Recensione

One Piece Romance Dawn

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Dopo l’orgia di JRPG di grande qualità gentilmente offertaci da Nintendo DS, 3DS si sta dimostrando più timido a livello quantitativo, sebbene non inferiore in quanto a qualità: se Bravely Default è senza dubbio una delle migliori esperienze che il genere ha prodotto negli ultimi anni, è pur vero che, a quasi tre anni dal lancio, le produzioni ruolistiche sulla console portatile Nintendo sono state molte meno di quanto fosse preventivabile.Forse anche per questo l’annuncio del porting di One Piece Romance Dawn per la console stereoscopica della grande N è stato accolto positivamente da molti fan della saga.

La storia da Adamo ed EvaPensare di infilare diverse centinaia di puntate di una delle serie più amate tra quelle provenienti dalla terra del Sol Levante in una sola cartuccia era una scommessa ardua, eppure Namco Bandai non ha esitato a pubblicare il titolo prima su PSP (nonostante PSVita fosse già sul mercato) e, forte delle buone vendite ottenute in patria, a portarlo in occidente tramite un porting per 3DS, quantomai fedele all’originale, per usare un eufemismo.One Piece Romance Dawn si propone di coprire un arco narrativo davvero ampio, a partire dai primordi del manga, col protagonista ancora bambino e ansioso di unirsi alla ciurma dei pirati di Shanks: anche con un budget esorbitante, l’impresa sarebbe stata improba, se è vero che l’intreccio narrativo della serie si è ingarbugliato eccessivamente per poter essere trasposto in una sola opera.E infatti il risultato lascia molto a desiderare: preparatevi ad una marea di dialoghi noiosi e lenti, che tuttavia non riescono a star dietro al gran numero di avvenimenti, causando la comparsa di personaggi di cui il neofita non sa assolutamente nulla e lasciando enormi buchi narrativi, che solo l’appassionato della serie riuscirà a riempire.Oltre alla spropositata verbosità, avremo a che fare con sequenze non doppiate (per ovvie ragioni di spazio), che si susseguono a ritmo forsennato tra “talking heads”, quindi con fondali quasi statici con animazioni basilari. Insomma, l’ideale per favorire la sonnolenza.A parziale difesa degli sviluppatori di Three Rings va detto che anche la migliore delle storie, se raccontata con queste modalità, indurrebbe uno stato catatonico, soprattutto tra quanti sono abituati a giocare con 3DS sotto le coperte, magari a tarda ora.Le vicende sono quelle note, e ad avere la pazienza di non saltare gli interminabili dialoghi, si potrebbe godere di un riassunto low budget di tutta la saga ideata da Eiichiro Oda: pur amando la serie originale, noi confessiamo di esserci riusciti solo nell’ottica di scrivere questa recensione.

Gameplay standardIn un JRPG, categoria in cui One Piece Romance Dawn ricade in pieno, oltre alla storia, è il battle system a fare la parte del leone, tanto che, storicamente, è bastato azzeccare questo binomio per fare di buoni prodotti dei successi commerciali clamorosi.In effetti in questo ambito, pur senza strafare, il titolo riesce quantomeno a non scadere nell’inadeguatezza, proponendo quanto di più classico e già visto e giocando così sul sicuro.Gli scontri sono a turni, eppure, tramite la pressione del tasto A (o di Y per le abilità speciali) al giocatore sarà concesso di concatenare delle combo analogamente a molti titoli in tempo reale. Inoltre, la posizione del nostro personaggio (selezionabile tra i tre del nostro party) risulterà fondamentale ai fini della buona riuscita dei combattimenti, a seconda delle armi di cui dispongono i nemici di turni e alle zone di influenza di determinati incantesimi.In altre parole, il sistema di combattimento del gioco tenta di proporre delle dinamiche ibride tra la classicità cui l’utenza giapponese è molto legata e la grande voglia di azione in tempo reale del pubblico occidentale, riuscendo, grossomodo, nei suoi intenti: stessa storia anche per la frequenza dei combattimenti, che si alterneranno tra casuali e visibili, con alcuni dei nemici che possono essere evitati sulla mappa di gioco.La sensazione, a poche ore dai titoli di testa, è che il titolo sia diretto ai più giovani tra i fan della serie, soprattutto perché il livello di difficoltà non si alza mai (nemmeno in occasione delle godibili boss fight) e perché le possibilità di personalizzazione e crescita dei personaggi giocabili risultano limitate e, in un certo senso, guidate, con alcune abilità palesemente più utili di altre.Faremmo fatica a descrivervi la schermata di game over, non avendola mai incontrata, ma questo non è necessariamente un male, se si entra nell’ottica di un bacino di utenza di giovane età che magari non ha mai avuto a che fare con un gioco di ruolo giapponese prima: lo diventa se invece è un veterano del genere a stringere 3DS tra le mani.

Porting perfetto…La situazione si fa nuovamente drammatica se ci si ferma per un attimo ad analizzare l’aspetto tecnico del lavoro di Three Rings: il porting è perfetto (un tempo si diceva pixel perfect) ma il problema, paradossalmente, è proprio qui.Il codice del titolo originario per PlaystationPortable è stato preso di peso e riversato sulla cartuccia per 3DS, senza aggiustamenti, abbellimenti o aggiunte di sorta, effetto stereoscopico incluso: il risultato è uno dei giochi meno attraenti tra quelli di fascia medio alta sulla console portatile Nintendo, con poche texture, peraltro di dubbia qualità, modelli poligonali tremendamente ripetitivi e spogli, design degli ambienti primitivo e, soprattutto, un comparto animazioni carente.Ciò che irrita, più che le mancanze a livello tecnico (gli appassionati Nintendo hanno sempre saputo digerirle, quelle) è l’assoluta pigrizia del team di sviluppo nella realizzazione del porting, che così com’è, viene percepito come una bieca operazione commerciale invece che come un’opportunità di giocare ad un titolo fino ad oggi Japan only.Se a questo si aggiunge la già citata mancanza di doppiaggio (presente in lingua originale solo per una quantità minima di dialoghi), il quadro finale risulta purtroppo abbastanza sconfortante.

– Discreto sistema di combattimento

– Dialoghi interminabili

– Porting pigro da PSP

– Nessun doppiaggio e animazioni al minimo sindacale

– Tecnicamente insufficiente

5.5

Dispiace vedere che un ottimo publisher come Namco Bandai, in possesso di un’ottima licenza come quella di One Piece dia alle stampe un titolo mediocre, che potrà risultare appetibile solamente ai fan più sfegatati della serie, e in particolare ai più giovani tra questi.

Non tutto è da buttare, tuttavia, e partendo da un battle system discreto e dalla ricchezza di ambientazioni, personaggi e situazioni del manga originale, un eventuale seguito di Romance Dawn potrebbe rendere giustizia ad una saga tanto longeva quanto amata.

Per adesso, però, non possiamo che constatare come l’ultima fatica dei ragazzi di Three Rings non riesca, nel complesso, a raggiungere la sufficienza, prevalentemente a causa delle gravi mancanze narrative e di presentazione.

Voto Recensione di One Piece Romance Dawn - Recensione


5.5