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Recensione

Pirate Pop Plus

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Editor

Pubblicato il 20/11/2016 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Se non conosceteil team di sviluppo canadese dei 13 AM Games, vuol dire che non possedete un Wii U, e vi siete persi uno dei giochi multiplayer più divertenti degli ultimi anni, che risponde al nome di Runbow.
Fortunatamente per voi, una versione per 3DS è in arrivo, ma oggi non parleremo del suddetto titolo, quanto dell’ultima fatica degli sviluppatori, ovvero Pirate Pop Plus, un omaggio molto personale del team ad uno dei titoli che ha segnato l’infanzia di tantissimi videogiocatori, compreso chi scrive: Pang.
Un concept di gioco tremendamente semplice ma una giocabilità dannatamente assuefacente fecero di Pang una leggenda degli arcade, vediamo come Pirate Pop Plus ne rivisita la formula.
Pang throwback
Chi chiamereste se un vile pirata stesse intrappolando tutti gli abitanti di una ridente isoletta in enormi bolle se non il protagonista di Pirate Pop Plus?
In un’altra epoca, avremmo risposto altrimenti, visto che gli eroi di Pang rimangono vividi nella memoria dei videogiocatori, ma oggi, visto l’omaggio a quel titolo leggendario da parte dei due team di sviluppo che hanno lavorato al gioco (oltre ai già citati 13 AM ci sono anche i ragazzi di Dadako), è lecito pensare anche al pirata dal cuore tenero che il giocatore sarà chiamato ad impersonare.
La presentazione, il fatto che sia presente un’unica modalità di gioco, l’attenzione al punteggio e alla possibilità di migliorarsi sempre e, soprattutto, la giocabilità arcade del prodotto affondano le proprie radici in un’epoca videoludica persa nel tempo, a cavallo tra la fine degli anni ’80 e i primi ’90, in cui le sale giochi dettavano legge e l’intrattenimento casalingo combatteva con forti limitazioni hardware.
Nondimeno, un’epoca d’oro, in cui Sega e Nintendo si spartivano il mercato, combattendosi a suon di campagne pubblicitarie trash ma anche di prodotti di qualità dalle meccaniche spesso immediate e di facile comprensione.
Pirate Pop Plus riprende in toto quel gameplay, aggiungendovi un paio di twist ma senza modificare sensibilmente il risultato finale: lo scopo è quindi quello di far esplodere tutte le bolle che il malefico pirata nemico fa comparire a schermo, cosa spesso più facile a dirsi che a farsi, visto che ognuna di esse si frammenta in decine di bolle più piccole e che il contatto con esse danneggia il nostro alter ego.
Giochiamo con la gravità
La caratteristica principale che contraddistingue Pirate Pop Plus e lo allontana (non di molto, invero) dall’ombra dell’ingombrante progenitore è rappresentata dai repentini cambi gravitazionali che avvengono durante le partite, con il giocatore che si ritrova sballottolato sullo schermo, costretto magari a camminare su una delle due pareti laterali quando non sul soffitto: questi cambiamenti avvengono in tempo reale, mentre il giocatore si dimena tra le bolle che vagano per lo schermo, e spesso complicano non di poco la situazione, causando impatti indesiderati con le sfere o la perdita di un power up temporaneo, impossibile da raggiungere dopo il cambio prospettico.
Questa trovata, oltre ad alzare il livello medio di difficoltà nelle fasi avanzate, mescola efficacemente le carte, ed offre un gradito cambio di ritmo, che comunque, da solo, non riesce a garantire varietà sufficiente sul medio periodo.
Il problema più grande della produzione, infatti, è rappresentato proprio dal concept originario, divertente a sessioni brevi, e quindi perfetto per una fruizione in sala giochi (o su 3DS), ma che manca di profondità e quindi soffre su quelle prolungate.
La presenza di armi speciali, come ancore che si attaccano alle pareti e fungono da “muri”, pistole che sparano colpi rimbalzanti o altre dal fuoco rapido, ideali per le bolle più piccole, e di una serie di sbloccabili, da acquistare con le monete guadagnate completando i vari livelli di gioco, riescono a garantire una maggiore varietà ma finiscono con il lasciare il tempo che trovano già dopo poche partite.
Il risultato è che le modalità di fruizione determinano la resa del gioco in maniera troppo brusca: divertentissimo se giocato a spizzichi e bocconi, un po’ noioso se si intende dedicargli anche solo quarantacinque minuti consecutivi.
Obiettivi cosmetici
Probabilmente consapevoli di questo difetto endemico della loro creatura, i due team di sviluppo coautori hanno tentato di ovviarvi inserendo una lunga lista di obiettivi sbloccabili, che, però, sono perlopiù di natura cosmetica, come ad esempio il colore della console virtuale visualizzata a bordo schermo, dello sfondo su cui giocare e nuovi accompagnamenti musicali, con la sola scelta di personaggi extra che apporta qualche modifica (per la verità molto marginale) alle dinamiche di gioco.
L’obiettivo ultimo sono i 100.000 punti, una volta raggiunti i quali, l’unico incentivo a riprendere in mano il prodotto è rappresentato dalla voglia del giocatore di fare esplodere qualche altra bolla, magari in pausa pranzo: anche per questo, probabilmente, il prezzo è particolarmente accessibile, visto che con meno di cinque euro si ottiene il diritto a scaricare tanto la versione Wii U quanto quella 3DS.
Per la sua natura, tuttavia, le due versioni rappresentano un po’ le due facce della medaglia: quella casalinga evidenzia ancora di più la mancanza di contenuti e gli scarsi incentivi a riprendere in mano il titolo a più riprese, laddove, invece, quella portatile ne enfatizza la natura arcade e ne cela i difetti, complici sessioni di gioco rapide, che richiamano quelle scandite dalle monetine degli arcade di un tempo.

– Divertentissimo…

– Cross buy e prezzo limitatissimo

– …per i primi quindici minuti

– Offerta ludica modesta

– Aggiunge poco o nulla ad un classico senza tempo

7.0

Pirate Pop Plus è un giochino piccolo piccolo, capace di divertire in maniera insospettabile i vecchi lupi di mare, che torneranno a Pang con la memoria, quanto le nuove leve videoludiche, che con il suddetto titolo non hanno avuto modo di sperperare centinaia di monetine.

Peccato, allora, che la scarsità di contenuti e la bidimensionalità del gameplay ne limitino l’appeal, rendendolo perfetto per partite rapide e disimpegnate (con un 3DS in mano, ovviamente) e molto meno attraente quando si ha un po’ più di tempo libero da dedicare al nostro medium preferito.

In ogni caso, considerando anche l’opzione cross buy, potreste investire in mille modi peggiori i quattro euro e cinquanta richiesti: solo, non aspettatevi troppo di più di quello che vedrete durante i primi dieci minuti di gioco.

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