta reale, proprio come si fa nei giochi di Facebook più noti. Oltretutto, all’inizio del gioco abbiamo a disposizione solo due operai, il che significa che possiamo svolgere solamente due lavori per volta. Come fare ad averne di più? Pagando moneta reale, naturalmente.
In buona sostanza, il sistema di gestione del proprio regno ha un che di accattivante ed aggiunge indubbiamente profondità alla strategia del gioco, ma è abbastanza sfacciato, all’altro lato della moneta, che sia stato introdotto più per il suo facile prestarsi alle microtransazioni che per altro. Sebbene insomma Royal Revolt II non comprometta la sua giocabilità per costringervi a spendere soldi reali, è anche vero che è l’intero sistema a sorreggersi sulla tentazione a ricorrere ad essi: quando, infatti, siete costretti ad aspettare passivamente, è probabile che chiudiate l’applicazione per proseguire a giocare più tardi. Questi sono i momenti in cui potreste subire attacchi da parte dei nemici, che verrebbero a sottrarvi a suon di spada l’oro virtuale che avete accumulato. Come metterlo al sicuro anche mentre siete via e non potete difendervi? Con moneta reale.
La gestione del regno appare quindi come un susseguirsi di tentativi di convincervi ad investire qualche soldo nello sviluppo e nella salvaguardia della città, anche se bisogna dire che, qualora il vostro scopo non sia quello di scalare la classifica online dei reami più fiorenti, Royal Revolt II rimane completamente fruibile anche senza spendere un euro, e sorbendosi tutti i periodi di attesa sanciti dall’avere a disposizione solo due infaticabili (ma lenti) lavoratori.
Oltre le mura di casa
Le novità sono presenti anche una volta oltrepassata la porta che conduce fuori dal nostro regno: come accennavamo, infatti, è necessario prepararsi all’eventualità di subire attacchi in qualsiasi momento, e bisogna pertanto organizzare le truppe. È in questa fase che dovremo mettere in campo tutte le nostre abilità strategiche, scegliendo in che ordine i nostri soldati dovranno schierarsi quando approcceranno l’eventuale nemico, ed andando a minare il sentiero che conduce dalla campagna alla città di tutte le trappole possibili. In questo caso, i tempi di costruzione delle fortificazioni sono decisamente più accettabili di quelli delle strutture intestine alla città, ed è facile riuscire rapidamente a piazzare torri con arcieri e spuntoni ferrati sul sentiero che i nemici dovrebbero percorrere per attaccarci.
Una volta organizzate le nostre difese, saremo pronti per recarci noi stessi alle porte del nemico: il gioco consente di avere avversari casuali o di partecipare a delle leghe che ci premiano anche con delle gemme (altrimenti ottenibili a pagamento, utili per accorciare le attese). Una volta nella schermata di battaglia, ciò che si presenta è praticamente identico al primo episodio: prenderemo il via dall’accampamento, e dovremo utilizzare una sorta di barra ATB per farci seguire di volta in volta dai nostri soldati, che richiederanno un numero di tacche maggiore tanto quanta sarà la loro efficacia in combattimento. Se, ad esempio, attendiamo che si carichi una sola barra, potremo contare su un cavaliere, mentre con due avremo a disposizione un arciere e con tre un paladino con tanto di martello: tappando sugli appositi bottoni a schermo effettueremo le nostre chiamate, e trascinando il dito sposteremo il re verso l’obiettivo che vogliamo attaccare. Avanzando dovremo distruggere le barricate e le schiere nemiche per ottenere quanto più oro possibile, e magari anche raggiungere e abbattere le porte del regno entro il tempo limite, così da ottenere il massimo della ricompensa. Per aiutarci nel nostro scopo, avremo a disposizione anche delle pergamene magiche, che arrecano danni extra o magari recuperano la salute vostra e dei vostri uomini. Ognuno degli elementi presenti in battaglia è influenzato dallo sviluppo della corrispondente struttura in città: i soldati saranno forti tanto quanto è sviluppata la vostra caserma, il re tanto quanto è avanzata la sala del trono e gli incantesimi saranno più efficaci se li avete migliorati nella torre della magia. Le diverse parti del gameplay – quella attiva e quella gestionale – si amalgamano quindi abbastanza bene, e sono minate solo dai tempi di attesa, a volte titanici, per poter assistere effettivamente al miglioramento delle proprie risorse.
Bisogna sottolineare che i percorsi di battaglia che affronteremo saranno decisamente meno ispirati rispetto a quelli del primo episodio: in questo caso, infatti, si tratterà sempre dei sentieri disegnati dal nostro opponente, e non più dai brillanti developer del gioco. Vi capiterà spesso di combattere battaglie identiche l’una con l’altra, e di scontrarvi con un level design che per forza di cose appare sicuramente meno ispirato rispetto a quello del capostipite. La cosa buona, però, è che quando i nemici vorranno sottrarvi l’oro, a loro volta, dovranno affrontare il percorso che voi avete disegnato (e magari anche testato) all’esterno della vostra città. Una buona difesa vi consentirà infatti di proteggere gran parte del vostro oro, anche quando starete via per un po’ di tempo.

– Battaglie ancora immediate e brillanti

– La gestione del regno ha effetti tangibili sulle battaglie

– Grafica e sonoro molto curati

– Buona l’idea di sfidare online gli altri regnanti

– Piovono microtransazioni…

– … e il gameplay non fa niente per nasconderle

– Tempi di attesa da social game

– Level design in mano agli utenti, non sempre brillanti

7.0

La sensazione che lascia in bocca Royal Revolt II è controversa: è indubbio che i developer, dopo il meritato successo all’esordio, abbiano voluto giocare la carta delle microtransazioni per monetizzare un po’, ma è anche vero che il gioco, seppur con ritmi elefanteschi, rimane fruibile anche senza investire nemmeno un centesimo. Certo, il compromesso è che, ritrovandosi ad affrontare chi invece ha ben pensato di spenderci su decine di euro, si porta a casa una sconfitta rovinosa.

La gestione del regno ha effettivamente un riscontro tangibile nelle battaglie da noi condotte o subite, e il gameplay al fronte, anche se con un level design per forza di cose meno ispirato e meno vario, rimane comunque divertente come quello dell’episodio originale. Nel complesso, ci troviamo quindi innanzi ad un prodotto che sa divertire, ma che perde la varietà delle situazioni del suo predecessore in favore di una componente gestionale più profonda, ma minata in maniera neanche troppo velata dalle incombenti microtransazioni.

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