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Recensione

Resident Evil Archives: Resident Evil

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Avatar di Melkor

a cura di Melkor

Pubblicato il 11/07/2009 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Sembra che le operazioni commerciali atte a riportare alla luce i classici del passato su Wii siano oramai all’ordine del giorno e dopo i primi titoli della serie New Play Control ecco arrivare sui nostri scaffali il primo ed affascinante capitolo della saga di Resident Evil. Analizzeremo nel corso di questa recensione i pro ed i contro di questa riproposizione cercando di comprendere se a distanza oramai di tredici anni un classico del passato possa ancora conquistare l’attenzione del pubblico e in che modo. Riuscirete a tornare nella Mansion?

Il Survival HorrorColoro che hanno avuto la fortuna di provare l’inedito quindi capitolo di Resident Evil sulle console HD si sono trovati a dover affrontare una bellissima avventura dalla trama altrettanto avvincente, anche se ben presto ci si è resi conto che le oramai famose componenti da survival horror siano quasi totalmente state abbandonate dalla saga. Un vero peccato per coloro che sono cresciuti apprezzando l’angoscia del trovarsi da soli a dover affrontare decine di nemici con un unico caricatore di proiettili ed allo stesso tempo la grande felicità e soddisfazione di vedere annientato il boss di turno proprio con l’ultimo dei suddetti colpi. Sensazioni uniche, che oramai sanno di antico e che difficilmente riescono ad essere presenti all’interno di un mercato dedito completamente all’impatto grafico ed al successo mediatico. Se vi siete rivisti nella nostra analisi allora Resident Evil Archives: Resident Evil fa per voi. La trama vi vedrà vestire i panni dei due membri storici della S.T.A.R.S. ossia Jill Valentine e Chris Redfield. La scelta iniziale del vostro alter ego corrisponderà non solo ad una serie differente di eventi ma anche ad un incremento della difficoltà nel caso optiate per il protagonista maschile. Dovrete per la prima volta interfacciarvi con i problemi dovuti dal virus T ed inoltre scoprire i fini nascosti della società Umbrella. All’interno della Villa che fungerà da rifugio a causa di un improvviso attacco di cani contaminati, i quattro membri della squadra speciale dovranno affrontare numerosi enigmi e soprattutto cercare di sopravvivere contro ogni specie di creatura partorita dalla mente degli sviluppatori Capcom. Una storia divenuta cult ed un gioco da completare almeno una volta nella vita, ma anche una nuova occasione per far conoscere questo splendido titolo a tutti coloro che a causa dell’età o del poco tempo non sono riusciti in passato a vivere questa avventura.

Piccole variazioni sul temaPrima di passare alla descrizione accurata del gameplay bisogna specificare che questo episodio non è una vera e propria riproposizione del classico uscito originariamente per PlayStation bensì una riedizione della versione venuta alla luce per Nintendo GameCube e denominata Rebirth. Le differenze sostanziali sono rappresentate da una serie di enigmi e da locazioni differenti nonché dalla presenza di un nuovo boss dal nome di Lisa Travor, grazie alla quale scoprirete ulteriori risvolti della trama. Anche da punto di vista tecnico vennero applicate numerose migliorie fino ad arrivare ai dialoghi veri e propri, i quali vennero modificati leggermente al fine di dare un tocco più “maturo” al tutto. La versione per Wii quindi rappresenta in pratica la director’s cut dell’episodio principale, con tanto di possibilità di utilizzare un’arma secondaria, la quale si differenzierà in base al personaggio utilizzato. Quando un nemico vi afferrerà frontalmente Chris potrà utilizzare una granata accecante mentre Jill si aiuterà col suo fedele teaser in modo da liberarsi e guadagnare il tempo necessario ad impugnare la propria arma principale. Entrambi potranno inoltre utilizzare allo stesso scopo un pugnale e l’utilizzo di questa nuova “capacità” potrà essere settata in modo da renderla automatica o manuale. Purtroppo non sono presenti ulteriori sostanziali differenze e di conseguenza ci troviamo di fronte ad una quasi emulazione di un gioco che potrete tranquillamente reperire per GameCube ed utilizzare sul vostro Wii grazie all’apposito joypad. Una spesa che quindi per i possessori della vecchia console potrebbe risultare di gran lunga inutile nonostante il prezzo budget di circa trentacinque euro al quale viene venduto il titolo. Un vero peccato in quanto sarebbe bastato un piccolo tocco di classe in più per rendere il risultato valido e soprattutto apprezzabile anche da coloro che hanno già affrontato gli enigmi della magione.

Il duro peso dell’etàAbbiamo sottolineato più volte che Resident Evil Archives: Resident Evil è un titolo da provare assolutamente nel caso non abbiate giocato alla versione GameCube o quantomeno a quelle precedenti, in quanto rappresenta uno dei capisaldi di un genere che va lentamente scomparendo e soprattutto contiene le origini delle vicende che continuano al giorno d’oggi a svolgersi grazie ai numerosi sequel prodotti. In quest’ottica questo episodio appare come uno dei più coinvolgenti ed importanti della serie, in grado di tenere letteralmente incollati allo schermo tutti coloro che non avessero mai avuto modo di giocarci in passato. Premesso questo, bisogna comunque analizzare il gioco dal punto di vista tecnico e potremmo parlare di una produzione che risente in maniera consistente del peso dell’età non solo dal punto di vista del riadattamento su Wii (non ottimizzato come ci si aspettava), ma anche per quanto riguarda il sistema di controllo. Per quanto riguarda il primo elemento, bisogna innanzitutto dire che il gioco, pur supportando i 480p, viene visualizzato ancora in 4:3 e che di conseguenza, al fine di evitare delle bande laterali grandi quasi quanto la parte visualizzata, dovrete necessariamente settare la visualizzazione a 4:3 e non in widescreen. Questo primo aspetto ci stupisce notevolmente, in quanto sarebbe veramente bastato poco per ottimizzare il titolo ai nuovi standard in modo da evitare un tedioso setting del quale molti di noi ci eravamo felicemente dimenticati. La realizzazione delle ambientazioni è caratterizzata da fondali prerenderizzati e dalla presenza di inquadrature fisse atte a creare una sensazione di suspense di notevole effetto. Di grande efficacia risultano essere anche i dettagli presenti i quali riescono a conferire al titolo un realismo che, nonostante l’età e le tecniche oramai superate, è di tutto rispetto. Uno degli aspetti totalmente surclassati è comunque l’implementazione dei movimenti dei protagonisti i quali, facendo riferimento a uno sviluppo non attuale, sembrano fin troppo legnosi ed impacciati e che potrebbe non piacere a chi è oramai abituato ad un altro livello di agilità. Decisamente apprezzabile il comparto sonoro, in grado di ricreare la giusta atmosfera di tensione e angoscia attraverso numerosi brani ed effetti sonori.Ulteriore fattore che ci fa pensare ad uno scarso impegno nel corso di questa riproposizione è il sistema di controllo scelto per Wii. Tutte le potenzialità a disposizione dalla console Nintendo sono state totalmente messe in disparte ed il tutto si riduce ad una serie di movimenti che vedono il Nunchuk utilizzato per gli spostamenti ed il Wii Remote per i controlli base. Sensori di movimento e puntamenti vari sono assenti e questa scelta non aiuta sicuramente a “svecchiare” il titolo. Oltre al controllo sopra descritto potrete utilizzare il solo Wii Remote in posizione orizzontale ma anche il Classic Controller ed il joypad del GameCube, in modo da ottenere una sensazione di gioco totalmente identica a quella per la console di vecchia generazione. In pratica prendete un pad della console a 128 bit e non riuscirete a capire se all’interno del vostro Wii sia stato inserita la versione nuova oppure quella del 2002. Un esempio che dovrebbe far molto pensare.

– Ottima atmosfera da survival horror e storia da vivere almeno una volta

– Uno dei capisaldi del suo genere

– Realizzazione tecnica ancora apprezzabile…

– Difficilmente giocabile nel caso abbiate provato il Rebirth

– Mancato supporto al widescreen

– …anche se lontana dagli attuali standard

7.0

Descrivere un gioco come Resident Evil Archives: Resident Evil è più difficile di quanto sembri. Ci troviamo infatti di fronte alla riproposizione di un titolo che ha fatto la storia ma che inevitabilmente riesce difficilmente a guadagnare l’apprezzamento di coloro che sono oramai abituati a grafiche da urlo ed a sistemi di controllo all’avanguardia. D’altra parte gli sviluppatori Capcom hanno sicuramente fatto ben poco per cercare di ottenere un risultato migliore e le modifiche apportate sono in pratica nulle. Tutto rientra nell’ottica di un titolo che poteva essere riproposto in maniera maggiormente efficace e alla luce di questi elementi la valutazione finale risulta sensibilmente compromessa dalla personale esperienza che l’utente ha avuto con il capitolo in questione. Se non avete mai vissuto le vicende della magione e non sapete tutti i retroscena legati alle origini della Umbrella dovete assolutamente correre a comprare il gioco. Se però avete giocato alla versione GameCube e riuscite a completare il titolo ad occhi chiusi in meno di tre ore allora difficilmente verrete attratti a spendere altri soldi e riuscirete comunque a dormire sonni tranquilli. La trama, le dinamiche ricche di enigmi e la componente survival riescono comunque a garantire al gioco un giudizio di tutto rispetto, anche se il consiglio è di analizzarlo in base ala propria cultura videoludica. Riuscirete a sopravvivere al T-Virus? Ancora una volta?

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