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Recensione

Pokémon Zaffiro Alpha/Rubino Omega

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Editor

Pubblicato il 23/11/2014 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8.5

Sono passati solo tredici mesi dal plauso universale dedicato a Pokemon X/Y, di cui tanto la critica quanto il pubblico si sono innamorati perdutamente: dopo anni di semi immobilismo, con l’episodio dell’anno scorso Game Freak ha sparigliato le carte, proponendo un motore tridimensionale nuovo di zecca e una serie di novità abbastanza consistenti, tali da rendere il titolo non solo uno dei migliori degli ultimi anni, ma anche un ideale punto di partenza per schiere di nuovi appassionati di tutte le età.Il prossimo 28 novembre, dopo l’annuncio in pompa magna di qualche mese fa, sarà il giorno che segnerà il ritorno di milioni di fan nella splendida (e mai dimenticata) regione di Hoenn: benvenuti in Pokemon Zaffiro Alpha e/o Pokemon Rubino Omega.

Back to HoennPronti, via e i ricordi si affolleranno subito nella mente di coloro che seguono la serie dai suoi esordi: giusto il tempo di scegliere il sesso del nostro allenatore, e saremo catapultati in un mondo verdeggiante, dove la natura cresce rigogliosa e il sole splende senza soluzione di continuità.L’incipit del gioco ci mette dinanzi al più classico dei traslochi per motivi di lavoro: impersoneremo i figli del capopalestra Norman, appena insediatosi nella palestra di Petalipoli, provenendo direttamente dalla regione di Johto.Sin da subito entreremo in contatto con il laboratorio Pokemon vicino alla nostra nuova abitazione, gestito dal Prof. Birch, e faremo la conoscenza di sua figlia Vera, che si dimostrerà amichevole e ci inizierà alla ricerca e caccia dei Pokemon sparsi per la zona.Proprio per salvare il professore, attaccato da un Pokemon insolitamente ostile, verremo in possesso del nostro primo mostro tascabile, da scegliere tra Mudkip (Acqua), Torchic (Fuoco) e Treecko (Erba): questi nomi diranno certamente qualcosa ai fan di vecchia data, ma anche i nuovi arrivati, che magari si sono avvicinati alla serie solo nel 2013, avranno a disposizione tre Pokemon versatili, dalle abilità semplici ma utili, perfetti per le primissime ore di gioco ma molto efficaci, se fatti crescere a sufficienza, anche nella seconda parte dell’avventura.Come da tradizione, la traccia narrativa è assai esile e serve solo a tenere insieme gli eventi e a giustificare il viaggio del nostro eroe nel mondo di gioco, ma lungo le venticinque – trenta ore necessarie a portare a termine la storia principale non mancheranno battute divertenti, qualche faccia nota e momenti che strapperanno un sorriso anche ai giocatori più smaliziati.A proposito dei nuovi arrivati, è bene sottolineare come questo episodio, in quanto remake di un titolo uscito in Europa durante l’estate del 2003, non sia esattamente il punto di approccio migliore per entrare nel Poke-mondo: pur essendo perfettamente godibile da chiunque, Pokemon Zaffiro Alpha (la versione da noi testata) strizza l’occhio in tantissime circostanze a chi c’era già su GameBoy Advance, con riferimenti continui, doppi sensi e cammeo che sfuggiranno a tutti coloro che sono saliti solo in seguito sul carrozzone di una delle saghe più amate della storia dei videogiochi.

Ieri, oggi e domaniSe a prima vista Zaffiro Alpha potrebbe sembrare un seguito diretto di X/Y, con cui condivide il motore grafico e un gran numero di scelte a livello di design, il gameplay dietro la facciata visiva nasconde invece un buon numero di cambiamenti rispetto all’episodio precedente, che però, in sé, non sono affatto delle novità guardando alla serie nella sua interezza.Parlo soprattutto della presenza del MultiPokeNav e del ritorno al sistema di esperienza visto fino a prima dell’episodio dell’anno scorso.Andiamo con ordine: il MultiPokeNav è l’aggeggio multiuso a disposizione del giocatore in questa edizione, e come tale racchiude numerose funzioni di grande utilità per il Poke-allenatore provetto, ma, in sé, non rappresenta una novità, se è vero che, nell’ordine, la generazione Oro/Argento ci aveva proposto il Pokegear e la terza, quella oggetto di questo remake, aveva dotato il giocatore del PokeNav originale.Cionondimeno, il MultiPokeNav si rivela indispensabile sin dalle prime ore di gioco per tutti gli allenatori che si cimenteranno con Zaffiro Alpha e Rubino Omega: le sezioni Navisvago e Navimappa si spiegano da sé, e racchiudono rispettivamente le funzioni Pokemon Io e Te, il PSS e una serie di altre funzioni l’uno e una mappa delle regioni visitate l’altra, con tanto di notifiche sulla presenza degli allenatori in una tal zona e sulla loro eventuale voglia di rivincita.

Le sezioni più succose, però, sono le altre due: il Navitalk e il Navidex, l’una per immergere i giocatori fino al collo nel mondo immaginato dai ragazzi di Game Freak, l’altra per soddisfare la loro insaziabile fame di Pokemon.Il Navitalk riprende ed amplia quanto visto in precedenza sull’Holovox, con un telegiornale espressamente dedicato al mondo Pokemon che strapperà non poche risate, contenente le notizie sulla regione di Hoenn, nonché le news riguardanti i giocatori incontrati tramite Streetpass: a metà tra un tutorial sui generis e una divertente enciclopedia del mondo Pokemon, Navitalk, soprattutto molto avanti nell’avventura, svolgerà anche il compito di diario, ricordandoci dettagli affatto secondari su basi segrete, ubicazione di determinati Pokemon (magari rari…) ed eventuali quest secondarie.Ma ad impattare maggiormente sulle dinamiche di gioco è sicuramente il Navidex, con la miriade di funzioni utilissime che porta in dote: la possibilità di visualizzare tutti i Pokemon catturabili in un dato percorso, che saranno mostrati come delle sagome nere fino a che non li avremo ancora incontrati, quella di selezionare solamente un dato tipo di Pokemon, in modo da velocizzare il processo di cattura qualora ne avessimo nuovamente bisogno e il radar audio, che fornisce input quando nelle vicinanze c’è un Pokemon nascosto, sono tutte risorse preziose per il giocatore, e rendono l’attività principale di ogni gioco Pokemon dal primo episodio (“gotta catch’em all!”) estremamente più facile.L’esplorazione, alla luce dell’impiego del Navidex, guadagna spessore, consentendo al giocatore di dirigersi nei posti giusti per catturare il Pokemon voluto, tagliando tempi morti e viaggi poco fruttuosi: se a questo si unisce la pubblicizzatissima possibilità di spostarsi tra i cieli di Hoenn in groppa alle megaevoluzioni di Latios e Latias, ecco che il ritmo di gioco e la navigazione del mondo ne beneficiano notevolmente.L’altra grande novità rispetto a X/Y, che poi, come anticipato, tanto nuova non è, è rappresentata dal ritorno ad un sistema di exp non condiviso, che coinvolge solamente i Pokemon che prenderanno parte alle battaglie: se questo da un lato rallenta la crescita del party del giocatore e sembra sfavorire i neofiti, abituati bene dal precedente episodio, dall’altro potrebbe soddisfare i giocatori di lungo corso, che approfitteranno delle necessarie fasi di grinding per esplorare ulteriormente Hoenn e scovare ogni segreto all’interno di ogni mappa.Come non citare, poi, la necessità di approcciare i Pokemon nascosti nell’erba di soppiatto per poterli catturare? Solo con una leggerissima pressione dell’analogico potrete farli vostri, perché, se dovessero udirvi o vedervi, se la darebbero a gambe, lasciandovi con un palmo di naso. Non dite che non vi avevo avvisati.L’impressione evidente che Zaffiro Alpha restituisce dopo un buon numero di ore è quella di un grande gioco del passato (non a caso la terza generazione è, a tutt’oggi, una delle più amate dal pubblico) rimesso a nuovo più nella facciata, in questo caso rappresentata dal motore grafico, che nelle meccaniche, che funzionavano egregiamente già all’epoca della prima uscita e non necessitavano che di una veloce rinfrescata.

Un bel vedereDopo la clamorosa svolta dell’anno scorso, a Game Freak non servivano rivoluzioni per stupire, stavolta: il motore grafico che muove Zaffiro Alpha è preso di peso dall’episodio che lo ha preceduto, e l’effetto, una volta ancora, è assai gradevole per gli occhi, nonostante il taglio diverso che la regione di Hoenn presenta rispetto a Kalos.I modelli tridimensionali, ricoperti da un ottimo cel shading, non prestano il fianco a critiche, e la loro solidità non è in alcun modo intaccata dagli arditi movimenti di una camera virtuale che si permette qualche virtuosismo in più rispetto ad X/Y, quasi a voler esaltare i passi da gigante che la saga ha fatto, a livello tecnico, nell’ultimo biennio.Gli unici, impercettibili nei sono da ricercarsi nel frame rate, che soffre un po’ durante certi combattimenti, soprattutto con la funzione 3D attivata: il consiglio è comunque di non perdervi la spettacolarità dei combattimenti in versione stereoscopica, perché l’effetto tridimensionale della console Nintendo premia le animazioni dedicate per ogni Pokemon e le mosse speciali più bizzarre, che solo dieci anni fa, sul fido GBA, sarebbero parse fantascienza.In tanta magnificenza, il versante sonoro fa da comparsa, limitandosi al compitino e senza stupire come invece sanno fare tanti altri aspetti della produzione: non che si parli di un aspetto fondamentale, ma se c’è qualcosa che si può migliorare, a livello meramente tecnico, è sicuramente sotto questo punto di vista.Abbiamo già accennato alla durata complessiva del titolo, ma essa è quanto mai personalizzabile: pochissimi tra i Poke allenatori si fermano alla fine della campagna principale, e tutti quelli che vogliono spolpare il titolo fino all’osso troveranno pane per i loro denti, tra Pokemon rari, palestre segrete e piccole quest secondarie.

– Lo splendore della terza gen tirata a lucido

– Fanservice come se piovesse

– Il Navidex è una trovata brillante

– Megaevoluzioni, palestre segrete e tante sorprese

– Ottima longevità

– Qualche rallentamento durante le battaglie

– Non tutti gradiranno l’assenza dell’exp all

– Comparto sonoro non all’altezza del resto

8.5

Pokemon Zaffiro Alpha e Rubino Omega sono due pietre angolari della strategia di Nintendo e Game Freak per il futuro della serie: riproporre luoghi, personaggi e Pokemon noti sotto una nuova veste, rimodernando l’aspetto tecnico e, in maniera minore ma non trascurabile, anche il gameplay.

Se l’obiettivo era pubblicare un titolo che fosse appetibile tanto per i fan di lunga data quanto per i neofiti, non si può dire però centrato in pieno: i riferimenti al passato e soprattutto determinate scelte di gameplay strizzano l’occhio a chi la saga la porta nel cuore da anni.

Se invece si voleva “semplicemente” regalare al pubblico un altro, grande titolo dedicato ai Pokemon, allora siamo dinanzi a un altro successo, che va a collocarsi mezzo gradino sotto X/Y se analizzato con occhio obiettivo, ma che regalerà emozioni di gran lunga superiori a chi collezionava mostriciattoli già nella torrida estate del 2003.

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